Simply 6

domenica 18 dicembre 2016

Juventus-Roma

Juventus-Roma 1-0, decide Higuain. Bianconeri a +7, campione d'inverno

Decide un gol del Pipita nel primo tempo: la squadra di Allegri soffre nel finale ma allunga in classifica

Se "un diamante è per sempre", lo slogan allo Juventus Stadium vale anche se sostituiamo il gioiello più ambito dalle donne di tutto il mondo con una…Pipita. Juventus-Roma si decide con il quinto gol stagionale decisivo (decimo totale in campionato) di Gonzalo Higuain. Che inizia a pesare parecchio nell’economia della stagione. E così, dopo aver castigato il "suo" Napoli, manda la Juventus a più sette dalla Roma. Infliggendo un segnale pesantissimo al campionato prima di andarsi a giocare venerdì la Supercoppa col Milan. Anche se la Roma non esce ridimensionata dalla supersfida. La bilancia delle occasioni pende dalla parte della Juve. E Szczesny è il migliore della Roma. I giallorossi però sono alla pari sul piano mentale: non "sbracano" dopo un brutto inizio, chiudono le due frazioni in avanti. Quello che manca è la qualità nella rifinitura e nella conclusione. Perché se Higuain decide, Dzeko non incide, cedendo alla superiorità di Rugani e Chiellini.  

Spalletti stupisce tutti. Che Salah parta dalla panchina è nell’ordine delle cose, ma la scelta di sostituirlo con l’inadeguato Gerson sorprende tutti. E soprattutto non porta a niente di buono. La catena di destra con Rudiger in fase offensiva è nulla. E per fortuna che Alex Sandro è in serata normale. Lo strappo iniziale della Juve nasce dalla voglia di mangiare la partita di Mandzukic, che confeziona il primo recupero con palla a Higuain dopo 50”. E Szczesny è bravissimo sul Pipita, imbeccato ancora dal croato. La Roma patisce l’inferiorità numerica in mezzo con De Rossi e Strootman in difficoltà iniziale. Pjanic è bravo a galleggiare tra le linee, pur senza inventare chissà cosa. La Roma si rinfranca nella seconda metà di tempo. E’ Nainggolan a prendersela sulle spalle: lo trovi a recuperare palla sulla sua area, ad appoggiare Dzeko, ad andare al tiro. Un giocatore totale. L’occasione più insidiosa per la Roma è una mischia da corner, con Manolas murato da Rugani e spazzato da Khedira. L’atteggiamento della Roma convince, la produzione un po’ meno. Anche perché dalle fasce, con un Perotti scialbo, arriva pochino. 

L’infortunio di Pjanic (che già non stava bene) in avvio di ripresa ridisegna la Juve col 4-4-2 e Cuadrado. Mentre Spalletti è già ripartito col cambio non quotato dai bookmaker, Salah per Gerson. Mentre Mandzukic continua a far capire perché per Allegri sarà complicatissimo levarlo, Rugani si laurea col massimo dei voti, portando al professor Allegri la tesi su Dzeko. Il borsino giallorosso tende nuovamente al rialzo, dopo che Szczesny evita il 2-0 con una parata meravigliosa su Sturaro, messo in porta dal solito Mandzukic. C’è il rientrante Barzagli per il 3-5-2 Juve, e il faraone per De Rossi, per un 4-2-3-1 parecchio offensivo. La Roma, spinge, crea un paio di mischie pericolose. Ma è Szczesny a regalare la parata migliore in chiusura, ancora sull’ottimo Sturaro. Simbolo di una Juve che lotta sempre. E che certe partite non le sbaglia mai.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 6: Soffre un po’ la confusione e il fisico che la Roma porta in area sui corner, ma non si macchia di nessun particolare peccato. Ordinaria amministrazione, insomma.
Stephan Lichtsteiner 6: Una discreta spinta, un paio di cross interessanti e una buona fase difensiva. Quando la Roma poi va in raddoppio, combina poco. Ma non si poteva certo aspettarsi dell’altro. Dal 68’ Andrea Barzagli 6: Torna in campo dopo l’infortunio alla spalla di Verona per 25 minuti finali che lasciano buone speranze ad Allegri. E non solo.
Daniele Rugani 7,5: Partita sontuosa là dietro, dove anticipa costantemente Dzeko o legge ogni tentativo di pallone fatto filtrare. Allegri ha finalmente deciso di dargli continuità e il buon Rugani lo sta ripagando alla grande. Stasera, davvero, con una gran prova di maturità. Specie in un finale così complicato.
Giorgio Chiellini 6: Ordinaria amministrazione anche per lui a fianco di un Rugani che stasera fa davvero un figurone. 
Alex Sandro 6,5: Rischia grossissimo su un paio di uscite palla al piede finite male – una di queste porta alla chance di Perotti – ma alla fine è anche colui che si materializza come la costante spina nel fianco di Rudiger. A tutto campo.
Sami Khedira 6: Lavoro silenzioso e costante in mediana.
Claudio Marchisio 7: Quando Marchisio gira, tutta la Juve gira. Nel primo tempo è assoluto protagonista del gioco; nella ripresa è prezioso ed intelligente baluardo a protezione della linea a quattro. E’ il giocatore da cui questa squadra davvero non può prescindere.
Stefano Sturaro 7,5: Nella serata in cui per la Juve è fondamentale il lavoro della classe operaria, il migliore in campo va a uno Sturaro autentico uomo ovunque. Insieme a Mandzukic è una presenza costante in mediana, pronto sempre al raddoppio o alla chiusura degli spazi.
Miralem Pjanic 6: Bloccato a inizio ripresa dall’ennesimo guaio, gioca una partita onesta. Si va vedere tra le linee ma soffre inevitabilmente dal punto di vista fisico e, per la botta presa, alla fine si deve arrendere. Dal 51’ Juan Cuadrado 6,5: Entra quasi a freddo ma dimostra di essersi ormai adattato a qualsiasi ruolo. Parte trequartista, torna esterno, finisce terzino. Un paio di leziosismi di troppo, ma anche due o tre partenze alla sua maniera. 
Gonzalo Higuain 7,5: Fa una cosa in tutta la partita, ma va benissimo così ed è ciò che da lui vuole la Juve: palla rubata di grinta, dribbling, secondo dribbling, bordata di sinistro. Tre punti. Sesto gol nelle ultime 9 apparizioni in tutte le competizioni. Non male… Dall’81’ Paulo Dybala :s.v.
Mario Mandzukic 7,5: Ok, Higuain fa gol. Ma quanto ha corso Mandzukic. Per il croato la Stadium è un’ovazione costante. Dopo 30 secondi è fuori dai cartelloni per una spallata di Manolas, al 95’ si accascia al suolo, sfinito, al triplice fischio. Nel mezzo tackle, recuperi, raddoppi, chiusure difensive ma anche assist – come quello a Sturaro – e naturali proiezioni offensive. Una partita di una generosità commovente.


 

 

lunedì 12 dicembre 2016

Torino-Juventus

Torino-Juventus 1-3: Belotti, doppietta di Higuain e Pjanic

Belotti porta avanti i granata, poi ci pensa Higuain con una doppietta a placare un bel Torino. Nel finale la chiude Pjanic, appena entrato

Non basta il massaggiatore, non basta il popolo granata, non basta lo Stadio Olimpico Grande Torino. Il Dragone, per dirla alla Mihajlovic, non si spaventa, non si commuove: espugna il castello granata e manda un messaggio al regno intero della A. Chi vuole tagliargli la testa? Non ce la fa il Toro, che pure lotta alla pari a lungo e si porta anche in vantaggio con il cavaliere senza macchia e senza paura Belotti. Risponde Higuain, decide Higuain, la chiude il subentrato Pjanic. Tre a uno per la Juve, che ora risale a +7 sulle seconde, che si sfidano domani.  

E’ stato un derby per numeri 9, con i due centravanti migliori in campo, è stato un derby a lungo equilibrato (e negli ultimi anni non era così scontato). Il 3-1 finale è frutto del crollo dopo il bis di Higuain e dell’impatto immediato del subentrato Dybala, che fa a fette la difesa già provata partendo da destra. Già i cambi… Sinisa ne fa tre tutti insieme, quando mancano dieci minuti e siamo sull’1-1: sembra la mossa per provare a vincerla, ma alla ripresa del gioco ecco il lancio giusto, il controllo di Higuain, il diagonale perfetto dopo aver “mandato a spasso” Barreca. Alla fine è profetico lo striscione del settore bianconero, prima del match: “Cambia il nome, non la storia: su questo campo la nostra gloria”.

Gara da bomber, dicevamo. Le clausole sono mica cosa per tutti. Quasi volessero confermare quei 200 milioni scarsi che mettono insieme “per la rescissione”, Belotti e Higuain si prendono i titoli e i flash del primo tempo. Sono loro, i più attesi, a fissare l’1-1. Il Gallo domina nei primi 20 minuti, durante i quali Rugani fatica a contenere le sue sportellate. Sul gol, poi Belotti sovrasta Lichtsteiner, facendo trovare la sua testa al cross che conclude una grande discesa di Baselli che ne salta due prima di crossare dal fondo. E’ il 16’, la Torino granata esulta insieme al suo numero 9, Mihajlovic richiama Rossettini per registrare la difesa. Avrebbe dovuto parlare anche con Castan, tagliato fuori 12 minuti dopo da un tocco di prima di Mandzukic (che pare involontario) su verticalizzazione di Cuadrado. Un’autostrada si apre di fronte a Higuain, che aveva preso la mira qualche minuto prima (parata di Hart) e stavolta non perdona: 1-1. La sfida a due se la prende il Pipita, con la 19esima doppietta in A, e il 6° gol in 7 partite al Toro. 

Scelte azzeccate e meriti per Allegri, che si adegua al clima da battaglia preferendo Sturaro a Pjanic, piazzando i suoi con un 4-3-3 spurio, che in fase difensiva diventa un 4-4-2 classico e quando si tratta di attaccare vede un sovraffollamento sul centro destra, con spazio per Alex Sandro per salire sulla sinistra. Dal triangolo Cuadrado-Mandzukic-Higuain, molto vicini, nasce il primo gol. Il croato è sempre nel vivo del gioco, sia che si tratti di offendere o di chiudere, il colombiano troverà più spazi nella ripresa, completando il lavoro con un paio di chiusure difensive. Dybala farà anche meglio, partendo da lì, mentre la difesa dopo qualche balbettio tiene. 

Il Toro si muove intorno a un totem, Andrea Belotti: più che terminale, il Gallo corre ovunque, sradica palloni, detta passaggi e li fa. Rimedia falli e trascina i compagni. Il tridente dei miracoli e soprattutto lui, con Iago spento e Ljajic bloccato: il serbo però, quando il risultato è sul pareggio sfora il 2-1 co un tiro a giro che fa paura persino al Dragone. In mezzo Baselli è il migliore, dietro qualche ingenuità di troppo, specie nel finale. E la Juve non perdona.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 6: Beffato dal vantaggio del Toro, non è chiamato ad altri interventi. Soffia il pallone fuori sulla conclusione di Ljajic.
Stephan Lichtsteiner 5.5: Sovrastato da Belotti in occasione del vantaggio granata vive una gara di sofferenza. In affanno.
Daniele Rugani 6.5: Duello rusticano con Belotti, l’uomo ovunque del Toro. Soffre a tratti ma non cade mai. Ottima prova.
Giorgio Chiellini 6: Non sempre impeccabile, riesce con esperienza e doti fisiche a mettere sempre la proverbiale pezza. Certi appoggi sbagliati però…
Alex  Sandro 6: Meno scatenato del solito. Zappacosta si dimostra cliente rognoso e il brasiliano deve arretrare il baricentro della propria azione, badando al sodo. Si salva quasi sempre ma non è una passeggiata. 
Sami Khedira 6: Gara, al solito, compassata e preziosa. Prova l’inserimento in area senza successo nella ripresa. Non brilla ma il suo apporto c’è sempre.
Claudio Marchisio 6.5: Determinante per gli equilibri. Ricama e cuce, lancia e apre varchi con buone verticalizzazioni. Con lui è sempre un’altra Juve.
Stefano Sturaro 6: Solita gara di lotta e personalità. Sbaglia, però, come spesso capita, troppi appoggi. (67’ Mario Lemina 6: Buon impatto sulla gara).
Juan Cuadrado 5.5: Nel primo tempo soffre l’intraprendenza di Barreca e non riesce a spaccare la partita in favore della Juve. Fa partire l’azione del pareggio ma non brilla.(80’ Miralem Pjanic 6.5: Entra e segna. Cosa volere di più?).
Gonzalo Higuain 8: Torna a segnare in campionato e lo fa con due gol fondamentali, il secondo davvero splendido. Partecipa al gioco della squadra, affinando anche l’intesa con Mandzukic. La sensazione è che il ritorno di Dybala possa giovargli ulteriormente. Ma non era un giocatore in crisi? Cecchino. 
Mario Mandzukic 7: Solito apporto in termini di qualità e quantità. Gioca a tutto campo. Sgomita davanti, diventa difensore aggiunto, regala addirittura un tacco (molto probabilmente involontario) per lanciare Higuain verso la rete. Chi gli dice che dovrà tornare in panchina? (71’ Paulo Dybala 7: Entra, inventa e regala momenti di calcio eccelso. Lo slalom che regala di fatto il 3-1 alla Juve è qualcosa che solamente i giocatori di categoria superiore possono regalare. Gioia per gli occhi)  .

 

giovedì 8 dicembre 2016

Juventus-Dinamo Zagabria

Juve-Dinamo Zagabria 2-0, Higuain e Rugani valgono il primo posto

Il Pipita e Rugani firmano il 2-0 sulla Dinamo Zagabria: i bianconeri vincono il girone e ritrovano anche Dybala, assente da fine ottobre

Sarà un weekend lungo in casa Juventus. Mica per il ponte, che al mondo pallonaro interessa il giusto. Prima il derby col Toro, poi il sorteggio degli ottavi di Champions. Che la Juve si guadagna da prima del girone, dopo un comodo 2-0 alla Dinamo Zagabria. Dei pericoli dell’urna vi parliamo a parte, ma nemmeno il Real riesce a battere il Dortmund. Anche i blancos faranno parte del lotto delle terribili seconde nell’urna. Di queste cose la Juve si è comunque preoccupata il giusto. Senza spendere troppe energie, i bianconeri hanno giocato una buona partita, contro una squadra oggettivamente non all’altezza della Champions League, che ha chiuso il gruppo con l’imbarazzante bilancio di 0 punti, 0 gol fatti e 15 subiti. E che allo Stadium ha badato più che altro a evitare la goleada. 

I bianconeri, con Pjanic alle spalle di Higuain e Mandzukic, creano palle gol da subito. I croati non hanno la tecnica o l’impatto fisico per provare a limitarli. Svetta Rugani in mezzo alla difesa, Marchisio gioca molti palloni. E Pjanic, libero da compiti difensivi o marcature asfissianti, entra in 5 delle 8 conclusioni della Juve nel primo tempo. La Juve non segna perché Higuain sbaglia un gol non impossibile in avvio, poi Livakovic si dimostra bravo e fortunato, come quando non paga dazio dopo un’uscita errata e una respinta difettosa su un Mandzukic in condizione semplicemente esaltante. Il gol arriva in avvio di ripresa, dopo una percussione da rugby di un Lemina in crescendo alla distanza, con Higuain che non spreca il destro del vantaggio. Ai croati va benissimo perdere di misura, la Juve inizia a pensare al derby. C’è tempo per il 2-0 di Rugani, aiutato dal corner meraviglioso di Pjanic. E per rivedere Paulo Dybala: 10 minuti e due gol sfiorati in attesa di aumentare i minuti già dal derby. La Juve avrà bisogno del suo campioncino, soprattutto in primavera.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Norberto Neto 6: Semi inoperoso. Nessuna parata rilevante.  

Daniele Rugani 7: A suo agio in mezzo nella difesa a tre. Timbra il primo centro in Champions. Migliora di partita in partita, ormai un titolare aggiunto in questa Juve. 

Mehdi Benatia 6: Concentrato, pulito, senza sofferenze. Nulla di impressionante, anche perché l’avversario era modesto, ma solido. 

Patrice Evra 6: Attento dietro, non commette sbavature. Ormai meglio nella difesa a tre che esterno. 

Juan Cuadrado 6,5: Corre come un dannato a destra. Salta spesso l’uomo, crossa, duetta con gli attaccanti. Mezzo voto in meno per un egoismo a volte inconcepibile. 

Mario Lemina 6,5: Entra nell’azione del gol di Higuain, si fa notare con alcune buone accelerazioni. Tecnicamente sbaglia ancora tanto, ma la prestazione è più che sufficiente. 

Claudio Marchisio 6: Ordinato, senza esagerare. Detta il ritmo alla Juventus, allarga il gioco, copre Pjanic. (Dal 73’ Stefano Sturaro s.v.). 

Miralem Pjanic 6: Dietro le punte, inizia ispirato. Poi piano piano si spegne. Nella ripresa poche iniziative da ricordare. Suo il corner del secondo gol. (Dall’80’ Paulo Dybala 6,5: Entra con una voglia spavalda. Calcia tre volte in 10 minuti, cerca palla, vuole ritrovare confidenza. Voto positivo per lo spirito, nonostante il poco minutaggio). 

Kwadwo Asamoah 5,5: Tanti, troppi, cross imprecisi. Le gambe non girano come dovrebbero. Se non è in condizione, risulta poco utile. Da rivedere. 

Gonzalo Higuain 6,5: Un po’ appesantito, a volte poco reattivo, ma poi gli capita un pallone vagante a centro area e lui punisce. Dopo 418 torna al gol, il suo decimo in generale con la maglia della Juve. La Juve ha bisogno che l’argentino sia in forma tra febbraio e marzo. Il fiuto è sempre quello del campione. 

Mario Mandzukic 7: Solito leone. Copre, rincorre, arretra, contrasta. Un ripiegamento dietro l’altro. Un esempio, un idolo della tifoseria, un attaccante che gioca a tutto campo in questo modo non esiste in Europa. (Dall’84’ Hernanes s.v.).



 

lunedì 5 dicembre 2016

Juventus-Atalanta

Juventus-Atalanta 3-1, gol di Alex Sandro, Rugani, Mandzukic e Freuler

La capolista spazza via la rivelazione: segnano Alex Sandro, Rugani e il croato, migliore in campo. Inutile gol di Freuler nel finale

Lontano il mare di Genova e il suono delle sirene rossoblù. Questo è lo Stadium, questa è la Juve, con buona pace di Gasp che viene pure da queste parti. Senza accelerare più del dovuto, con “la velocità di crociera” auspicata da Allegri, i bianconeri hanno ripreso il cammino interrotto a Marassi, spendendo il solito segnale spietato al resto della compagnia. Per l’Atalanta non c’è un destino da Leicester, per la Juventus un cesto pieno di buone notizie in vista di un dicembre di fuoco.  

La scelta saggia della difesa a 4 con Rugani preferito a Benatia ha limitato la nostalgia delle due B, Bonucci e Barzagli. Allegri ha pure regalato un nuovo vestito a Pjanic, trequartista per imbucare la palla giusta al duo maxi Higuain-Mandzukic. Per Gasp la solita beata gioventù, anche se nel 3-4-1-2 ha pesato la squalifica di Gagliardini: ecco Freuler in mezzo accanto a Kessie, pregiato fiore da esibire a mezza Europa. Per spezzare la gara dopo 15 minuti e allontanare i cattivi pensieri è servito uno strappo furioso di Alex Sandro (con omaggio successivo alla Chapecoense) da sommare a una mezza papera di Sportiello. A far partire l’azione, un numero da prestigiatore del Pipita, ancora una volta obbligato dagli eventi a “Dybalizzarsi”. Uno degli enigmi della Juve di questo periodo sta per finire visto il ritorno della Joya, intanto per un’altra serata Gonzalo è dovuto arretrare più del necessario, perdendo un po’ di fosforo in zona gol. La zuccata del 2-0 di Rugani, poi, ha semplificato la pratica burocratica. Tutto su un corner di Pjanic, che dietro le punte si è mosso come mai prima in questa nuova vita torinese: tocchetti dolci e contrasti vinti, nella speranza generale che abbia finalmente trovato il suo posto nel mondo bianconero. 

L’Atalanta ci ha messo corsa e poco altro, penalizzata dai due cazzotti presi immediatamente. Gasp non è mai il tipo da modificare il suo pensiero verticale, ma troppo lo spazio gentilmente concesso a Pjanic. È sembrato tardivo, e neanche particolarmente produttivo, il passaggio al 3-5-2, ma almeno Freuler ha potuto togliere un po’ di ossigeno al bosniaco. La sfuriata atalantina sul finire del primo tempo si è, comunque, infranta su Mandzukic, raro esempio di centravantone totale: ha sgomitato duro, fatto sponde di fino e in difesa si è pure trasformato in stopper, ribattendo due conclusioni prima di Freuler e poi di Gomez. 

Che non ci sia più traccia dei fantasmi liguri lo ha confermato il secondo tempo, fatto di qualche trama pregiata: certi scambi si erano visti pochissimi in questo periodo travagliato in casa Juve. Marchisio non è Hernanes, e non serviva questa notte di inizio di dicembre per averne conferma: un suo tiro al volo dalla distanza al 62’ è stata una delle cose belle della serata. Non la più bella perché in cima alla classifica resta la generosità commovente di Mandzukic: il gol di testa sul 3-0 è stato il premio, meritato quanto i cori ripetuti del suo popolo, anche quando è dovuto uscire per colpa di una tacchettata sotto al ginocchio. Neanche le nuove idee di Gasp, Pesic al posto di Petagna, Grassi per Conti e D’Alessandro per Kurtic, hanno cambiato l’inerzia di un match già scritto: il gol al volo di Freuler solo un bagliore in una serata grigia. Al contrario, Allegri ha potuto gestire il logorìo di Khedira e ha regalato applausi pure a Pjanic: nell’attesa che il Pipita torni alla vecchia abitudine, si può risparmiare qualche big.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 6: Praticamente mai impensierito dall’attacco dell’Atalanta. Nel primo tempo ci pensa Mandzukic ad allontanare gli unici due sussulti della squadra di Gasperini.
Stephan Lichtsteiner 6: Buon contributo in termini di agonismo e corsa e questa non è certo una novità. Difetta, in certi frangenti, in precisione.
Daniele Rugani 7: Sempre più una certezza per Allegri.Il ragazzo non sbanda e quando c’è bisogno di lui si fa sempre trovare pronto. Preciso nelle chiusure difensive e prezioso sui piazzati, trova il suo secondo gol stagionale.
Giorgio Chiellini  6.5: Guida il reparto con autorità. Una sicurezza dietro, limita Petagna con l’aiuto di Rugani. Serata di grande tranquillità.
Alex Sandro 7: Altra grande prova dell’esterno brasiliano. Dopo la brutta prestazione di Genova ritrova smalto e accelerazioni. Si inventa il gol dell’1-0 con uno scatto che brucia Conti e con un sinistro carico d’effetto che beffa Sportiello. Certezza. 
Sami Khedira 6: Il meno positivo della cerniera di centrocampo bianconera. Non commette errori ma non riesce a salire di tono. Pochi inserimenti e pochi guizzi. (60’ Mario Lemina 6: Buon impatto sulla gara. Coglie un palo clamoroso).
Claudio Marchisio 6.5: Non ruba l’occhio questa sera ma la sua importanza nei meccanismi della squadra di Allegri è sotto gli occhi di tutti. Con lui in campo la squadra si esprime meglio. Sicurezza e fosforo al servizio dei compagni.
Stefano Sturaro 6.5: Buona gara del centrocampista bianconero. Generoso e caparbio vince la maggior parte dei contrasti. Dopo il brutto ingresso di Genova, rialza la testa.
Miralem Pjanic 7: Il bosniaco illumina la gara nel primo tempo, con tocchi sapienti e intuizioni geniali. Che Allegri abbia finalmente trovato la posizione giusta per lui? Staremo a vedere, di certo oggi uno dei migliori in campo, con due assist da fermo all’attivo. (77’ Patrice Evra S.V.)
Gonzalo Higuain 6: Non trova la via del gol e questa è comunque una notizia. Quattro gare consecutive senza segnare in campionato sono tante per uno come lui. La sua prestazione è comunque sufficiente e caparbia. Spuntato. 
Mario Mandzukic 7.5: Uomo ovunque. Segna, sgomita, lotta, apre varchi, recupera un’infinità di palloni. Generosità e peso specifico al servizio della squadra. Giocatore fondamentale negli equilibri della squadra di Allegri. Determinante. (75’ Juan Cuadrado 6: Serpentine e guizzi ma anche la dormita in occasione del gol di Freuler) .

 


lunedì 28 novembre 2016

Genia-Juventus

Genoa-Juventus 3-1, Simeone doppietta, bianconeri irriconoscibili

Primo tempo orribile della squadra di Allegri, doppietta di Giovanni Simeone e autogol di Alex Sandro. Accorcia Pjanic su punizione. Ci sono anche gli infortuni di Bonucci e Dani Alves

Esiste ancora quella cosa chiamata campionato. Se si può passare al tritacarne la Signora così, ridurla a fette in mezzora appena, allora non tutto è deciso da queste parti. La Juventus va via da Genova con un’umiliazione storica: non mette in dubbio la leadership solida, ma il primo tempo contro il Grifone fa riflettere su cosa accade se si spegne la luce. Non bastasse, i bianconeri rivivono un vecchio incubo, un cognome che torna a risuonare macabro: Simeone. È Giovanni a far ballare Marassi due volte: proprio lui, figlio di Pablo che scucì mezzo scudetto bianconero con la Lazio nel 2000. Dal Cholo al Cholito, nuovo idolo di un Genoa che ritrova la sua magia elettrica nella gara dell’anno. Se sedici anni fa il babbo Simeone portò i biancocelesti secondi a tre della Juve, stavolta il figliolo aiuta Milan (e forse la Roma) ad avvicinarsi a 4. Allegri spera solo che il film abbia un finale diverso. 

A inizio gara Max spiazza tutti e non solo perché l’atteso messia si siede in panchina: Higuain non viene rischiato, ma stupisce il leggerissimo sbilanciamento a destra. Tutti i laterali in rosa in campo per la prima volta dall’inizio: Lichtsteiner è l’unico a stare dove dovrebbe, esterno largo del 3-5-2, ma Dani Alves marcatore basso e Cuadrado seconda punta che parte da sinistra sono completamente fuori dai radar. Ma che siano in buona compagnia è chiaro all’alba. Al 3’ una leggerezza di Bonucci regala campo a Rigoni: tiro ribattuto, Buffon mette il vestito da Superman, ma dopo tre volte pure i supereroi capitolano. Il tap-in del Cholito apre la prima crepa, la voragine si allarga dieci minuti dopo quando Lazovic salta un distrattissimo Alex Sandro e mette la palla giusta sulla testa del figlio di Pablo. Poi, prima della mezzora, il disastro è completo: corner di Lazovic, sponda di Burdisso, tocco di Rigoni e Alex Sandro finisce per buttarla dentro nel tentativo disperato di salvare. Una Caporetto mai vista da più di un decennio. Certo, questo Genoa è da lacrime agli occhi per i suoi tifosi: il ritmo è vertiginoso, le fasce arrembanti e Rigoni-Ocampos imprendibili e generosi. La Juve ferita non vince mezzo contrasto: non una cosa abituale. 

A complicare le cose, la coscia sinistra di Bonucci, che obbliga Allegri nel primo tempo a spendere un cambio prematuro (dentro Rugani) e un rigore non dato su Mandzukic. In fondo, però, resta l’incapacità bianconera di uscire dall’apnea. E Allegri mette troppo tempo per rimettere ordine al caos iniziale: Dani al livello dei centrocampisti e Pjanic dietro le due punte in un abbozzo di 4-3-1-2 aiutano la squadra pallida a ritrovare un po’ di colorito. Ma non abbastanza per svegliarsi dall’incubo. Solo dopo un quarto d’ora del secondo tempo, entra anche il Pipita al posto di Licht per provare a salvare la truppa dal naufragio: la Juve gioca con un po’ più di ordine, si espone al contropiede ma la notte è troppo fonda. Visto che anche Alves si fa male e e i cambi sono finiti, ai bianconeri in 10 servirebbe un miracolo. O un colpo di genio: quello di Pjanic su punizione arriva troppo tardi, all’82’. In fondo, ciò che servirebbe si chiama semplicemente Juventus: per la gioia di chi insegue per una volta non si è mossa da Vinovo.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 6,5: Una certezza, anche in giornata come queste. Prima di fargli un gol gli devono tirare 3 volte (l’1-0 di Simeone) e nella ripresa salva ancora un Cholito per evitare l’umiliazione del 4-0.
Dani Alves 4,5: Malissimo. Allegri lo prova nella difesa a 3, poi lo risposta alto, poi lo mette interno di centrocampo. Gli manca solo di provare prima punta e portiere, e poi le ha più o meno girate tutti. La verità però è che Dani Alves fatica a difendere – come sempre fatto del resto in carriera – e al momento non è per nulla brillante dal punto di vista fisico. Se poi Allegri fa confusione, non può venirne fuori nulla di buono.
Leonardo Bonucci 4,5: E’ il simbolo della Juve, nel bene e nel male. A Siviglia aveva levato le castagne dal fuoco, oggi a Genova è l’immagine perfetta di una Juve con evidenti problemi dal punto di vista fisico – l’ennesimo infortunio muscolare della squadra – e senza testa: il tacco che mette in porta Rigoni per il primo gol di Simeone l’esempio di una superficialità complessiva nella valutazione del momento. Dal 34’ Daniele Rugani 6: Entra che la frittata è già fatta. Gioca un match onesto in una ripresa decisamente meno traumatica. 
Medhi Benatia 4,5: Buchi – il 2-0 di Simeone –, letture sbagliate e impostazioni regalate agli avversari. Nella giornataccia della Juve protagonista in negativo è anche il marocchino.
Stephan Lichtsteiner 5: Male anche lui. Il periodo d’esilio in panca non ha fatto bene allo svizzero che in questa stagione non ha mai trovato né continuità né attenzione né passo. E quando lo ributtano dentro non fa nulla per far cambiare idea. Dal 53’ Gonzalo Higuain 6: Entra con la voglia di spaccare tutto e di prendersi sulle spalle la Juve, ma si accorge presto che oggi non è cosa.
Sami Khedira 5: Anonimato più totale. Il Genoa è dominante in mezzo al campo e Khedira è preso dentro in ogni dove, sottolineando anche come la Juventus manchi totalmente dal punto di vista fisico. Dal 71’ Stefano Sturaro 6: Entra per rincorrete tutti e dare qualche calcione nel finale. Un segnale più che alto… 
Hernanes 5: Lento. Lento, lento e ancora lento. E nel Genoa che oggi volava, appare ancor di più come un’immagine in slow-motion.
Miralem Pjanic 6: Si salva per due ragioni: nei suoi limiti fisici è comunque l’unico a provare a inventare qualcosa, a svariare, a cercare una posizione e una giocata. E poi, naturalmente, calcia da fermo come nessuno in Serie A. Lo ribadiamo anche a questo giro: in una squadra con degli automatismi funzionerebbe alla grande. La Juve però oggi non ne aveva.
Alex Sandro 5: Oggi male anche lui, una delle poche certezze. In fase difensiva è infatti spesso ridicolizzato da un Lazovis scatenato.
Juan Cuadrado 5,5: Vale un po’ il concetto di Dani Alves. La confusione di Allegri si rispecchia nell’immagine di un Cuadrado a cui chiedono 36 ruoli: seconda punta, poi esterno, poi a tratti mezz’ala, poi di nuovo esterno. E via così, senza capirci niente.
Mario Mandzukic 5,5: La lotta c’è, le spallate e le botte pure… ma anche un paio di occasioni mangiate nel secondo tempo. Di cui una abbastanza clamorosa a tempo scaduto. Che non avrebbe cambiato nulla, ma che è sintomo della giornata no anche del bomber croato.


 

mercoledì 23 novembre 2016

Siviglia-Juventus

Champions, Siviglia-Juve 1-3: gol di Pareja, Marchisio, Bonucci e Mandzukic

Il rigore di Marchisio dopo il rosso a Vazquez, Bonucci e Mandzukic ribaltano la rete di Pareja: Juve già qualificata

Curioso il destino della Juve. I bianconeri stanno già indirizzando il campionato a novembre. E in Champions, prima dell'impresa di stasera a Siviglia, non avevano mai sbracato. Pur senza incantare. Eppure in molti storcevano il naso davanti al cammino dei bianconeri. Ora il 3-1 di Siviglia può accendere definitivamente la stagione: Allegri va agli ottavi, specialità della casa, con un turno di anticipo. E basterà battere la Dinamo Zagabria, non esattamente il Barcellona di Pep, per chiudere primi nel girone H.
E' un successo di grande spessore quello della Juve. Da grande squadra. Conquistato più di sciabola che di fioretto. I bianconeri vanno sotto in avvio di partita, e in una ripresa giocata con l'uomo in più (rosso a Vazquez al 36') ribaltano il risultato con Bonucci, uomo da gol pesantissimi. E pazienza se la qualità mostrata, al netto delle assenze, non è proprio quella che dovrebbe esibire una squadra con simili valori. Resta l'impresa. Su un campo tra i più difficili della competizione.
Parte male la gara della Juve, che presenta un 4-3-3 con Sandro e Cuadrado a sostegno di Mandzukic. Pareja, difensore che non segnava da quasi 2 anni (3 gennaio 2015), pesca il jolly sotto forma di destro al volo dal limite. Buffon non può arrivarci. La Juve fatica, sente la botta. Mandzukic è rifornito poco e male, lui ci mette del suo sbagliando un pari non impossibile. La partita è molto diversa da quella di un anno fa, quando Morata e Dybala sprecarono l'inverosimile. Gli andalusi difendono alla grande, non è un caso che non abbiano mai preso gol in Europa.
Una mano alla Juve la dà Vazquez, guadagnandosi un secondo giallo tanto evidente quanto inutile e sciocco. Partita ancora più chiara: Siviglia dietro e Juve che fatica a esprimere gioco contro una squadra che su 180' con la Juve ne ha esibiti 160' di catenaccio. Ma il Siviglia è in vena di regali: Mercado trattiene Bonucci in area, Clattenburg decide per il rigore, scelta che fa imbizzarrire gli spagnoli ma che ci sta, regolamento alla mano. Anche se non tutti i contatti di questa entità in area vengono sanzionati.
Per il Siviglia l'1-1 vuol dire primo posto: Sampaoli, tarantolato fino a meritarsi l'espulsione, organizza due linee strettissime nel 4-4-1. Rico non para mai, perché i suoi difensori non danno mai spazi. Pjanic sbaglia troppi palloni per i piedi che ha, Alex Sandro e Cuadrado faticano a rendere scintillanti prestazioni comunque positive. Il Siviglia però cala fisicamente e chiude troppo schiacciato, punito dal sinistro di Bonucci. L'uomo dalla personalità da dichiarare alla dogana da quanto è immensa. E'impresa, nobilitata dal bel 3-1 di Mandzukic (quarto gol stagionale, primo in Champions) nel recupero dopo qualche mischia di troppo. 
 
E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:
Gianluigi Buffon 6: Inizialmente sul gol aveva dato la sensazione di poter fare qualcosa in più, ma dal replay si vede come il tiro sia davvero sbucato dal nulla. Incolpevole.
Dani Alves 5,5: Spinge poco perché evidentemente le direttive son quelle. Così, però, è un giocatore che prende ancor meno senso.
Leonardo Bonucci 7: E’ l’uomo copertina, la presenza, il giocatore che leva ancora una volta le castagne dal fuoco. Un pezzo unico perché difensori così, in giro per l’Europa, non ce ne sono. Il suo gol vale qualificazione e con ogni probabilità primo posto nel girone. Più uomo partita di così, non si può. 
Daniele Rugani 6,5: Buonissima prestazione a fianco di Bonucci, specie nel primo tempo quando la Juve è sotto e in 11 contro 11 è tutt’altro che brillante. In crescita.
Patrice Evra 6: Esattamente come Alves ha stasera evidentemente dei compiti di minor impatto dal punto di vista offensivo. Non brilla quindi, ma dal suo lato né Mariano Ferrerira né Iborra creano problemi. Dal 74’ Stefano Sturaro 6: Un quarto d’ora senza incidere ma nemmeno senza far danni. Scolastico.
Sami Khedira 5,5: Lento. In mezzo al campo è sempre controllato da uno N’Zonzi che domina fisicamente – e non solo – su tutto il centrocampo bianconero.
Claudio Marchisio 5,5: Che sofferenza per Marchisio, ancora lontano dalla miglior forma e che contro un Siviglia super dinamico e super preparato dal punto di vista tattico non gli lascia grande spazio per la manovra. 
Miralem Pjanic 4,5: Questo è un giocatore che in una squadra che non si muove – come è la Juventus di Allegri in questa stagione – non ha alcun senso di esistere. Così non è esaltato nelle sue caratteristiche, ma è anzi un peso all’interno di un reparto dove dal punto di vista fisico non può certo creare cose dal nulla come faceva Pogba. O la Juventus si mette a giocare a calcio con dei precisi movimenti senza palla, o Pjanic continuerà con questo tipo di prestazioni. Che sia più colpa sua o dell'allenatore, poi, a voi giudicarlo. Dall’84’ Moise Kean: S.V.
Juan Cuadrado 6,5: L’unica nota positiva della Juventus insieme all’opposto Alex Sandro e a Bonucci. Lotta e ci prova anche stasera, dove nel primo tempo è sul serio l’unico a salvarsi. Il rischio è però che gli avversari hanno iniziato a capire che i pericoli della Juventus nascono tutti da qui. Dall’86’ Giorgio Chiellini: S.V.
Mario Mandzukic 5,5: Non può certo salvarlo un gol inutile mezzo secondo prima del triplice fischio. Mandzukic gioca una partita ampiamente insufficiente, tenendo su poco la palla e non facendo quasi mai alcun tipo di movimento. Il mezzo voto in più solo per aver timbrato il cartellino. 
Alex Sandro 6,5: Senza il gol di Bonucci sarebbe stato probabilmente lui il migliore in campo della Juventus. Spinta, dinamismo, voglia di creare superiorità numerica in una squadra senza idee. Certezza. 

domenica 20 novembre 2016

Juventus-Pescara

Juventus-Pescara 3-0, Khedira apre, Hernanes chiude. Juve a +7 sulla Roma

In gol anche Mandzukic, nel finale entra anche Kean, nato nel 2000. Quarta vittoria di fila in campionato, ora il Siviglia

Tutto facile, tutto come previsto. La Juventus fa tre gol al Pescara e conferma che per continuare a primeggiare in Serie A non serve lo spettacolo. Basta saperla mettere dentro al momento giusto: stavolta ci sono riusciti Khedira, Mandzukic e persino Hernanes, non Higuain che dopo le critiche argentine in Italia è rimasto al...palo. Il Pescara è avversario tenero, quello giusto per l'esordio di Kean, classe 2000, primo giocatore del nuovo millennio a esordire in Serie A.

Juve con tanti cerotti (Dybala, Barzagli e Pjaca lungodegenti, Pjanic e Benatia tornati acciaccati dalle nazionali, Marchisio e Chiellini convalescenti in panchina) e coppia d'attacco obbligata, Mandzukic e Higuain, Pescara ancora alla ricerca dei primi tre punti sul campo del campionato (unica vittoria, quella a tavolino con il Sassuolo). Allegri non modifica il 3-5-2, dà un turno di riposo a Buffon e lancia Asamoah dal primo minuto, con Hernanes in regia; Oddo si sistema a specchio con tre marcatori e Caprari e Pettinari davanti. Primo tempo bruttino e con poche emozioni, a parte un colpo di testa di Higuain e un tiro di Hernanes. Dopo nemmeno mezzora i sintomi di un attacco influenzale costringono Lichtsteiner a lasciare il posto a Cuadrado, il colombiano si posiziona a destra e da quella parte nasce il vantaggio bianconero: palla a Khedira che scambia con Mandzukic (bello il colpo di tacco di risposta del croato) e rete del tedesco. Il Pescara può recriminare per un'occasione sprecata da Caprari, che scappa via a Rugani ma non centra la porta. 

A inizio ripresa Higuain cerca subito il raddoppio con un gran tiro che si stampa sul palo. La Juve non è ancora brillante però sembra più viva rispetto all'inizio. I ritmi sono bassi e il Pescara gioca con 8 uomini dietro alla linea della palla: difficile riuscire a impensierire i bianconeri così. E anche difficile resistere: dopo meno di 20 minuti Khedira (ancora lui) confeziona un assist di testa per Mandzukic, che firma il 2-0. Oddo manda in campo l'ex (molto amato) Pepe, regalandogli l'applauso dello Stadium quando la partita è già su un binario morto. La chiude definitivamente Hernanes, che con un destro da fuori sorprende Bizzarri e poi festeggia con una capriola. Con il risultato in cassaforte, Allegri regala a Kean, giovanotto originario della Costa d'Avorio ma nato a Vercelli, di entrare nella storia: una decina di minuti scarsi che difficilmente dimenticherà, visto che è la prima in assoluto che gioca con i grandi. Nel finale sussulto d'orgoglio del Pescara, con Evra che salva sulla linea. Da domani testa al Siviglia e alla Champions.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Norberto Neto 6: Impegnato solamente da una conclusione dalla distanza di Memushaj, la blocca in due tempi. La sua serata termina praticamente qui.
Daniele Rugani 6.5: Ottima gara del giovane difensore bianconero. Non sbanda praticamente mai e mette delle pezze a qualche disattenzione dei compagni.
Leonardo Bonucci 6: Ordinaria amministrazione per il centrale della Nazionale. Nella prima frazione si addormenta, lasciando scoperta la sua zona di competenza sul lancio di Campagnaro che imbecca Caprari ma da quel momento in poi non rischia più nulla.
Patrice Evra 6: Esperienza e carisma al servizio della squadra. Navigato, non concede guizzi ma tanta concretezza. 
Stephan Lichtsteiner 6: Costretto ad uscire nel primo tempo per un problema allo stomaco. Sufficiente. (dal 25’ Juan Cuadrado 6: Meno impattante del solito. Il suo contributo in fascia è comunque importante.)
Sami Khedira 7: Un gran bel gol, intelligenza calcistica finissima messa al servizio della squadra e un assist per Mandzukic. Dopo un breve periodo di appannamento fisico sembra tornato quello di inizio stagione. (dal 71’ Stefano Sturaro 6: Impegna Bizzarri con una bella conclusione. Vivo)
Hernanes 6.5: Il Profeta gioca una gara ordinata, sprecando pochi palloni e togliendosi lo sfizio della gioia personale, un destro chirurgico da fuori area che beffa Bizzarri. Si dimostra ancora una volta una preziosa alternativa.
Kwadwo Asamoah 6: Lotta, sgomita, corre e crossa. Solito dinamismo al servizio dei compagni. Buone le sovrapposizioni con Alex Sandro ed Evra. 
Alex Sandro 7: Sulla fascia sinistra è davvero imprendibile. Sgroppate, accelerazioni, tocchi di fino con la suola, diagonali difensive. In questo momento è sicuramente uno degli esterni bassi più completi del panorama mondiale. Soldi spesi bene.
Gonzalo Higuain 6: Si muove molto, cerca di creare spazi per sé e per i compagni, coglie un palo e sfiora il gol in due occasioni. La sensazione è che segnare gli servirebbe, per mettersi definitivamente alle spalle un momento non felicissimo.
Mario Mandzukic 7: L’ariete bianconero non si risparmia mai, è decisivo nell’azione del vantaggio bianconero e chiude di fatto il match nella ripresa. Giocatore di fondamentale importanza negli equilibri bianconeri (84’ Moise Kean S.V.).


 

lunedì 7 novembre 2016

Chievo-Juventus

Chievo-Juventus 1-2. Apre Mandzukic, pareggia Pellissier, chiude Pjanic

Tutti i gol nella ripresa, dopo un primo tempo in cui i bianconeri hanno comunque prodotto di più. Serio infortunio per Barzagli, che esce in barella dopo 2 minuti per un guai alla spalla sinistra (al suo posto Bonucci)

Per arrivare primi in campionato bisogna saper soffrire e vincere anche le partire complicate. Massimiliano Allegri l'aveva detto alla vigilia della partita con il Chievo ed è stato accontentato: 2-1 a Verona, con reti tutte nella ripresa dopo un primo tempo bruttino. I bianconeri sprecano più di quanto realizzano (vedi le occasioni buttate nel finale) ma dopo un mese duro e con la sosta alle porte va bene così. Il Chievo si difende con dignità e tenacia e s'arrende solo di fronte all'invenzione di Pjanic: è a questo che servono i giocatori di talento, a risolvere le gare complicate.  

Allegri sorprende con un 4-3-3 e diversi cambi a centrocampo: fuori Khedira e Marchisio (influenzato), dentro Hernanes e Sturaro, in attacco tridente con Cuadrado a destra, Higuain centrale e Mandzukic nell'insolito ruolo di esterno sinistro. In difesa Bonucci parte dalla panchina ma dopo 5 minuti è costretto a sostituire Barzagli, uscito in barella (lussazione della spalla sinistra). Dall'altra parte Maran stupisce con un 5-3-1-1: Gobbi fa il marcatore con Dainelli e Spolli, Birsa alle spalle dell'unica punta Floro Flores (Inglese in panchina). L'obiettivo dell'allenatore gialloblù è cercare di arginare il doppio centravanti con i tre centrali. Mossa che riesce per tutto il primo tempo, quando alla Juventus capitano pochissime occasioni. La migliore è sul finire dei primi 45 minuti, quando Alex Sandro da sinistra pennella per Hoguain, ma Sorrentino anticipa tutti. Anche se il Bentegodi è uno stadio portafortuna per il Pipita (qui fece il primo gol italiano), stavolta la partita la sblocca Mandzukic (8'), che riceve un gran pallone da Cuadrado e poi va a esultare sotto i suoi tifosi. 

Maran torna a quattro dietro e si gioca la carta Pellissier e la musica cambia: in quattro minuti l'attaccante costringe al miracolo Buffon (un tiro rimpallato dell'aostano diventa un assist per Castro e Gigi deve superarsi per evitare il gol), si procura un rigore (fallo di Lichtsteiner) e lo segna. Così Pellissier può festeggiare in un colpo solo le 400 presenze in A (per Buffon sono 600) e la prima rete stagionale (in totale sono 99 in Serie A). Da una P all'altra: la Juve reagisce con Pjanic, che alla mezzora trova il primo gol su punizione con la maglia bianconera. Nel finale Allegri toglie Higuain e la Juve so divora per due volte il 3-1: prima con Sturaro (brutto tiro dopo un pasticcio di Dainelli) e Cuadrado, che fa tutto bene ma poi non vede la porta.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 6.5: Miracoloso sul tentativo a botta sicura di Castro, viene spiazzato dal rigore di Pellissier. La sua gara finisce qui.
Stephan Lichtsteiner 5.5: Nella ripresa va in confusione: suo l’errore che dà il via all’azione che porta alla grande occasione di Castro e suo l’intervento ai danni di Pellissier che regala il rigore al Chievo. (dal 84’ Dani Alves S.V.).
Andrea Barzagli S.V.: Sfortunatissimo, deve lasciare il posto a Bonucci per un brutto infortunio alla spalla a inizio gara. Un grande in bocca al lupo! (dal 5’ Leonardo Bonucci 6: Gara condotta con la consueta eleganza e la consueta sicurezza. Rischia poco.)
Mehdi Benatia 7: Il migliore del reparto arretrato bianconero. Attento e sicuro in ogni intervento. Non è di certo una seconda linea.
Alex Sandro 6.5: Quando parte sulla fascia i pericoli sono garantiti. Costruisce un’occasione da gol per Mandzukic e una per Higuain. Conferma.
Miralem Pjanic 6.5: Regala tre punti fondamentali alla Juve con una punizione magistrale, una prodezza balistica assolutamente nel suo repertorio. Fino a quel momento non aveva brillato ma con quel destro…
Hernanes 6.5: Guida il centrocampo con intelligenza, senza avventurarsi in voli pindarici. Compassato e non certo esaltante ma nel complesso assolutamente promosso.
Stefano Sturaro 6: Lotta, non si tira mai indietro ma commette errori banali in fase di palleggio. Prezioso ma rivedibile.
Juan Cuadrado 7: Questa volta esce alla distanza ma nel secondo tempo diventa assolutamente imprendibile. Propizia il primo gol e regala una cavalcata straordinaria a fine gara, vanificata da un errore clamoroso sotto porta. Imprescindibile per la squadra, soprattutto in questo momento.
Gonzalo Higuain 5.5: Non riesce ad incidere. Si sacrifica, crea varchi per sé e i compagni ma non trova il guizzo giusto. Un pochino stanco(dal 79’ Patrice Evra S.V.).
Mario Mandzukic 7: Lotta, aggredisce gli spazi, si sacrifica in fase di ripiegamento. Oggi è lui l’uomo in più dei bianconeri. Se solo fosse più freddo sotto porta…

 

giovedì 3 novembre 2016

Juventus-Lione

Champions, Juve-Lione 1-1. Higuain sblocca su rigore, pari di Tolisso

Il Pipita apre dal dischetto al 13', la squadra di Allegri prova a controllare il vantaggio ma soffre nella ripresa. E all'85' la mezzala francese trova il pareggio. Qualificazione rinviata

Una dormita e svanisce tutto. Non è un sonno che cancella la stanchezza, ma gli sforzi. Non è un riposo pieno di sogni, ma che ripropone qualche spettro: quello per esempio del secondo posto nel girone (ancora da conquistare, peraltro), con i suoi annessi di avversari enormi negli ottavi. Il sonnellino che colpisce la Juve arriva al minuto 84, su una punizione di Ghezzal: Tolisso stacca in area piccola fra due compagni, mentre la linea juventina sbaglia il fuorigioco. Uno a uno, Lione ancora in corsa, seppur a -4. Ma soprattutto svanisce in un colpo la qualificazione con due turni di anticipo, la difesa imbattuta, la sicurezza di aver trovato qualche soluzione in più. Perde importanza il 100° gol italiano di Higuain, se ne va il Siviglia (10 punti), ci si preoccupa per l’infortunio di Bonucci. 

Partita contraddittoria, quella bianconera, con alcuni segnali positivi nel primo tempo, e poi un calo improvviso e visibile nella ripresa, chiusa con una fuga di Lacazette che avrebbe potuto fare anche danni maggiori. Allegri prima gongola: ha ritrovato il "regista" Marchisio, ha trovato una valida alternativa per il centrocampo in Sturaro, ha varato in Europa la difesa a 4, continuando a non prendere gol. Poi vede i suoi perdere il pallino del gioco e metri di terreno e prova a correre ai ripari: fuori Pjanic, ancora giù, pure da trequartista (sarà una questione di posizione, poi?), ritorno al 3-5-2, dentro le frecce Alex Sandro e Cuadrado. Ma la Juve non c’è più.

I francesi si erano presentati per primi al tiro, con Rybus (resterà l’unica parata di Buffon) e confermano di avere ottime individualità davanti, con Ghezzal che fa impazzire Evra. Dietro, però, soffrono: Diakhaby al 12’ atterra goffamente Sturaro in area, servito da Higuain, mandando proprio Gonzalo alla prova del dischetto (non una specialità): portiere spiazzato. Dopo l’1-0 la Juve ha le occasioni migliori, con un palo scheggiato da Marchisio e due occasioni sfruttate male dal numero 9 e da Mandzukic (nella ripresa). Poi piano piano Lacazette e compagni prendono fiducia, serve una chiusura delle sue di Barzagli per evitare il pari a metà ripresa, le corse in pressing di Mandzukic si fanno meno frequenti e efficaci, dietro si balla, a tre o a quattro.

Due anni fa Allegri passò dalla difesa a tre al modulo a quattro nella quarta partita del girone, con l’Olympiacos. Allora la situazione era molto più in salita di oggi, ma la Juve poi arrivò in finale. Stasera per la quarta di Champions fa la stessa cosa (4-3-1-2). La mossa ha l’effetto di aggiungere un uomo in mezzo a centrocampo: il reparto risulta così più compatto e attivo, anche perché Marchisio dà altri giri rispetto ad Hernanes, e perché l’aggiunta è Sturaro, che interpreta il match con la solita "garra", caratteristica non sempre presente nei compagni di reparto. L’idea sarebbe anche quella di liberare Pjanic e quindi vederlo al suo meglio: in realtà il bosniaco fatica ancora a farsi trovare. Un problema da risolvere, per il futuro, così come la tenuta atletica e psicologica. La qualificazione resta a un passo, il primo posto un po’ più lontano. Così come le certezze sulla squadra.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 6: Reattivo subito su Rybus. Poi non ha troppo lavoro da fare. Resta qualche perplessità sull’uscita in occasione del gol di Tolisso. Poteva fare meglio?
Dani Alves 5,5: Si distrae subito e per poco Rybus non buca Buffon. Poi prende le misure e inizia a macinare discese offensive. Il problema è che sbaglia ancora troppo per eccesso di zelo (13 possessi persi).
Andrea Barzagli 6,5: Uomo ovunque. Si immola, salta, chiude, riparte e nel finale imposta. Gli perdoniamo anche l’errore nel recupero, perché poi si fa 30 metri con Lacazette e gli sporca il tiro in corner. Senza di lui la Juventus avrebbe rischiato grosso stasera. (Tolisso nel gol non lo perde lui, perché parte da dietro).
Leonardo Bonucci 6,5: Dietro accorto e deciso. Un lancio sublime nel secondo tempo, diverse chiusure aeree. Positivo e sostituito solo per un problema muscolare. (Dal 68’ Medhi Benatia 6: Entra per difendere e ha subito tanto lavoro. Incolpevole sul gol).
Patrice Evra 5,5: Ghezzal,che va a velocità doppia rispetto a lui, spesso lo punta. Lui se la cava, faticando però nelle letture sui cambi di gioco. Qualche errore di troppo nei passaggi (21 palloni persi).
Sami Khedira 5: No, non ci siamo. Sbaglia in impostazione, sbaglia in appoggio, non si inserisce con i tempi giusti. Nella ripresa arranca, quasi sfiancato. Ok la poca abitudine a giocare così tante gare ravvicinate, ma se non è in condizione non va fatto giocare.
Claudio Marchisio 6,5: Nel primo tempo è splendido, sfiora il gol con un destro violento da fuori. E infatti finchè dura lui, la Juventus gestisce bene il match. Come cala, si spegne la luce. Urge recuperarlo totalmente, urge per Allegri sperare che presto abbia una condizione accettabile almeno per 70/80 minuti e non per un tempo come oggi.
Stefano Sturaro 5,5: Si procura il rigore del vantaggio, ok. Poi le qualità tecniche lo tradiscono: perde nove palloni e ne recupera solo due. Da un suo errore nasce una ripartenza pericolosissima del Lione nella ripresa. Non al top.
Miralem Pjanic 5,5: Il 4-3-1-2 dovrebbe essere disegnato per esaltarne le doti. In realtà fatica a trovare spazi e idee. Una buona sponda per Mandzukic, poco altro. Non siamo ancora ai livelli cui aveva abituato tutti nelle stagioni alla Roma. (Dal 68’ Alex Sandro 5,5: Impatto ottimo nel match, ma è lui a tenere in gioco Tolisso in occasione del gol. Errore grave).
Gonzalo Higuain 6: Volenteroso, a tutto campo, quasi come Dybala. Innesca l’azione del rigore, trasforma dal dischetto. Poi, forse appannato per il tanto lavoro, si divora il raddoppio. Uno sbaglio che alla fine pesa. Nella ripresa cala, ma l’abnegazione nel giocare con Mandzukic è lodevole. (Dal 82’ Juan Cuadrado s.v.).
Mario Mandzukic 6,5: Solito leader. Solito combattente. Pressa, manda in porta Higuain, si avventa su ogni pallone, salta a difendere nei corner avversari. Generosità lodevole, imprecisione nell’occasione buona.

 

 

lunedì 31 ottobre 2016

Juventus-Napoli

Juventus-Napoli 2-1: Higuain decide ma non esulta. Bonucci e Callejon in gol

Il Pipita risolve dopo il botta e risposta tra il difensore e lo spagnolo: Allegri vola a +7 su Sarri e a +5 sulla Roma, in campo domani a Empoli

Una coltellata al cuore dei napoletani. Inferta quando la ferita dell’addio era ancora grondante di sangue. Il gol decisivo di Gonzalo Higuain, che sigilla il 2-1 con cui la Juve batte il Napoli, spalanca al Pipita le porte del pianeta Juve. Il centravanti che secondo i suoi detrattori non segna mai quando conta, manda a referto il più pesante degli 8 gol fin qui segnati in bianconero. Con cui Allegri si mette in tasca la prima vittoria stagionale in uno scontro diretto. La stoccata del più atteso, stasera nella rinomata versione “una palla pulita un gol”, chiude una partita molto equilibrata. Piuttosto bloccata, con poche occasioni. In cui il Napoli si fa leggermente preferire sul piano della manovra, ma in cui la Juve mostra l’efficacia della grande squadra. Capace di vincere anche quando non indossa l’abito migliore di un armadio che resta da principessa.

Il primo tempo, che fa annotare un destro centrale di Allan parato da Buffon e Reina che non va oltre l’ordinaria amministrazione, va in archivio col più incontestabile degli 0-0. La Juve fa una fatica immane a portare la palla sulla trequarti del Napoli. Manca Dybala e soprattutto Hernanes non è mai regista illuminante. Anzi, lo Stadium trema in occasione di tre palle perse da brividi. Il Pipita e Mandzukic restano senza benzina nel motore, tranne quando Khedira pesca il corridoio per Higuain, chiuso da un recupero di Chiriches che è la miglior cosa vista in 47’, insieme a un cross col destro di Alex Sandro che è prelibatezza assoluta. Il Napoli è bravissimo a soffocare la Juve coi tre davanti e i centrocampisti, anche se non riesce a creare pericoli. Diawara, a cui un mediocre Pjanic butta più di un occhio, mostra bella personalità. Ma con gli esterni che non saltano mai l’uomo e un centravanti in grado di giocare spalle alla porta, la Juve non trema mai. 

 In chiusura di primo tempo arriva l’ennesimo infortunio muscolare per Chiellini. Allegri decide di giocare subito la carta Cuadrado. Non si può più aspettare per variare uno spartito a una sola nota. Ma Juve-Napoli si accende su un episodio in avvio di ripresa, nella fattispecie un’oscena svirgolata di Ghoulam, che invece di spazzare mette in porta Bonucci. Il difensore ringrazia e di sinistro fulmina Reina. Il Napoli è bravo a reagire subito e a trovare il meritato pari: Insigne imbecca Callejon, bravo a battere Buffon di destro. Due i principali colpevoli sul fronte Juve: un Hernanes troppo contemplativo sulla giocata di Insigne e un Lichtsteiner allineato male.

 Mancano 35’ alla fine. La Juve riesce ad aggiungere qualità, iniettando nel motore, oltre al solito Sandro e a Cuadrado, un Marchisio che in 28’ dà più brillantezza al gioco di Pjanic ed Hernanes messi assieme in tutta la partita. Prima della Pipita di Higuain, intelligente a seguire la respinta di Ghoulam sull’inserimento di Khedira e a colpire col sinistro dove Reina non può nemmeno provare la parata. Finisce 2-1, nonostante un paio di mischie in area Juve. Il Napoli scivola a meno sette, i bianconeri provano la prima fuga in testa al gruppo. Nonostante la gamba non sia ancora quella del Vincenzo Nibali dei giorni migliori.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 6: Sul gol è un po’ sorpreso, perché non legge bene la traiettoria di Insigne e Callejon colpisce in area piccola. Sicuro nelle prese e nei tiri da fuori del Napoli.

Andrea Barzagli 6,5: Preciso, puntuale, pur con qualche sbavatura in avvio. Consueta prestazione solida.
Leonardo Bonucci 7: Il sinistro al volo con cui sblocca la gara può sembrare facile, ma non lo è affatto. Ancora decisivo, ancora leader, dietro non sbaglia nulla. Lui esulta eccome.
Giorgio Chiellini 6: Bene in partita, raddoppia costantemente su Callejon a sinistra, si fa sentire in tackle e viene ammonito. Poi si fa ancora male: problema al flessore della gamba sinistra. (Dal 39’ Cuadrado 7,5: L’uomo in più della Juventus. Ok, Higuain la decide e merita un voto alto, ma il colombiano è l’unico giocatore di questa Juve che crea superiorità numerica e innesca il potenziale offensivo. Tre occasioni create, tre dribbling riusciti. Più di tutti in campo, pur avendo giocato solo 51 minuti. Indispensabile).
Stephan Lichtsteiner 5,5: Grinta e sostanza. Ma tiene in gioco Callejon in occasione del pareggio campano. Se attaccato, soffre.
Sami Khedira 6: Voto difficile. Sbaglia tanto, anche in appoggio nel primo tempo. Però con l’ingresso di Marchisio,che ne libera gli inserimenti, cresce e la Juve migliora.
Hernanes 5: Perde due o tre palloni sanguinosi in uscita nella prima frazione: la Juve non viene punita e gli va di lusso. Lento e orizzontale. Un paio di giocate apprezzabili, poco altro. Inadeguato come regista. (Dal 76’ Stefano Sturaro 6: Dinamismo finale. Lottatore).
Miralem Pjanic 5: Impalpabile. Ennesima serata incolore. Nessuna verticalizzazione, nessuna idea geniale. Anche i piazzati li calcia malino. Giusto il cambio (Dal 68’ Claudio Marchisio 6,5: Con lui in campo la Juventus è un’altra squadra. Contrasta e offre palloni puliti agli esterni. Libera Khedira da compiti difensivi. Lo Stadium ne applaude ogni passaggio).
Alex Sandro 6: Spinge, crossa, taglia. Viene ammonito e rischia il secondo giallo per un’entrata in ritardo su Reina. Con Lichtsteiner si perde Callejon. Sette la fase offensiva, cinque quella difensiva.
Gonzalo Higuain 7: Nel primo tempo sbaglia un comodo filtrante per Mandzukic e si fa rimontare da Chiriches prima di trovare il pallonetto vincente su Reina. Sembra teso, quasi dispiaciuto nel dover giocare contro il Napoli. Nella ripresa al primo pallone buono sfodere il mancino della vittoria. Non esulta, ma fa esultare i suoi nuovi tifosi.
Mario Mandzukic 6: La voglia e la tenacia dei tempi migliori. Gioca da par suo, con il coltello tra i denti. Punizioni guadagnate e tanto lavoro per la squadra. Questo è il vero Mandzukic.


 

venerdì 28 ottobre 2016

Juventus-Sampdoria

Juve-Sampdoria 4-1: doppio Chiellini, gol di Mandzukic, Schick e Pjanic

Bianconeri sul 2-0 dopo 9' con Mandzukic e Chiellini, nella ripresa segnano Schick, Pjanic e ancora il difensore. Infortunio ad Evra

Tutto è tornato al proprio posto: la certezza di poter dominare e la fiducia che domani si potrà solo migliorare, anche se la Roma è lì a un’incollatura. Insomma, la Juve si è ripresa la dimensione naturale: prova energica e trame discrete in una partita comunque facile. Il 4-1 finale contro una Samp a due facce è luminoso, anche se qualche piccola penombra si vede sempre.
Pareva l’ora di cambiare, di sterzare verso strade ignote, ma di 3-5-2 si continua a vivere (e a vincere). Per questo Allegri, nonostante gli infortuni e l’ammaccatura rimediata a San Siro, ha vestito la Juve del solito abito: allo Stadium la mediana è quella pensata per essere titolare, con in mezzo Marchisio, tornato dopo sei mesi e già sontuoso, tra Khedira e Pjanic. Oltre al doppio centravantone, la novità è il centrale di destra nella difesa a 3. Rugani? Barzagli? Benatia? No, c’è l’uomo che ha galoppato sulla fascia del Barça per anni, un produttore seriale di assist relegato a marcatore basso: Dani Alves ha piedi e cervello fino per occupare il ruolo. Certo, alcuni tocchetti in meno sarebbero graditi: in uno regala la prima occasione alla Samp con tiro di Budimir e miracolo di Neto, per una sera vice-Buffon.
Allegri ha avuto fegato, ma niente in confronto a quello di Giampaolo che ha giocato a sudoku: dal centrocampo in su, 5 cambi su 6 rispetto al derby da favola col Genoa. L’unico sopravvissuto si chiama Barreto, ma a far rumore è l’azzardo nella coppia d’attacco: niente Quagliarella-Muriel, dentro Budimir-Schick. Nel primo tempo la Samp è pallida, timidissima, per l’avvio sprint della Juve con una bella manovra avvolgente. Anzi, i bianconeri tirano dal cassetto un vecchio arnese in disuso da queste parti, il cross: su uno di Cuadrado, oggi in versione super, ecco in avvio la prima rete della stagione di Mandzukic. Poi, subito un’altra zuccata-gol di Chiellini su calcio d’angolo. Importante che il croato si sia sbloccato: servirà parecchio nei tempi duri che stanno arrivando, senza Dybala e Pjaca. In più, per una sera, ha sgravato un opaco Pipita delle faticacce in difesa e ha regalato pure qualche assist a cui non aveva abituato.
Con un 2-0 nello zaino dopo 9 minuti il resto poteva essere accademia e prove generali in vista della doppia sfida allo Stadium contro Napoli e Lione. L’infortunio di Evra al polpaccio sinistro, l’ennesimo di questo periodo disgraziato, è stata la prima notizia brutta che ha complicato la serata nel primo tempo. Poi, nella ripresa, il gol dell’1-2 di Schick, su un brutto pallone perso da Chiellini e una grossolana dormita della difesa, ha messo un po’ di pepe alla gara e di ansia ad Allegri. A quel punto Giampaolo ha pure fiutato l’aria di un insperato ribaltone e ha subito buttato dentro Muriel e Quaglia (applaudito dai suoi ex tifosi). Mossa inutile perché, dopo qualche occasione sbagliata per sufficienza, ecco il 3-1 di Pjanic dopo un’azione flipper. Nel finale il 4-1 di testa di Chiellini a rendere il tutto più rotondo. Gli applausi potenti per il cambio di Marchisio (al suo posto Lemina) e per l’ingresso in campo di Asamoah, però, fanno capire che da queste parti aspettano solo di riabbracciare gli infortunati. Visti i chiari di luna, servirà tempo e pazienza per rivedere la rosa al completo: nell’attesa, la Signora continui a battere le sue care strade.
E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:
Norberto Neto 6: Super parata su Budimir nel primo tempo ma non è preciso sulle uscite alte. Si scontra spesso con i suoi difensori, ovviamente non ha la stessa intesa che ha Bufon con il suo reparto arretrato.  
Dani Aaves 6: Gioca interno destro in una difesa tre e non è facilissimo per lui adattarsi a quel ruolo. Rischia forse troppo in fase difensiva, ma è positivo il suo spirito di squadra.
Leonardo Bonucci 6,5: Preciso come al solito a guidare la difesa, presente anche con qualche ottimo lancio dalle retrovie.
Giorgio Chiellini 7: Torna in campo dall’infortunio e timbra subito il cartellino. Suo l’errore che regala il gol alla Samp, ma è sempre lui a segnare i gol del 2-0 e del 4-1 finale con le sue solite - immarcabili - incursioni sui calci piazzati.
Juan Cuadrado 7: Nel primo tempo è devastante sulla fascia destra dove Regini e Barreto possono fare ben poco su di lui. Nella ripresa Giampaolo gli mette Praet in marcatura, e il colombiano non riesce più ad avere lo stesso ritmo. 
Sami Khedira 6,5: Solita sostanza in mezzo al campo. Nel primo tempo lo si vede dappertutto e cerca anche il gol, lavoro più oscuro nella ripresa.
Miralem Pjanic 7: Imposta, lancia, verticalizza. Il bosniaco è tutto fare contro la Sampdoria, portando a casa anche un assist e un gol. Che bello vederlo giocare quando è in partita e quando viene utilizzato nella sua posizione ideale. (dall’82’ Kwadwo Asamoah s.v.: Ritorna ad un mese di distanza dalla sua ultima gara in campionato, riuscirà ad avere continuità?)
Claudio Marchisio 6,5: Dà tanta tranquillità e geometrie al reparto di mezzo. Non è ancora al top ma con la sua presenza in campo, quella vista, è sicuramente un’altra Juventus. (dal 72’ Mario Lemina s.v.:  Entra quando il match è già incanalato verso la vittoria della Juventus, normale amministrazione). 
Patrice Evra 6: Non è devastante come Cuadrado dall’altra parte, ma si fa comunque vedere in fase offensiva. Dalle sue parti non ci sono pericoli. (dal 40’ Alex Sandro 6,5: Alterna molto bene fase offensiva e difensiva, anche lui si spende molto sulla fascia senza lasciare scoperto l’out di sinistra).
Mario Mandzukic 7: E’ tornato il guerriero, più carico che mai. Al primo tentativo segna il primo gol della stagione ma fa anche tanto altro: il croato cerca sempre l’intesa col compagno d’attacco Higuaín ed è prezioso anche in fase difensiva sulle palle inattive. 
Gonzalo Higuain 5,5: I movimenti sono quelli giusti e l’intesa con Mandzukić sembra buona. Tanti, però, troppi, gli errori sotto porta con l’argentino sicuramente non lucido nell’area avversaria. Forse gli sarebbe servito un turno di riposo, ma Allegri non poteva permetterselo.