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domenica 15 ottobre 2017

Juventus-Lazio

Juventus-Lazio 1-2, la doppietta di Immobile rimonta Douglas Costa

Il centravanti della Nazionale negli 8' iniziali della ripresa ribalta il gol di Douglas Costa: Nel recupero palo clamoroso di Dybala che al 96' si fa parare da Strakosha il rigore del pari. Ora il Napoli può scappare

Massimiliano Allegri l’ha ripetuto fino allo sfinimento: la stagione della Juve passa dalla capacità di non perdere la testa. Ecco, con la Lazio l’ha persa completamente, in nove minuti: giusto il tempo di rientrare dall’intervallo e di consegnare uno scontro diretto alla squadra di Simone Inzaghi. Anzi a Immobile che al 2’ e al 9’ del secondo tempo rovescia la Signora, azzera il primo segnale di vita stagionale di Douglas Costa e manda la Juventus sul sul lettino dello psicanalista: il 2-1 incassato allo Stadium è la prima sconfitta casalinga in 41 partite, ci sarà da riflettere parecchio per raddrizzare la rotta. Il rigore sbagliato da Dybala, il secondo di fila, al 96' avrebbe cambiato il risultato, ma non la sostanza. Strakosha lo para e manda in orbita Simone Inzaghi, stratega sopraffino: vincere qui significa poter arrivare ovunque o quasi. 

All’inizio Allegri per una volta si priva di Dybala, reduce da volo intercontinentale, e sperimenta: ecco un 4-3-3 che sa di futuro, sfruttando le doti da regista di Bentancur. L’anno scorso la sfida allo Stadium contro la Lazio portò alla storica innovazione delle cinque stelle, modulo messo tra parentesi per una volta. La risposta di Simone Inzaghi, dopo le carezze del collega alla vigilia, è un ordinatissimo 3-5-1-1 in cui il movimento a pendolo di Milinkovic è la chiave per supportare sia il talento di Luis Alberto sulla trequarti che la mediana guidata da Parolo. È il serbo, lasciato troppo libero da un Khedira opaco al rientro, la spina più appuntita nei primi minuti: quando ha campo davanti, si capisce perché sia il sogno proibito della dirigenza bianconera. 

E in una partita che potrebbe scivolare via pericolosamente, il tap in (di destro) di Douglas Costa cambia lo stato dell’arte. Servono lunghi secondi davanti al monitor prima che la Var dia la sua sentenza: Bastos tiene in linea il numero 11. Se sul gol Strakosha poteva respingere assai meglio, il portiere laziale si supera su un destro tagliente di Khedira. Ma poi ricasca con due piedi nell’errore, anzi fa qualcosa di più. Rischia la figuraccia dell’anno: si addormenta sul rinvio e il contrasto di Higuain si stampa sulla traversa. Tradotto: nell’erroraccio, Strakosha ha però una fortuna irreale. Il Pipita si dispera perché in carriera ha segnato in ogni maniera, ma un gol così manca in curriculum. Seguono minuti confusi con mischie pericolose in area bianconera, ma spesso e volentieri è Chiellini a tappare i pertugi che si aprono. È solo un avvisaglia della grandinata che verrà allo Stadium dopo poco. 

Il secondo tempo ha tutt’altro ritmo rispetto al primo, nel complesso più sonnacchioso. È frenetico e il merito è di uno che di cognome fa Immobile, stranezze della vita e del calcio. Si cambia completamente frequenze, da subito, da quando Barzagli perde l’inserimento di Ciro, su assist dolce di Luis Alberto, e il bomber azzurro pareggia. Poi quando lo stesso indemoniato Immobile viene steso in area da Buffon (ammonito) e trasforma il rigore del sorpasso. In mezzo c’è un gol divorato dal Pipita, stavolta più impreciso che sfortunato, ma nel complesso è incomprensibile il calo di intensità dei bianconeri. Uno di quei blackout che fa imbestialire Allegri: pure Chiellini e Barzagli, perfetti nel primo tempo, non ne azzeccano mezza nei primi quindici minuti. 

Bernardeschi al posto di Douglas Costa (molto fumo oltre al gol) è propedeutico al ritorno al passato: Allegri riabbraccia il modulo partorito proprio contro la Lazio ormai nove mesi fa. Fuori Khedira e Dybala rimette la sua dieci, ma neanche lui riesce a raddrizzare la situazione. Però alle spalle ci sono spazi larghissimi in cui Immobile, sempre lui, spalleggiato benissimo da Milinkovic e Luis Alberto, si buttano con incredibile cattiveria. Al contrario, in casa Juve si vede solo confusione e giocate individuali: il palo di Dybala con un mancino bellissimo strozza l’urlo dello Stadium. Poi un rigore solare arrivato per concessione della Var e testardaggine di Bernardeschi. La scena sembra uguale a quella di Bergamo, con tutta la Juve che si aggrappa al proprio fuoriclasse, e il risultato è uguale: Dybala disteso a terra, senza parole di fronte alla parata avversaria. Tradotto: non arriva un pari immeritato e la Juve cade in casa dopo oltre due anni di onnipotenza, al contrario la Lazio farà bene a non mettere limiti ai propri sogni.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 5,5: Poco preciso. Persino lui. Specie in alcune uscire, dove rimane impiantato in area piccola
Stephan Lichtsteiner 5,5: Discreto apporto nel primo tempo, ma vien giù come tutta la difesa della Juve alle prime difficoltà. (Dal 72’ Stefano Sturaro 5: Cambio di per se discutibile e impatto non certamente nei migliori. Una goffo corpo a corpo perso con Milinkovic mette in porta Caicedo (che avrebbe potuto chiudere la partita ben prima del caos finale...).
Andrea Barzagli 5: Lento e senza copertura viene fuori per ciò che ormai è: un giocatore a cui non si può più chiedere di tenere gli uno contro uno. E’ cristallino a tutti. Tranne che a Massimiliano Allegri.
Giorgio Chiellini 5: Prova a tenere su la baracca, ma non è semplice perché Barzagli al suo fianco fa poco per aiutarlo e soprattutto quando si ritrova il pallone tra i piedi Chiellini non sa cosa farsene. Un’infinità di tocchi sbagliati, innumerevoli corse sconclusionate finite nel nulla. La proprietà è direttamente proporzionale: a Barzagli e Chillini manca Bonucci quanto a Bonucci mancano Barzagli e Chiellini.
Kwadwo Asamoah 6: Il meno peggio della linea difensiva. Il gol del vantaggio nasce da un suo spunto e soprattutto quando ci prova, la Juve, lo fa quasi esclusivamente da sinistra.
Rodrigo Bentancur 5: Ribadiamo quanto già scritto nel recente passato: il margine è ampio, ma per ora fatica ancora tanto. Nel primo tempo con Lucas a uomo non combina nulla. Nella ripresa, con la Juve sotto e gli spazi chiusi, non trova mai un lampo. 
Sami Khedira 6: Un buon impatto quello col ritorno in campo. E’ nel gol che sblocca la gara, è nella bordata dalla distanza che avvicina i bianconeri al 2-0. Poi cala, come prevedibile. Ma il primo tempo ne salva il giudizio. Dal 65’ Paulo Dybala 4: I rigori li può sbagliare solo chi li tira. Vero. Verissimo. Ma in un campionato così tirato i tre punti lasciati tra Bergamo e stasera a fine anno rischiano di essere molto, molto pesanti. E al di là di quello, l’argentino, deve ritrovare certezze e serenità.
Blaise Matuidi 5,5: Tampona tutto il tamponabile, ma poco più. Matuidi sarebbe ingranaggio perfetto di una macchina che gira. Non gli si può chiedere di essere motore, freno, scocca, ruote eccetera eccetera. Chiaro no?
Douglas Costa 6: Si salva solo per il gol e per qualche lampo. Il resto sono tagli in orizzontale che ancora la Juventus – e non solo – deve capire. Dal 54’ Federico Bernardeschi 6,5: Probabilmente il migliore della Juve. Entra col piglio giusto, prova sempre a creare qualcosa e si conquista anche il rigore. 
Gonzalo Higuain 4,5: Il gol in coppa avrebbe dovuto rivitalizzarlo, così come il lavoro a Vinovo esaltato da Allegri alla vigilia. Ma la verità è che Higuain è ancora il fantasma di se stesso. Controlli goffi nel momento chiave, gol sbagliati solo davanti al portiere. La verità è molto semplice: altro che chili di troppo, qui ci vuole Freud.
Mario Mandzukic 5,5: Un discreto primo tempo unito a una ripresa dove non ne vede mezza. Se anche la certezza Mandzukic va giù, per la Juve sono guai sul serio.



 

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