Simply 6

sabato 22 dicembre 2018

Torino-Juventus


Serie A, Torino-Juventus 0-1: decisivo ancora Cristiano Ronaldo

Dopo una gara poco brillante dei bianconeri, ci pensa la stella portoghese a togliere le castagne dal fuoco grazie a un penalty guadagnato da Mandzukic

Mette la firma sul primo derby del suo regno bianconero, e non è una rete qualunque: il rigore di Cristiano Ronaldo che decide il derby della Mole(qui il tabellino della gara) è il gol numero 5000 della Juve in Serie A. Nella notte del Grande Torino non si arresta la marcia di questa Juventus: quindicesima vittoria e sedicesimo risultato utile su sedici partite del campionato, bianconeri tornati così momentaneamente a più undici sul Napoli in classifica. Al Toro restano i rimpianti per aver interpretato con la giusta mentalità questa stracittadina, ma poi sprecando tutto con un orribile retropassaggio di Zaza, che grida ancora vendetta, dal quale è nato il fallo da rigore.
Quando il derby sta per iniziare, svanisce subito l’illusione di poter vedere tra i protagonisti Iago Falque: nell’undici c’è Zaza accanto a Belotti, lo spagnolo (in dubbio per tutta la settimana) si è dovuto arrendere al risentimento muscolare alla coscia destra riapparso domenica sera a San Siro dopo l’infortunio di Udine ad inizio campionato. I test del mattino hanno dato esito negativo, e Iago non trova posto nemmeno in panchina. Il Toro è, per il resto, quello atteso alla vigilia: 3-5-2, centrocampo molto compatto, con Baselli e Meité praticamente bloccati, la propulsione di Aina preferita sulla destra all’esperienza di De Silvestri (per lui seconda esclusione consecutiva). La Juve disegnata da Massimiliano Allegri è quella annunciata alla vigilia, distesa con un 4-3-3 molto dinamico, con Ronaldo (partito sulla sinistra) e Dybala (in avvio sulla destra) a scambiarsi spesso le fasce. Tra i pali c’è Perin, De Sciglio e Alex Sandro prendono posto sugli esterni, a centrocampo Pjanic protetto da Matuidi e dal ritorno di Emre Can.
Il primo atto di questo derby della Mole si gioca costantemente sul filo dell’equilibrio: la Juve si fa preferire nel palleggio in avvio, il Toro esce a testa alta nella seconda parte del primo tempo. Juve forse meno autoritaria del solito, il Toro svolge alla perfezione lo spartito consegnatogli da Mazzarri: bello tosto e preciso, attento e pronto a far male nelle ripartenze. E’ la prima stracittadina di Cristiano Ronaldo, e viene quasi naturale che sia sua la prima occasione della serata, quando dopo undici minuti ci prova dal limite la palla muore sui tabelloni. Proprio l’undicesimo è il primo momento che segna un prima e un dopo di questa partita: sugli sviluppi di un calcio d’angolo Sirigu subisce la carica di Emre Can e prende un colpo al fianco sinistro. Il portiere granata stringe i denti, fa in tempo a firmare un miracolo su Ronaldo al quarto d’ora a mano aperta, ma pochi minuti deve arrendersi al dolore. Esce tra gli applausi, mentre Ichazo raccoglie la prima presenza in campionato di questa stagione.
La buona partenza dei bianconeri sbatte contro il muro granata, e dopo i primi venti venticinque minuti la trappola tattica costruita da Mazzarri (con Izzo e Baselli a inseguire ovunque Ronaldo, Djidji a uomo su Dybala, e un centrocampo attentissimo votato al sacrificio) inizia a funzionare. Il Toro prende coraggio, si alza e ha le sue occasioni: quella migliore la confeziona Belotti (al 32’) impegnando Perin di testa, poi Zaza non è rapido quanto basta per colpire sulla ribattuta sottoporta. Zaza ha però voglia e, tre minuti dopo, produce un assolo che se non porta pericoli seri a Perin ha però il merito di infondere entusiasmo ai granata. Nel finale, Ichazo è attento sul colpo di tacco di Chiellini.
Il primo quarto d’ora della ripresa è il miglior momento granata per impeto e aggressività: prima Izzo con un colpo di testa (al 7’) dà l’illusione del gol, poi trenta secondi dopo Chiellini riesce a toccare quanto serve una potenziale occasione di Belotti. Due minuti dopo, il Toro si lamenta con l’arbitro Guida per le maniere forti utilizzate in area da Sandro su Zaza: Mazzarri chiede il rigore dalla panchina, per il direttore di gara non c’è nulla. La Juve però non si scompone, reagisce con Dybala (al 13’, murato da Nkoulou), e passati i primi 15’ inizia ad occupare la metà campo granata. La gara scorre sui binari dell’equilibrio e quando si ha l’impressione che possa essere risolta solo da un episodio, eccolo che arriva e sorride alla Juventus. Al 23’ Zaza combina un pasticcio imperdonabile: il suo retropassaggio all’interno dell’area per Ichazo è troppo corto, il portiere granata esce alla disperata atterrando Manduzkic. Dal dischetto Ronaldo è implacabile (anche se Ichazo intuisce). Il Toro incassa accusa il colpo, tre minuti dopo viene salvato dal guardalinee che pesca Manduzkic in posizione di fuorigioco dopo che aveva battuto Ichazo. Mazzarri si gioca le carte Parigini e Berenguer, ma il derby è ormai andato.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Mattia Perin 6: Bravo a sbrogliare un paio di situazioni sanguinose in area. Non trema in una serata così probante per lui.
Mattia De Sciglio 6,5: Bene sulla destra, piglio autoritario per l’ex Milan.
Giorgio Chiellini 6,5: Al solito una diga... E per poco non si toglie lo sfizio di segnare di tacco.
Leonardo Bonucci 6: Qualche svarione, ma niente che lasci davvero il segno in negativo.
Alex Sandro 6,5: Pur senza strafare disputa una gara diligente e non manca di accompagnare l’azione sulla destra.
Miralem Pjanic 5,5: Non è in un momento di condizione idilliaca e lo dimostra anche questa sera. Un po' sottoritmo, anche se sa rendersi utile soprattutto nello spezzare la manovra avversaria.
Blaise Matuidi 6,5: Motorino inesauribile in mezzo al campo, esemplare per interdizione e senso dell’inserimento. Sfiora a più riprese il gol.
Emre Can 6: Parte maluccio ma cresce alla distanza e nel finale è prezioso.
Paulo Dybala 6: Come sempre gli capita in campionato giostra lontano dalla porta con licenza di creare gioco. Ci riesce, a tratti, con qualche pausa in mezzo.
Cristiano Ronaldo 6,5: Anche in una serata non trascendentale si erge a protagonista con qualche sgroppata sulla sinistra ma soprattutto quando trasforma un rigore pesantissimo. Nota a parte: che bisogno c’era di andare a spintonare il portiere avversario dopo la trasformazione del penalty?
Mario Mandzukic 7: Mario Mandzukic in formato extra lusso per il derby della Mole. Corre per tre, si procura il penalty della vittoria e segnerebbe pure (ma la sua rete è viziata da leggero offside di Ronaldo). Crescita costante nell’arco del match per il gladiatore bianconero. Uomo ovunque.

giovedì 13 dicembre 2018

Young Boys - Juventus


Champions League, Young Boys-Juventus 2-1: bianconeri primi

Nella sesta giornata del girone H di Champions League, i bianconeri escono sconfitti ma passano come primi

La Juve cade su un materasso svizzero. E non c’entra nulla il valore dello Young Boys, che anzi dimostra una volta in più di meritare di giocare la Champions League, non solo per lo straordinario pubblico dello Stade de Suisse. Il 2-1 con cui batte la Juventus va dritto nelle pagine di storia svizzera, anche se l’avventura europea per quest’anno si chiude qui. Ma la sconfitta di Berna, la seconda del girone, non mette mai a rischio il primo posto del gruppo H. Lo United va sotto al Mestalla, incassa il secondo gol in avvio di ripresa e fa dormire i bianconeri tra due guanciali. La Juventus perde una partita strana: crea almeno 6/7 palle gol nitide e dietro concede solo l’ingenuità che provoca il rigore e il contropiede del 2-0. Quello che manca è la continuità nell’esprimere gioco, oltre alla mancata risposta da parte di alcuni singoli, Bernardeschi su tutti, ancora lontano dai suoi standard migliori.
Seoane, allenatore poliglotta, sa benissimo che è la difesa il ventre molle del suo Young Boys. Imposta una partita tutta intensità e pressione, con Fassnacht a disturbare la costruzione della Juve e una squadra che resta sempre corta. La Juve, che dopo 23’ perde anche Cuadrado (ginocchio, dentro Alex Sandro con De Sciglio a destra) fatica a costruire, ma non appena la palla arriva vicina all’area svizzera è pericolosa. CR7 sfiora il gol in 5 occasioni: non è serata tra pali esterni, parate di Wolfli e un po’ di insolita imprecisione nell’ultima stoccata. Il suo girone si chiude così con un solo gol: bottino più basso dal 2007/08 a oggi. E così la copertina, oltre che per un Paulo Dybala entrato alla grande (sinistro dell’1-2 e magnifico bis nel recupero vanificato da un fuorigioco attivo di Ronaldo), è tutta di Ian Hoarau, centravantone in passato allenato da Ancelotti, freddo dal dischetto e magistrale nel beffare Bonucci. La Champions nei gironi è bella anche per storie come la sua.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Wojciech Szczesny 6: A un passo dal parare anche questo rigore. Sul secondo gol non ha colpe.
Juan Cuadrado 6: Parte terzino, inizia pimpante, ma poi prende un colpo al ginocchio e deve abbandonare il campo (Dal 23’ Alex Sandro 5,5: Entra a freddo, commette il fallo da rigore, fatica a riprendersi. Nella ripresa risulta tra i migliori, visto che a sinistra domina. Ma l’errore del primo tempo resta grave) .
Leonardo Bonucci 5: Accompagna Hoarau verso la porta e gli concede il tiro del 2-0. Un po’ troppo morbido rispetto al solito.
Daniele Rugani 6: Se la cava. Tutto sommato dietro è il migliore della Juventus. Pochi fronzoli.
Mattia De Sciglio 5: Abulico, fuori posizione, spesso distratto. Tre passi indietro (Dal 72’ Paulo Dybala 7: Entra e cambia la Juventus. Un gran gol e un'altra perla poi annullata. Tra le linee accende la luce e risveglia l’orgoglio bianconero)
Federico Bernardeschi 5: Parte mezz’ala, si accentra molto, porta palla, ma senza logica. Fuori dagli schemi e anche poco preciso. Insufficiente.
Rodrigo Bentancur 5,5: Insomma. Non trova la giusta posizione e galleggia in mezzo. Anche lui stranamente poco puntuale in alcuni appoggi.
Miralem Pjanic 5: Un po’ sornione, un po’ molle, un po’ fuori forma. Gioca al 50% e si vede. (Dal 65’ Emre Can 6: Dentro, si fa sentire, prova a caricare l’assalto finale).
Douglas Costa 6: Nasce da un suo folle passaggio a tagliare l’area il rigore: Alex Sandro controlla male, ma lui ha le sue colpe. Nella ripresa comanda sulla corsia mancina. Tutte le iniziative migliori sono sue.
Cristiano Ronaldo 4,5: La classica serata storta. Sbaglia tre gol facili nel primo tempo, enormi difficoltà nei controlli, centra un palo con un colpo di testa da due passi. E nel finale è in fuorigioco sulla bordata di Dybala che sarebbe valsa il 2-2. Un mezzo disastro stasera CR7.
Mario Mandzukic 5,5: Gioca spesso spalle alla porta. Sui cross dalle fasce non riesce mai a colpire. Generoso come sempre, ma poco incisivo.



sabato 8 dicembre 2018

Juventus-Inter


Serie A, Juventus-Inter 1-0: il treno bianconero non si ferma. Decide Mandzukic nel secondo tempo

Derby d'Italia molto equilibrato, ma l'ultima parola è sempre dei bianconeri: palo di Gagliardini nel primo tempo, poi Mandzukic è ancora decisivo. La squadra di Allegri sembra non avere più rivali in Italia

Questo treno non fa fermate, nemmeno nelle stazioni più attese. Da agosto, lungo i binari d’Italia, si segnala un unico rallentamento, peraltro piuttosto casuale (un’incomprensione fra macchinista e capotreno). Per il resto, si macina, si corre, si coprono distanze record (43 punti in 15 gare, primato storico eguagliato nei top5 d’Europa). I vagoni bianconeri se non travolgono, superano gli ostacoli, anche quelli che provano a non mostrare paura. La Juve batte 1-0 un’Inter che per lunghi tratti gioca alla pari e che chiude con un 4-2-3-1 con Perisic, Keita, Lautaro e Icardi tutti insieme, ma mettendo insieme solo due tiri sbilenchi del Toro.

Anche in una serata in cui Cristiano è un po’ meno marziano, la squadra di Allegri mostra superpoteri collettivi: il reparto arretrato è impressionante per capacità di prenderle tutte. I bianconeri concedono due occasioni in tutto il match: il palo di Gagliardini e un tiro in area (gestito male) di Politano, dopo un pasticcio in uscita di Matuidi. Il centrocampo ha aggiunto un Bentancur formato “top player” a un reparto già ricco di soluzioni, l’attacco ha vie molteplici per arrivare al gol. L’Inter non viene travolta ma, alla lunga infilata: siamo a +11, stasera, sulla seconda. I nerazzurri (-14) rischiano di ritrovarsi il Milan a -1, ma non è la serata di accuse o processi. Anche stavolta vanno vicini al pari, chiudono con la vittoria di Pirro del possesso palla (51 a 49), trovano un Icardi in versione assist-man, un Joao Mario recuperato anche per questi palcoscenici e una tenuta difensiva convincente.

 Il centrocampo nerazzurro, dove Spalletti schiera due esclusi dalla lista Champions (Gagliardini e Joao Mario), regge a lungo l’urto e il gioco. L’Inter tiene palla come da progetti, a lungo però lo sbocco sembra unico: cross da fondo, che prende sempre Chiellini. La prima volta che l’Inter riesce a raggiungere Icardi a centro area, su spunto di Politano, Mauro difende palla spalle alla porta e serve l’inserimento di Gagliardini, davanti a cui si apre la porta: il sinistro incrociato finisce sul palo. Il legno, il pericolo, l’occasione svegliano la Juve e il match.

 Il 4-3-casino di Allegri comincia allora a produrre: spuntano più volte le teste di Mandzukic e Chiellini, ma la palla migliore è per Bentancur, su cui serve una scivolata “coccodrillesca” di Brozovic per evitare il gol. Cancelo, spostato a sinistra da Allegri dopo 20’, inizia a far danni (agli avversari), Ronaldo produce doppi passi in serie, su cui Skriniar però raramente si fa sorprendere. Il suo primo tiro (dopo un tentativo di replica della famosa rovesciata, venuta meno bene) arriva dopo un’ora, su regalo di Miranda: forte ma alto. Il portoghese migliore, stasera, risulterà essere Cancelo, l’ex, che dopo 66’ va via a Vrsaljko e piazza il cross vincente. Il più decisivo dei croati, nonostante un’altra prestazione enorme di Brozovic nelle due fasi, sarà Mandzukic, che sul secondo palo, quasi in tuffo, anticipa Asamoah, l’altro ex. Al boa bianconero basta un morso, poi si mette a guardare gli effetti letali: avanti il prossimo. Testa alla prossima anche per l’Inter: il Psv, martedì, è uno snodo anche più cruciale.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Wojciech Szczesny 6: Attento quando vine chiamato in causa, senza dover commettere interventi decisivi. Serata tutto sommato tranquilla, anche grazie alla prova arcigna dei due centrali a sua protezione.
Mattia De Sciglio 6: Presidia bene la sua zona e trova il modo di proporsi in fase offensiva. Prova non sfolgorante, ma di personalità.
Leonardo Bonucci 6,5: Non sbaglia nulla ed è incisivo anche in fase di impostazione dalla prima linea con lanci radiocomandati da dietro. Con il compagno di reparto forma una coppia formidabile.
Giorgio Chiellini 7,5: È in una condizione fisica debordante e lo dimostra anche stasera con chiusure a ripetizione sugli avversari, specialmente nella fase più rovente del derby d’Italia. Dalle sue parti non si passa nemmeno per sbaglio. Gladiatore vero.
Joao Cancelo 7: Fenomenale uomo assist, è lui a scappare alle spalle di Vrsaljko e offrire un cioccolatinio solo da scartare per Mandzukic. È un po’ la sliding door della serata: nel cambio tra esterni di difesa è stata l’Inter a perderci, ma questo in fondo lo sapevamo già. Unico neo: sbaglia qualcosa in fase difensiva, arte ancora da affinare.
Miralem Pjanic 5: Peggiore tra le fila dei padroni di casa, perchè non entra mai davvero in partita e soprattutto nel primo tempo lascia la ribalta ai pari ruolo avversari, soprattutto Brozovic. Il giallo rimediato in avvio lo condiziona, forse, perchè oggi è parso la pallida copia del miglior "pianista" bianconero. (82’ Emre Can s.v.).
Rodrigo Bentancur 6: Luci e ombre nella partita del centrocampista “volante” bianconero. A tratti troppo ruvido, a tratti precipitosa, in ogni caso non fa mancare il suo apporto quantitativo al match.
Blaise Matuidi 6,5: Si fa perdonare un paio di sbavature difensive con la sventagliata da cui scaturisce il gol partita.
Paulo Dybala 6: Si muove da “tuttocampista” come ormai gli compete ma a conti fatti è più efficace lontano dalla porta; non irreprensibile al momento di battere a rete, eppure un paio di occasioni li avrebbe anche. Si salva per generosità e predisposizione alla battaglia (72’ Douglas Costa 6: Qualche strappo in ripartenza utile per far ripartire la squadra) .
Mario Mandzukic 6,5: Bravo a farsi trovare nel porsto giusto al momento giusto dopo una prova non esattamente scintillante. Quello di Cancelo del resto è un invito a nozze per uno come lui. Settimo gol del suo splendido campionato, sin qui.
Cristiano Ronaldo 6: Serata da attore non protagonista la sua: qualche buono spunto, però anche una cattiva gestione di alcuni palloni nei pressi dell’area avversaria. La voglia di incidere nel match c’era tutta, ma la sensazione è che questa sera gli sia rimasto il colpo in canna.

domenica 2 dicembre 2018

Fiorentina - Juventus

Fiorentina-Juventus 0-3: gol di Bentancur, Chiellini e Ronaldo (rigore)

Tredicesima vittoria in campionato per i bianconeri che salgono momentaneamente a +11 sul Napoli. Primo k.o. al Franchi per la Viola che in A non raccoglie i 3 punti dal 30 settembre

Per la prima volta la Juve aliena di quest’anno guarda i rivali con tre gol di scarto, in campionato. Per la prima volta il marziano assapora dieci minuti di panchina di cortesia. Per la tredicesima volta (su 14) i bianconeri si mettono in tasca tre punti rotondi, ma questa vittoria in casa dei viola è più squillante delle altre e non solo per il punteggio. In un campo tra i più ostili, nonostante la timidezza della Fiorentina di Pioli, Allegri dà una dimostrazione di sicurezza disarmante: patisce poco, domina tanto e alla fine si gode i gol di Bentancur, Chiellini e il rigore di Ronaldo. Le giocate in campo non hanno, però, cancellato la vergogna della scritta fuori dallo stadio inneggiante all'Heysel e offensiva verso Gaetano Scirea. Eppure al Franchi un applauso emozionato di tutti i tifosi viola ha accompagnato i cori degli ultrà bianconeri dedicati a Davide Astori, omaggiato con una corona di fiori da Chiellini e soci prima del match.

Allegri sceglie di dare un turno di riposo a Pjanic ed è Bentancur, in ascesa verticale, a spartire pani e pesci in mezzo. Ma è a destra la novità, con l’ex Cuadrado mezzala in una posizione stuzzicante, pronto a duettare con il tridente del “caos creativo”: Dybala, Mandzukic e Cristiano continuano nel loro gioco orbitante. A turno c’è un pianeta al centro dell’universo bianconero e le altre due punte gli ruotano ai lati, portando i rivali a perdere spesso il senso dell’orientamento. Nel movimento dei terzini, vista l’assenza di Alex Sandro, De Sciglio va a destra e Cancelo sgomma a sinistra: il portoghese è la solita freccia piantata nel costato avversario. E così dopo 15 minuti in cui la Fiorentina sembrerebbe pure propositiva e coraggiosa, la gara si sbilancia: la Juve muove le truppe, poco a poco si fa più manovriera. Quando prende stabilmente possesso della metà campo viola, trova 2-3 contatti da punizione al limite e un paio di tiri urticanti. Nel complesso, il gol non sembra troppo lontano, ma arriva da chi non ti aspetti: l’uruguagio che sembrava un po’ spaesato nel ritorno ai compiti da regista, lui che nel frattempo è diventato una mezzala che fiocchi. Porta palla, scambia con Dybala e si infila nel burro viola prima di battere da sinistro: ma oltre alla bellezza della giocata di Bentancur, c’è dell’altro che fotografa questi nuovi tempi bianconeri. La sola presenza di Cristiano impone ai difensori rivali un surplus di attenzione e di cattivi pensieri: sull’1-0 è Pezzella a fare quel passetto di troppo per colpa della distrazione aliena. In più, con Cuadrado che si allarga, Dybala trova ottime zolle: la Joya è sempre più il “tuttocampista” reclamato da Allegri, un giocatore totale che alla Juve serve come il pane.

Se Pioli aveva chiesto alla Fiorentina una partita di grande tecnica, il risultato pare l’esatto opposto: i toscani sbagliano tanto e si affidano solo a tagli isolati di Chiesa e a qualche incursione di Benassi. E. Fernandes e Veretout, in più, arrancano in mediana quanto Matuidi alza i giri del motore. Eppure la Juve, sicura ma distratta, concede una macro-occasione: Giovanni Simeone non tocca come si addice a un centravanti argentino che abita a Firenze la palla messa dentro da Milenkovic. Szczesny, che aveva sudato freddo, si ritrova la palla tra le mani e ringrazia il momentaccio del Cholito. Se non ritrova l’efficienza e le reti del suo bomber (ma anche quelli degli altri assaltatori di Pioli), è inutile custodire velleità europee. Eppure, d’orgoglio, nel secondo tempo cresce la pressione della Fiorentina e Chiesa e soci costringono i bianconeri a sbagliare tanto, troppo, in disimpegno. Diversi i calci d’angolo accumulati, pochi battuti bene, a cui si somma qualche conclusioni in porta. Tradotto: il tridente di Pioli inizia a essere più efficace. Pure Gerson sale di livello dopo un primo tempo da dimenticare.

Quando Pioli azzarda l’ex Pjaca per Benassi, il croato si posiziona a sinistra e Chiesa cambia di fascia: su una infilata pericolosa, il figlio di Enrico avrebbe pure l’occasione di segnare, ma Cancelo fa una chiusurona che vale come un gol. Anche perché quello vero, dei bianconeri, arriva poco dopo. Anche nel 2-0 la firma non è delle più consuete: la scorribanda di turno al 24’ è di capitan Chiellini, la conclusione in mezza girata è di destro e questo rende ancora più curioso lo scenario. Niente di anomalo, invece, nel gol di giornata di Cristiano Ronaldo dieci minuti dopo: stavolta arriva su rigore, fischiato da Orsato (tornato ad arbitrare la Juve) per fallo di mano di E. Fernandes. Solo a quel punto, dopo 1250 di minuti filati giocati in campionato, l’alieno (ammonito per l’esultanza) può concedersi una sostituzione lasciando il posto tra i fischi all’ex Bernardeschi.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Wojciech Szczesny 6: Non compie parate proibitive, ma si fa trovare pronto quando serve. Ordinaria amministrazione su Chiesa.
Mattia De Sciglio 6: Buona prova nelle due fasi, in quella di contenimento limita le sfuriate viola e in particolare Chiesa.
Leonardo Bonucci 6,5: Alla 300esima da titolare in Serie A non sbaglia praticamente nulla. Di qui non si passa.
Giorgio Chiellini 7,5: Muro difensivo e prova da leader. Come se non bastasse, in girata mette a segno lo 0-2 con la complicità di Lafont.
Joao Cancelo 7: Primo tempo sontuoso con lanci al cachemire per Ronaldo e sgroppate imperiose. Poi cala e si piace un po’ troppo.
Juan Cuadrado 6,5: L’assist per Chiellini di testa è qualcosa di inedito. Per il resto è più abile nel mandare in gol i compagni che nelle conclusioni, talvolta sparacchiate in curva (dall’84’ Douglas Costa s.v.).
Rodrigo Bentancur 8: Ha il merito di sbloccare un match non facile. Nel frangente salta Veretout e Pezzella e deposita in buca d’angolo. La sua crescita prosegue: due gol e un assist fin qui ma soprattutto una grande personalità.
Blaise Matuidi 6,5: Sostanza e quantità. Il classico giocatore che fa del lavoro oscuro la sua dote principale.
Paulo Dybala 7: Illuminato, partecipa alla rete di Bentancur e trova buone trame con i compagni.
Mario Mandzukic 6: A parte il giallo evitabile, è un po’ fuori dal coro bianconero ma ha il merito di procurarsi il rigore dello 0-3 (dall’89’ Moise Kean s.v. ).
Cristiano Ronaldo 6,5: Il decimo gol è servito su rigore e bisogna tornare ai tempi di Charles per un simile impatto realizzativo. Per il resto si diletta nei numeri, ma conferma uno scarso feeling con le punizioni (dall’81’ Federico Bernardeschi s.v.).

mercoledì 28 novembre 2018

Juventus - Valencia


Juventus-Valencia 1-0: gol di Mandzukic su assist di Cristiano Ronaldo

Bianconeri agli ottavi, ma la rete di Fellaini a Old Trafford costringerà a uno sforzo in più con lo Young Boys all'ultima giornata del girone per conservare il primo posto

Dentro a uno stadio commosso che canta il nome di Luca Vialli, la Juve dà uno scossone alla sua marcia europea: qualificazione agli ottavi, anche se il primo posto passa ancora dall'ultima partita del girone con lo Young Boys. L'1-0 con il Valencia, arrivato senza strafare e con un filo di gas, conferma, però, una delle tante note liete della stagione: i bianconeri si fondano sempre di più sulla forza dei due dioscuri davanti. Mandzukic, autore del gol vittoria, è forse quello che più se la sta spassando in questa nuova era. Sfrutta lo spazio che gli lascia Ronaldo e si gode pure i cross alieni: da uno del fenomeno arriva il tocco croato che consente alla Juve di centrare il primissimo obiettivo stagionale.
Il 4-3-caos, come da definizione allegriana, è la nuova tendenza per la stagione autunno-inverno: la Juve di Max si specchia in quei tre davanti e nel loro caos creativo perché Dybala, Mandzukic e Cristiano occupano sempre zolle diverse e tolgono riferimenti al Valencia. Marcelino, però, dai suoi pretende ordine e disciplina, così le linee del 4-4-2 sono piuttosto strette, con i terzini bassi Gayà e Wass schiacciati spesso sui centrali, e Kondogbia uomo d'ordine. Nel primo tempo Ronaldo prende la mira e, come sempre, tenta come un ossesso la conclusione dalla sinistra: è più pericoloso, invece, nelle volate sulla fascia con le quali attira come magneti almeno due valenciani. Pure Dybala è in uno stato psico-fisico di eccellenza: difende palla col coltello e apre il gioco col fioretto. Un suo sinistro dolcissimo ma tagliente, poco dopo il 20esimo, squilibra completamente la difesa attenta dei valenciani: Alex Sandro sbaglierà il cross, ma è un segnale da afferrare. I bianconeri possono costruire così, con un palleggio svelto finalizzato all'allargamento delle fitte linee nemiche. A turno, da dietro, anche Bonucci e Pjanic si dilettano in lanci precisi, soprattutto per Matuidi e Alex Sandro. Ma anche Cancelo ha l'argento vivo addosso e, smarcato da Bonucci di tacco, cerca al 41' un esterno destro geniale che esce di poco.
Un controllo sbagliato, un ultimo passaggio infelice, un cross che viene tolto dalla testa di Mandzukic da quel lungagnone di Diakhaby: nel complesso, senza ammazzarsi di fatica e con un ritmo lentino, sembra che la Juve sia sempre lì per essere pericolosa davvero. Che sia solo una questione di dettagli a impedirle di brindare. Ma alla fine, però, si rischia la beffa perché sull'ultimo calcio d'angolo del tempo è proprio il lungagnone ad arrampicarsi anticipando Ronaldo: Szczesny risponde con una delle più belle parate da quando veste di bianconero e stravince la sfida con Neto tra ex riserve di Buffon. È una sveglia, un pizzicotto nel costato di Allegri: se non si ritrova un po' di cattiveria, la beffa è dietro l'angolo.
Per seminare incertezze nell'ordine valenciano servirebbe qualcuno che salta l'uomo e Max lo mette subito dopo l'intervallo: fuori Alex Sandro e dentro Cuadrado, con slittamento di Cancelo che anche a sinistra dimostra di trovarsi a suo agio. E da una combinazione mancina tutta portoghese salta il tappo del match: Cancelo libera Ronaldo che lavora la palla con il solito gioco di prestigio e taglia un cross radente per il più semplice dei tap-in di Mandzukic. In questa epoca "Cristiana" il croato si scopre sempre più goleador, sfruttando le attenzioni che le difese avversarie sono costrette a riservare all'alieno. Anche Marcelino fa la sua mossa all'intervallo e toglie il gioiellino Rodrigo, poco più che una comparsa fino ad allora, per il francese Gameiro. In realtà gli spagnoli sussultano solo per un gol annullato per manata dell'onnipresente Diakhaby (ammonito) e sono costretti a cambiare anche la seconda delle due punte: via Santi Mina, dentro Batshuayi. Effetto nullo, qualche mischia appena, anzi a sinistra i bianconeri sfondano ancora e ancora: Neto, ex col dente avvelenato, salva prima su Ronaldo e poi su Mandzukic. Con l'1-0 finale la strada è segnata e qua tutti vorrebbero fare un regalo a Gianluca Vialli: renderlo il penultimo capitano ad aver alzato quella coppa.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

WojcIech Szczesny 7: La parata su Diakhaby è eccezionale. Conferma di avere nel suo bagaglio tecnico prodezze da grande portiere. Unico intervento determinante sull’unico tiro nello specchio subito
Joao Cancelo 7: Si propone di continuo a destra. Parte da una sua idea a sinistra l’azione del gol di Mandzukic. Martellante, continuo, sveglio.
Leonardo Bonicci 6,5: Un tacco illuminante per Cancelo nel primo tempo. Dietro regge bene, coadiuvato da un Chiellini in stato di grazia.
Giorgio Chiellini 7,5: Impavido, sicuro, preciso, in forma. Un muro. Allegri deve gestirlo e risparmiarlo, perché con Chiellini a questi livelli far male alla Juventus è davvero complicato.
Alex Sandro 6: Buona spinta a sinistra. Si sovrappone e va al cross, anche se mai con la richiesta precisione. Esce all’intervallo per un fastidio muscolare (Dal 46’ Juan Cuadrado 6: Entra e si sistema basso a destra. Buono un recupero su Guedes. Attento e disciplinato) .
Rodrigo Bentancur 6,5: Un paio di recuperi eccellenti. Gioca duro quando c’è da giocare duro, ma gestisce il pallone con una qualità invidiabile.
Miralem Pjanic 6: Gioca un’infinità di palloni, pur essendo sempre raddoppiato. Meno presente che in altre circostanze, ma sempre sul pezzo.
Blaise Matuidi 6: Gamba meno vibrante del solito. Appoggia a sinistra, contiene e prova a dare ordine.
Paulo Dybala 6: Tra le linee fatica nel primo tempo. Nel secondo tempo migliora un po’ e impegna anche Neto. Si danna l’anima in ripiegamento. Diciamo che non era in una grande serata, ma che è risultato comunque utile (Dal 79’ Douglas Costa S.V.) .
Mario Mandzukic 6,5: Diakhaby lo infastidisce, anche fisicamente. Nella ripresa mette la firma su assist dell’ormai suo gemello portoghese. Sempre più a suo agio nell’intesa con CR7.
Cristiano Ronaldo 7: Molto largo nella prima frazione. Nella seconda sale in cattedra, fornendo l’assist del vantaggio a Mandzukic. Ogni volta che tocca palla, succede qualcosa. Vittoria numero 100 in Champions League, il primo della storia a riuscirci.

domenica 25 novembre 2018

Juventus-Spal



Serie A, Juventus-Spal 2-0: gol di Cristiano Ronaldo e Mandzukic

Dodicesima vittoria in campionato per i bianconeri che si portano momentaneamente a +9 sugli azzurri di Ancelotti

La rincorsa è durata poco più di tre mesi di campionato. Cristiano Ronaldo, dopo le prime tre partite di campionato a secco, perfeziona la rincorsa al genoano Piatek a quota 9 e si porta lassù dove tutti pensavano stesse fin dall’inizio, in testa alla classifica marcatori. È suo il gol che sblocca la partita con la Spal, che finisce 2-0 e consegna alla Juventus il dodicesimo successo in tredici partite. I bianconeri portano a casa i tre punti portandosi momentaneamente a +9 sul Napoli, nessuno si fa male e il serbatoio della benzina resta bello pieno in vista di Valencia e Fiorentina. Nota a margine, arriva finalmente il gol da palla inattiva: il secondo della stagione in campionato, il primo di CR7 realizzato in questo modo a parte il rigore di Empoli. La Spal esce bene dallo Stadium: squadra con una precisa identità, che sta bene in campo e ha 3/4 individualità che la aiuteranno nella corsa alla salvezza.

La partenza della Juve è su ritmi bassi, la Spal palleggia e non soffre mai. Quello che ha meno voglia di adeguarsi all’andazzo è Douglas Costa, che entra con la voglia di mangiarsi l’Allianz Stadium. Suo il primo pericolo, un sinistro fuori di poco. Subito dopo la punizione accarezzata di Pjanic, che pesca CR7 solo (Felipe scivola e cade) a centro area. Immaginate voi come possa andare a finire. La nota positiva per Allegri è che dopo il vantaggio la Juve non stacca la spina, macina calcio a un ritmo medio-alto, senza mai arrivare alla fatidica soglia della fatica ma non dando mai mezza illusione alla Spal. Perin para l’unico tiro di Bonifazi, Douglas Costa, il migliore se non fosse per il marziano col 7, si inventa un sinistro che meriterebbe il gol. Il risultato è solo un palo che balla più di una cubista di Riccione.
La Juve nobilita una gestione agevole del vantaggio con lo splendido highlight dell’azione del secondo gol. Lancio di Bonucci, CR7 brutalizza sullo scatto il povero Felipe, sinistro di Douglas parato da Gomis e tap-in di Mandzukic. SuperMario festeggia la prima da capitano a Torino col sesto gol in campionato, miglior partenza da quando è alla Juve. Proprio vero, Cristiano fa bene a tutto ciò che lo circonda.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Mattia Perin 6: Sicuro nelle rare volte in cui è stato chiamato in causa.
Mattia De Sciglio 6: A destra con diligenza e ordine. Parte forte, poi rallenta e contiene.
Leonardo Bonucci 6,5: Un paio di lanci pregevoli, avvia l'azione con la giusta precisione. Dietro perfetto.
Daniele Rugani 6,5: Buona prova. Sicuro su Antenucci, va a contrastare Petagna. Aveva voglia di farsi notare.
Alex Sandro 6,5: Positivo anche lui, soprattutto in fase difensiva. Duetti pregevoli con Douglas Costa, tecnicamente di livello internazionale (Dall'85 Giorgio Chiellini S.V.).
Juan Cuadrado 6,5: Meglio nel secondo tempo. Nel primo troppo timoroso. Alla distanza cresce e guida diverse azioni pericolose.
Miralem Pjanic 6,5: Assist splendido da fermo per Ronaldo. Qualità e profonditá. Sempre presente.
Rodrigo Bentancur 6,5: Solido, tosto, concentrato, determinato, pulito. Ammonito per un intervento in ritardo, dovuto alla troppa foga.
Douglas Costa 7: Imprendibile, come nella seconda parte della scorsa stagione. Ha voglia, ha "fame", ha gamba. Tornato in forma. Semina il panico tra i difensori della SPAL e centra un incrocio dei pali con un mancino violento. Poi entra anche nella seconda rete bianconera. (Dal 73' Blaise Matuidi 6: Nel finale con ordine. Prova anche ad affondare).
Mario Mandzukic 6,5: Timbra ancora, da attaccante. Sempre molto sul pezzo. Forse è il giocatore che ha beneficiato maggiormente dell'arrivo di Ronaldo, che gli apre spazi e gli consente di giocare da centravanti.
Cristiano Ronaldo 7: Ancora a segno. Fa sembrare sempre facili anche le cose più complicate. Sono nove in 13. La grinta è quella di un ragazzino nella prima stagione tra i grandi.



lunedì 12 novembre 2018

Milan-Juventus



Milan-Juve 0-2: gol di Mandzukic e CR7, Higuain sbaglia un rigore e viene espulso

Nottataccia per il Pipita, che sbaglia un rigore sullo 0-1 e viene espulso nel finale. Vittoria bianconera con un gol per tempo

La Juve replica al Napoli e mantiene le distanze: sbanca San Siro con Mandzukic e Cristiano. Il Milan che aveva avuto l'occasione di pareggiare con Higuain è battuto sul piano del risultato e del gioco, non della volontà. Nei rossoneri decimati dagli infortuni Gattuso sceglie la soluzione più semplice: Calhanoglu e Suso arretrano sugli esterni di centrocampo, Kessie-Bakayoko fanno diga in mezzo e con Higuain c'è Castillejo e non l'acciaccato Cutrone. Nella Juve invece la sorpresa è dietro: fuori il fischiatissimo Bonucci, dentro Benatia. Per Khedira c'è invece Bentancur. I rossoneri arrivano dai 90' di Siviglia, giocati ancora con le forze residue tra indisponibili e giocatori con necessità di turnover. Anche la Juve arriva dalla Champions con il Manchester ma ha tre motivi in più di vantaggio: le 24 ore in più di riposo, la rosa ben più attrezzata e la voglia di riscattare la sconfitta casalinga.

Così, qui a San Siro si presenta subito agguerrita, anche facilitata dai primi appoggi sbagliati di Bakayoko. Ronaldo è il primo che arriva al tiro, che inquadra più la Sud che la porta: fischi. All'8' però è già vantaggio Juve: cross dalla sinistra di Alex Sandro che trova sul secondo palo Mandzukic. Mario anticipa Rodriguez e inganna Donnarumma con il rimbalzo del pallone. Il Milan reagisce (all'inizio) più con il possesso palla che con occasioni vere: queste arrivano dopo con Suso, prima dalla distanza e poi con un azione personale palla al piede che arriva a servire Higuain in area. È l'altro episodio chiave del primo tempo: il controllo del Pipita è intercettato di mano da Benatia. Mazzoleni, con l'assistenza del Var, ordina il rigore. Higuain spiazza Kessie (rigorista rossonero che avrebbe voluto calciare) ma non Szczesny che devia sul palo.
Nella ripresa c'è ancora Allegri in comando: Cristiano esercita Donnarumma, sulla punizione di Dybala è il palo esterno e non Gigio a salvare i rossoneri. La mossa di Rino è sostenere Higuain con Cutrone entrato al posto di Castillejo. La forza d'attacco resta però sbilanciata in favore dei bianconeri, che hanno l'uomo dei cinque Palloni d'Oro. Su un errore in disimpegno di Laxalt ne approfitta Cancelo, che in area conclude sul portiere, Cristiano si avventa sulla ribattuta e segna il raddoppio. La partita tra le squadre finisce qui, quella personale di Higuain no: su un fallo su Benatia rimedia il giallo e poi il rosso diretto, per una presa di posizione a muso duro con l'arbitro Mazzoleni. Il Pipita, nervosissimo, è scortato fuori dai compagni. Su San Siro cala il silenzio.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Wojciech Szczesny 7: Reattivo sulla conclusione dal dischetto di Higuain, che tocca quanto basta per mandare la palla sul palo. Deviazione decisiva ai fini del risultato.
Joao Cancelo 6,5: Si propone di continuo a destra. Dietro controlla senza sbavature. Poderoso nell'azione del gol di Ronaldo.
Mehdi Benatia 6: Ammonito per un fallo evitabile a metà campo, colpevole anche del fallo di mano che consegna il rigore al Milan. Il resto della partita è di livello. Un paio di chiusure su Higuain da applausi.
Giorgio Chiellini 6,5: Molto impreciso nel giocare la palla. Nel suo mestiere, però, è ineccepibile. Difende, chiude, respinge di testa.
Alex Sandro 6,5: Stupendo il cross-assist per il gol di Mandzukic. Dietro tiene Suso, a sinistra si propone con continuità.
Rodrigo Bentancur 6,5: Poco appariscente, ma efficace. Calma e saggezza, nonostante la giovane età.
Miralem Pjanic 6: Coordina la Juventus. Tesse le fila un po' come "il Professore" dirige la sua squadra nella serie "La casa di carta". Non illuminante, ma lungimirante (Dal 74' Sami Khedira 6: Entra, amministra, controlla).
Blaise Matuidi 6,5: Convinto e deciso, as usual. A sinistra si inserisce e tenta anche un paio di cross pericolosi.
Paulo Dybala 6,5: Cerca spazio tra le linee, molto più trequartista che attaccante. Nella ripresa vicino al gol con una punizione delle sue. Alcuni spunti notevoli, qualche errorino evitabile. (Dal 79' Douglas Costa S.V.).
Mario Mandzukic 6,5: Rientra e timbra subito il cartellino. Colpo di testa dei suoi. Poi si vede poco, ma aiuta sempre anche in fase difensiva.
Cristiano Ronaldo 7: Alcune giocate magistrali, qualche piccola pausa. Palla controllata sempre in modo sublime. Donnarumma lo stoppa due volte, alla terza insacca, sfatando la sua maledizione con San Siro. Trascinatore, sempre.

giovedì 8 novembre 2018

Juventus-Manchester United



Champions, Juve-Manchester U. 1-2: gol di Ronaldo poi il crollo. E Mourinho mostra l'orecchio

I bianconeri dominano, colpiscono due legni e segnano un gol straordinario con Ronaldo, poi sbagliano troppo e nei 4’ finali subiscono due volte: pass per gli ottavi rimandato

Ci sono serate in cui tutto cambia in un istante e una festa si trasforma in una beffa. E’ ciò che è successo in uno Stadium vestito a festa, che prima ha esultato per la prodezza di Cristiano Ronaldo e poi è rimasto pietrificato per la rimonta del Manchester United, arrivata nel finale è firmata da Mata e da un autogol di Alex Sandro. Due reti incassate su calci piazzati, il tallone d’Achille della Juventus. Il primo gol in Champions League di Cristiano Ronaldo con la maglia della Juventus è stato contro la squadra che lo ha lanciato, il Manchester United, e un allenatore portoghese come lui, José Mourinho, di cui è stato allievo al Real ma con cui i rapporti non sono più idilliaci da tempo, ma è stato inutile, perché ora per la qualificazione agli ottavi è di nuovo tutto in discussione.

Allegri conferma l’attacco di Old Trafford (CR7 con Cuadrado e Dybala) e tiene in panchina gli acciaccati Cancelo e Matuidi, sostituiti da De Sciglio e Khedira, al rientro dal primo minuto dopo circa un mese di stop per infortunio. Lo Stadium è stracolmo (record d’incassi con 4.194.190 di euro) e caldissimo e riserva un trattamento agli antipodi all’odiato Mourinho (fischiatissimo e accompagnato da cori offensivi) e all’indimenticato ex Pogba: per lui solo applausi. La partita si accende subito proprio con un tiro di Cristiano Ronaldo respinto in angolo, poi si assopisce e si risveglia nel finale di primo tempo, quando Khedira colpisce il palo su gran palla di CR7. Poco prima c’era stata un’altra buona opportunità per la Juventus: tiro di Cuadrado che Matic devia e poi De Gea sfiora quanto basta per toglierlo dalla porta, ma sulla respinta corta Dybala (uno dei migliori) viene anticipato da Lindelof. La Juve non incanta ma gioca sicuramente meglio, fa un bel giro palla, spinge bene sulle fasce e in mezzo ha un Bentancur particolarmente inspirato, che a centrocampo copre e cuce, lo United è più guardingo nel suo 4-3-3, con Martial e Lingard ai lati di Alexis Sanchez, ma pronto a colpire in contropiede. L’unica vera occasione per gli inglesi prima dell’intervallo capita ad Alexis Sanchez, che non aggancia il suggerimento di Matic su un’uscita a vuoto di Szczesny.

Nella ripresa la Juventus alza il ritmo e dopo pochi minuti colpisce la traversa con Dybala: un sinistro a giro alla Del Piero che può fermare solo la sfortuna. Un quarto d’ora dopo arriva il momento del divino: splendido lancio di Bonucci e destro senza scampo di Ronaldo. Lo show del portoghese continua con una punizione che si stampa sulla traversa, nel frattempo Pjanic e Cuadrado sprecano due occasioni buone per il raddoppio. Ed è questo il peccato della Juve: non mettere al sicuro la partita con il gol del raddoppio. Il Manchester costruisce poco ma è cinico e la vince nel finale. Prima la punizione letale del neo entrato Mata a pochi minuti dal termine, poi arriva la rete beffa al 90’: altra punizione di Young, ma l’ultimo a toccare è Alex Sandro di spalla. L’odiato Mourinho esulta con tanto di polemico gesto dell'orecchio,mentre lo Stadium è ammutolito: una partita buttata via.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Wojciech Szczesny 5,5: Ha poco da fare nel corso del match, eccetto un tiro di Rashford. Ma ha qualche responsabilità di piazzamento e scelta dei tempi su entrambi i gol dello United.

Mattia De Sciglio 6,5: Si limita soprattutto alla fase difensiva, lasciando ad Alex Sandro i compiti di spinta. Non sarà Cancelo, ma fa il suo e lo fa bene, strappando anche qualche applauso allo Stadium (dal 84’ Andrea Barzagli 5: Entra e la Juventus prende due gol. Certo, non tutte le responsabilità sono sul suo groppone ma commette il fallo che porta al 2-1).
Leonardo Bonucci 6: Non sbaglia un colpo per 85 minuti e regala un assist magico a Ronaldo. Ma si distrae sul più bello e non riesce a rinviare in occasione del 2-1.
Giorgio Chiellini 6,5: In bello o in cattivo stile, dalle sue parti non si passa. Va un po' in affanno nel finale.
Alex Sandro 5,5: A lui sono affidati compiti di spinta sulla sinistra e per buona parte del match affonda su quella fascia. Ma è suo l'autogol che regala i tre punti al Manchester.
Sami Khedira 6,5: Un buon rientro per il tedesco dopo l'infortunio. La condizione non è al top, ma trova comunque i suoi proverbiali inserimenti. In uno di questi colpisce il palo. (dal 61’ Blaise Matuidi 5: Commette il fallo ingenuo su Pogba che porta alla punizione del pareggio)
Miralem Pjanic 6: A una regia illuminata non corrisponde l'efficacia quando va alla conclusione. Sbaglia anche lui una occasione facile sull'1-0.
Rodrigo Bentancur 6,5: Uno dei migliori del primo tempo. Corre, si inserisce e va al tiro. Cala un po' nella ripresa, ma gioca un altro match convincente. La crescita continua.
Juan Cuadrado 5: Il colombiano non disputa una brutta gara nel complesso, ma è decisivo in negativo con le due occasioni colossali divorate sull'1-0. Avesse fatto centro staremmo parlando di una Juventus qualificata da prima nel girone con due giornate di anticipo (dal 90+2' Mario Mandzukic S.V.).
Paulo Dybala 6,5: Nel primo tempo gioca bene in costruzione e tra le linee, ma è poco preciso al momento del tiro o dell’assist decisivo. Nel secondo alza i giri del motore e colpisce una gran traversa.
Cristiano Ronaldo 7,5: La serata trionfale del portoghese era già impacchettata prima del clamoroso finale. Un gol strepitoso, di una difficoltà unica e su cui resterà la macchia della sconfitta. Nel primo tempo è il regista offensivo della squadra, nel secondo, a parte il gol, si trasforma in uomo assist. E non è colpa sua se i compagni non concretizzano.

domenica 4 novembre 2018

Juventus-Cagliari


Juventus-Cagliari 3-1: apre Dybala, chiude Cuadrado. È record di punti

I bianconeri soffrono contro la formazione di Maran ma portano a casa altri 3 punti e tornano a +6 su Napoli e Inter. Si tratta della miglior partenza di sempre in Serie A

L’Allianz Stadium, che torna finalmente a tifare dopo mille polemiche, osanna Ronaldo, si spella le mani per l’avvio folgorante di Dybala, ma alla fine dei conti deve spedire una lettera di ringraziamento in Croazia: contro il Cagliari la Juve la spunta anche a un autogol beffardo di Filip Bradaric, di professione vice-Modric. Così i bianconeri riescono a riguadagnare il vantaggio che tengono nella tormenta, senza rischiare ma senza entusiasmare, fino all’allungo finale del 3-1. Ci sono state Juventus migliori da queste parti, ma in fondo basta e avanza per rimettere tutte le rivali che ringhiano alle spalle a meno 6. E segnare il record della miglior partenza in serie A che finora era detenuto dalla Juve di Capello 2005-06.
Con lo United alla finestra e una infermeria riempita oltre misura (anche Mandzukic costretto a lasciare il ritiro per il ritorno del disordine alla caviglia) Allegri sperimenta un tridente diverso rispetto al solito, sfruttando il ritorno dell’elettricità di Douglas Costa: assieme a lui e a re Cristiano, c’è Dybala in crescita ormai verticale nel ruolo di secondo. Il movimento ossessivo tra loro è la conferma del fatto che una Juve “totale” è finalmente sbocciata: il trio non occupa ruoli prestabiliti, ma le posizioni sono interscambiabili. E all’inizio è Paulo a fare il centravanti, con un impatto folgorante sul match: già dopo quarantaquattro secondi e si esibisce in un balletto in area. Dybala la sposta a sinistra, fa venire le vertigini a Ceppitelli e Pisacane e poi riesce a calciare scivolando. Il tiro sarebbe innocente, ma prende fuori tempo Cragno, poi ci vogliono due minuti e passa di silent check per mettere il sigillo sulla regolarità dell’1-0.
Sarebbe un colpo di fucile per le ambizioni del Cagliari che, però, è davvero un’ottima squadra, una delle migliori tra quelle di mezza classifica arrivate. A dirla tutta, sfrutta anche una certa apatia bianconera pre-Champions. Statico, quasi scolastico, l’undici di Allegri produce fiammate nella difesa sarda, ma mai un vero incendio. Al contrario, la formazione di Maran è baldanzosa e manovriera, ben organizzata con le sue linee strette a centrocampo e Castro da trequartista a supportare Joao Pedro e Pavoletti: lo specialista di testa costringe Szczesny al miracolo, ma con una novità, una girata di piede. Ma è il suo compare di attacco brasiliano a trovare il pari: al 36’ Pedro arpiona un pallone difficile in area, aggira Cancelo e calcia sul primo palo. Fino a quel momento la squadra di Maran, amicone di Allegri, aveva sofferto solo sulla corsia di destra della Juve, a tratti illegale per qualità e velocità: a tratti Cancelo plana come un falco oltre la metà campo e Douglas, tornato ai suoi standard dopo le ultimi vicissitudini, è il più ispirato. Bizzarria del destino, la rete immediata del 2-1 Juve, un po’ immeritato per i bianconeri, arriva quando l’esterno mancino si sposta dall’altro lato: un suo cross affilato viene deviato in rete da Bradaric (che dopo rischia pure il rigore: tocca di mano, ma è salvato dalla Var).
Dura così solo due minuti appena il pareggio cagliaritano in un primo tempo della Juve senza bollicine: manca soprattutto Ronaldo, applauditissimo in avvio con una maglia celebrativa data dal presidente Agnelli, ma meno efficace di altre volte, anche se fa comunque tremare il palo a fine primo tempo. La solita ricerca ossessiva del gol del portoghese continua nella ripresa in cui cambia un partner in crime: accanto a lui c’è Cuadrado, un po’ troppo impreciso sul più bello, al posto di Douglas. È il secondo cambio, invece, con Alex Sandro al posto di Pjanic, a modificare leggermente la forma della Juventus: viene meno un regista tradizionale e il brasiliano diventa una mezzala fisica, soluzione spuria che può tornare utile in questa penuria di centrocampisti. Così la Juve riesce a coprire meglio il campo di fronte a un Cagliari che si dispone con un più audace 4-3-3 dopo l’ingresso di Faragò. La Juve potrebbe allungare più volte, eppure rischia parecchio prima di sfondare: nel giro di un minuto una conclusione a botta sicura di Pavoletti viene salvato da Benatia che si immola e subito dopo ecco il contropiede del 3-1. All’87’ c’è una prateria per Cristiano che non è egoista e dà il cioccolatino finale per Cuadrado.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Wojciech Szczesny 6,5: Poteva fare meglio sul gol di Joao Pedro, anche se il movimento del brasiliano è stato perfetto. Preciso in tutte le altre dinamiche: dice di no a Pavoletti che non trova il gol a un metro dalla porta.
João Cancelo 6,5: Soliti viaggi andata-ritorno sulla fascia destra. Un po’ meno puntuale in fase difensiva.
Leonardo Bonucci 6,5: Nel secondo tempo è molto bravo a chiudere le linee di passaggio dei giocatori offensivi del Cagliari. Sempre preciso in fase di impostazione.
Medhi Benatia 6,5: La giocata della partita, alla fine, è stata la sua. Grande muro su Pavoletti che a 4 dalla fine ha avuto l’occasione per il 2-2.
Mattia De Sciglio 6: Ci mette molto impegno sulla fascia, non è sempre preciso però quando si tratta di crossare.
Rodrigo Bentancur 6,5: Continua a crescere. Suo il pallone per Dybala che firma il vantaggio, semrpre presente a centrocampo.
Miralem Pjanic 6: Partita nella media, anzi qualcosa di meno. Da lui ti aspetti sempre qualcosa di superlativo, questa volta si è limitato all’ordinaria amministrazione. (dal 70’ Alex Sandro 6: Entra subito bene nella partita, ma sbaglia qualche passaggio di troppo).
Blaise Matuidi 6: Solito lavoro prezioso in fase di interdizione. Preoccupano però le sue condizioni a fine gara (dall’83’ Andrea Barzagli s.v.: Sempre presente quando chiamato a salvare il risultato).
Douglas Costa 6: Va a sprazzi. Quando calcia o accelera mette sempre in difficoltà la fase difensiva del Cagliari, ma non è costante. (dal 46’ Juan Cuadrado 6,5: Con il suo ingresso in campo, la Juventus sfrutta molto di più la fascia destra. Suo il gol che chiude definitivamente il match).
Cristiano Ronaldo 6,5: Ci mette sempre il suo zampino. Nel primo tempo è sfortunato con un palo pieno, nella ripresa suo l’assist che chiude la partita.
Paulo Dybala 6,5: Pronti, via e segna subito il gol del vantaggio con una grande giocata. Nel primo tempo si muove bene, cala un po’ alla distanza.


domenica 28 ottobre 2018

Empoli-Juventus


Serie A, Empoli-Juve 1-2: gol di Caputo e Cristiano Ronaldo (2)

Nona vittoria in campionato per i bianconeri col portoghese che ribalta l'iniziale vantaggio dei toscani

CR7 hollywoodizza la provincia italiana. Arriva lui e tutto si ferma: stadi esauriti, alberghi e ristoranti pieni, baracchini con la sua maglietta presi d’assalto. Ma Ronaldo è soprattutto il più forte giocatore del mondo insieme a Messi. Te ne accorgi quando, dopo il peggior primo tempo stagionale suo e della Juventus, decide che i due punti persi col Genoa possono bastare. E ribalta la partita con la folgore che fissa il 2-1 finale dopo aver trasformato il rigore del pari. Il gol più bello dei 7 fin qui segnati in bianconero.
Solo elogi per la squadra di Andreazzoli, che pur restando bassa gioca un bel calcio, con centrocampisti di corsa e qualità. Bennacer macchia una bella prova con la sciocchezza che provoca il rigore, Acquah si divora Matuidi nell’azione del gol, Zajc ha i colpi del grande giocatore. Se ci aggiungiamo che il caricabatterie della Juve non ha ancora ultimato il suo lavoro post-Manchester, l’1-0 (gol di Caputo) con cui i toscani vanno al riposo non deve stupire. In difficoltà Bernardeschi e tutto il centrocampo, con una regia insolitamente abulica di Pjanic. Se il livello resta questo, la salvezza non dovrebbe essere un problema.
La Juventus, che resta complessivamente lontana dai suoi standard migliori, rientra con altra intensità. L’emblema è Matuidi: molliccio nei primi 45’, il solito trattore nella ripresa. Il segnale di risveglio lo dà l’azione chiusa dalla traversa di Pjanic dopo una gran parata di Provedel su un convincente Alex Sandro. Il calo dell’Empoli aiuta la Juve a restare sempre alta, con Dybala molto cucitore e poco stoccatore e bravo a procurarsi il rigore. In una giornata così, sembra più facile che la Juve la possa ribaltare col colpo di un campione piuttosto che col gioco. Detto fatto: CR7 sgancia il missile che lascia a bocca aperta il Castellani, prima di un finale che trasforma Allegri in versione kickboxer su una bottiglietta per via di una gestione imperfetta nei minuti finali.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da tuttojuve.com:

Wojciech Szczesny 6: il gol è una perla di Caputo su cui non può fare nulla. Per il resto osserva, attento quando le palle arrivano dalle sue parti.Mattia De Sciglio 5.5: non è Cancelo e questo si sa. Il problema, però, è che non riesce nemmeno ad essere pulito nelle cose semplici. Spreca qualche ripartenza di troppo (90' Andrea Barzagli s.v.).
Daniele Rugani 6: non sempre trasmette sicurezza, ma nel complesso se la cava quasi sempre. Inserito all'ultimo istante quando con la testa era già in panchina: non era semplice.
Leonardo Bonucci 7: una chiusura su Caputo vale un gol. Si prende le responsabilità che servono e, questo va sottolineato, non stacca mai la spina.
Alex Sandro 6.5: il migliore per distacco in termini di continuità e presenza dentro la partita. Mette in mezzo tantissimi palloni pericolosi e sfiora anche il gol, negatogli da un ottimo Provedel. Dopo Manchester un'altra prestazione molto convincente.
Federico Bernardeschi 5: primo tempo da incubo in cui sbaglia tutto quello che può sbagliare. Appare nervoso e fuori dalla partita. Un po' meglio nella ripresa, quando ritrova se non altro un po' di cattiveria. Ma non la lucidità (66' Juan Cuadrado 6: un po' confusionario a tratti, porta comunque le energie che servivano)
Rodrigo Bentancur 5: a Manchester grande prova, con due soli errori che potevano costare cari. A Empoli mette in campo solo le imprecisioni. Sbaglia tanti passaggi, anche semplici, e non riesce a proteggere la difesa. Serata completamente da dimenticare. Nota di merito: nonostante sia una giornata no, non smette di provarci e non ha mai paura.
Miralem Pjanic 6.5: prende per mano la squadra quando ne ha bisogno e solo la sfortuna gli nega un gol bellissimo. Provvidenziale anche e soprattutto nel momento più difficile (80' Douglas Costa s.v.).
Blaise Matuidi 6.5: vederlo inseguire Acquah senza riuscire a opporsi in occasione della ripartenza da cui nasce il gol dell'Empoli fa una effetto davvero strano. Soffre moltissimo l'ex Torino, ma riesce a tornare il solito Blaise nella ripresa, quando domina il centrocampo e fa davvero la differenza.
Cristiano Ronaldo 7.5: nel primo tempo offre una delle peggiori prestazioni in maglia bianconera, ma lui deve essere decisivo e fare la differenza. Ed è quello che fa, mettendo la sua firma a caratteri cubitali sui tre punti. Prima è glaciale dal dischetto, poi sfodera un gol meraviglioso. Decide di vincerla e la gara si piega al suo volere.
Paulo Dybala 6.5: una delle poche luci nell'oscuro primo tempo, offre alcune giocate scintillanti. Poi ha l'astuzia e la forza per prendersi il rigore che cambia la partita e fa riprendere il mondo a girare per il verso giusto. Sta molto bene e la fascia da capitano gli dona.




mercoledì 24 ottobre 2018

Manchester United-Juventus



Manchester-United-Juventus 0-1: gol di Dybala, Pogba si ferma al palo

Una rete nel primo tempo della Joya basta a piegare il Manchester United. Red Devils pericolosi in una sola occasione, con il palo del francese a 15' dalla fine. Il resto è un dominio

Di solito Old Trafford è uno stadio da sedute di laurea e qui, nel teatro dei sogni, la Juventus si è messa una corona di alloro in testa. Con qualche apprensione non richiesta nel secondo tempo, ma se l'è comunque messa: per la Signora un diploma magistrale in Champions League. L'1-0 allo United del vecchio nemico Mou, arrivato con un primo tempo sontuoso e un secondo col fiato più corto, è il certificato da appendere alla Continassa: dimenticate le apprensioni del passato, contenute le ansie a pochi momenti del match, è nata una grande squadra europea. Con un piede agli ottavi dopo il terzo successo su tre nei gironi. Mou, invece, dovrà sudarsela di più e tornare a pensare a come saldare la sua panchina: questo United, costruito a sua immagine e somiglianza, non sembra alla stessa altezza.

Allegri all'inizio ha scelto la coperta calda di un 4-3-3 "mobile": Cuadrado largo a destra e dall'altro lato Matuidi, pronto a stringere in mezzo quando il colombiano avanza sulla linea di Cristiano e Dybala. Mou, invece, ha piazzato ai lati del bisonte Lukaku tre piccoli diavoli: da destra Rashford, Mata e Martial. Il trio è scollato dall'atteso ex Pogba, ma è nell'atteggiamento che José regala più di metà partita al collega italiano: approccio arrendevole, quasi in timida attesa dei palleggiatori bianconeri. Questa Juve, però, è una bestia strana, cangiante: tiene il possesso in queste circostanze, ma sa anche ripartire veloce quando serve. Il tridente bianconero mostra frequenze superiori rispetto ai difensori rivali, forse più forti fisicamente ma assai meno mobili. Tutte doti che servono per dominare in Europa.

Il resto lo fa Ronaldo che attira ogni cosa attorno a sé. Un magnete dentro a Old Trafford: a pochi minuti dall'inizio attrae un invasore, placcato qui un attimo prima di dare il cinque al proprio eroe. Poi si prende una palla sulla destra e, ricordando i tempi in cui faceva l'ala proprio da queste parti, mette in mezzo la palla da cui sgorga l'1-0: Cuadrado è fermato a un passo da De Gea e Dybala può esultare con il sinistro facile. Sta nel Cristianesimo, però, il segreto di tutto: Ronaldo è cercato costantemente e ricambia sempre la cortesia, come quando chiude l'uno due con Cancelo e manda il connazionale vicino al 2-0.

Proprio il terzino portoghese è la bollicina che mancava e che ha cambiato il sapore dei brindisi in questa stagione: un martello costante, soprattutto se Martial non lo segue mezza volta. A Bonucci e Pjanic, registi alternati di questa super Juve, basta alzare la testa e poi la palla finisce oltre la linea di difesa: soprattutto da destra, ma pure da sinistra, il primo tempo è un movimento di orchestra. Potrebbero arrivare altri gol con Ronaldo su punizione deviata a fatica da De Gea (decisivo anche sulla ribattuta di Matuidi), e con un altro sinistro liftato di Dybala. Al di là di tutto, la sensazione è che la Juve abbia trovato finalmente una comoda casa europea: la Champions è il nuovo salotto della Signora, ora si sente padrona come fosse in Italia.

Il secondo tempo di Mou è un filo più coraggioso, sfruttando anche il leggero calo dei centrocampisti che si erano spolmonati oltre ogni umana possibilità. Qualche balbettio di Alex Sandro, qualche vecchio problema di posizionamento di Cancelo, il calo di precisione dei passaggi di Pjanic ed ecco che i Diavoli spaventano di più grazie al più propositivo Pogba. È lui ad approfittare di una dormita di Bentancur (che fa imbestialire Allegri) nell'occasione più grande della partita dei rossi di Manchester: il sinistro schiaffeggia il palo e finisce sulla faccia di Szczesny prima di uscire. Un pericolo che risponde al destro di Ronaldo, meno preciso rispetto al primo tempo. Una resistenza ordinata, con gli ingressi di Bernardeschi, Douglas Costa e Barzagli, consente di portare in porto l'1-0: finisce con Mourinho che risponde agli insulti dei tifosi bianconeri con tre dita. Vecchi rancori italiani, vecchi ricordi del triplete, quella cosa che Max (assieme a Cristiano) stavolta può prendersi davvero.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da tuttojuve.com:

Wojciech Szczesny 6: sempre attento. non deve compiere parate particolarmente difficili fino al lampo di Pogba. Lì risponde presente, così come in tutte le uscite.
Joan Cancelo 6.5: meno devastante di altre volte, ma si conferma comunque la solita piacevole sicurezza. Sia quando c'è da attaccare che quando  c'è da difendere. Sfiora anche il gol dopo un uno due bellissimo con CR7 (87' Douglas Costa s.v.).
Leonardo Bonucci 6.5: alcune chiusure sono da manuale del calcio. Qualche intuizione è semplicemente 'da Bonucci'. Inserisce nel pacchetto anche qualche leggerezza che non inficia l'ottima prova.
Giorgio Chiellini 7: in queste partite uno come lui è determinante. Avete presente il leggendario compagno da portare in guerra? Ecco. Chiude tutto, si divora Lukaku e sveglia la squadra quando rischia di calare.
Alex Sandro 7: ferma tutti gli avversari poi riparte, come una molla pronta a liberarsi. Vince praticamente tutti i duelli. Per distacco una delle migliori gare della stagione.
Juan Cuadrado 6.5: mette lo zampino nell'azione del gol, poi, pur con meno precisione rispetto a tanti compagni, alimenta con costanza l'azione offensiva (81' Andrea Barzagli s.v.).
Rodrigo Bentancur 6.5: Allegri l'aveva citato tra i giovani chiamati a vivere una grande notte, lui risponde presente. Ringhia sui Diavoli Rossi e quando ha il pallone tra i piedi mostra personalità e qualità. Mezzo voto in meno per qualche leggerezza che sarebbe potuta costare cara, ma promosso alla grande. E da grande.
Miralem Pjanic 7: primo tempo monumentale in cui accorcia e allunga la squadra da maestro e cancella in più di un'occasione Paul Pogba. Cala un po' nella ripresa, ma quando serve, in uscita e come diga, risponde ancora presente.
Blaise Matuidi 7: una di quelle volte in cui i Matuidi in campo potrebbero essere 3, o anche 10. Recupera una quantità industriale di palloni, è ovunque e fa anche ripartire l'azione con precisione e puntualità. 
Paulo Dybala 7.5: solo una volta prima di oggi la Juve aveva vinto in questo stadio. L'aveva decisa un altro numero 10, Alex Del Piero. Oggi lui regala i tre punti e una vittoria bella quanto storica, ma fermarsi al gol sarebbe sbagliato. Sfodera una prestazione mostruosa: cuce i reparti, resiste alle pressione di giocatori decisamente superiori e ogni tocco è ciò che serve al momento giusto. Con una spolverata di qualità (78' Federico Bernardeschi s.v.).
Cristiano Ronaldo 7: non segna, ma torna in quello che è stato il suo regno e si riprende scettro, trono e corona. Quando controlla il pallone cambia l'inerzia della partita, quando si muove decide dove vanno le cose e la partita. Il cross da cui nasce il gol è il solito gioiello, il tiro che De Gea devia in angolo nella ripresa un di quelle giocate che al mondo fa solo lui. A fine gara se ne va tra gli applausi di tutto lo stadio.

domenica 21 ottobre 2018

Juventus-Genoa



Serie A, Juventus-Genoa: 1-1. Gol di Ronaldo e Bessa

Apre Ronaldo, pareggia Bessa: dopo otto vittorie di fila i bianconeri si fermano contro la formazione di Juric. Nella ripresa Allegri mette Dybala e Bernardeschi, ma la vittoria non arriva

I bimbi possono portare a casa un insegnamento prezioso. I piccoli delle scuole calcio che hanno colorato l’Allianz nella curva che l’ultima volta vomitava insulti adesso lo sanno: in questo gioco (e nella vita) niente è mai scontato, neppure se c’è un alieno nella tua squadra. Hanno visto da vicino Cristiano Ronaldo accendere la magia come nelle favole, ma hanno visto pure la Juve buttarsi via perché convinta di averla vinta già all’intervallo. Poco cinismo davanti, una grave disattenzione dietro ed ecco spiegato questo 1-1 che ferma la cavalcata. Contro il Genoa non è arrivata la nona vittoria consecutiva di Allegri, un delitto in una partita dominata e con un Cristiano ispirato.

Prima della ripresa globalmente sottotono e dell’harakiri, Ronaldo aveva mostrato ai suoi baby tifosi un vastissimo repertorio oltre il gol: non un appoggio sbagliato, non uno scatto fine a se stesso o una apertura inutile. Cristiano è così, mai banale, squilibrante pure nelle cose facili: non basta, però, se non si dà il morso finale alla preda. E così perde valore pure il suo ennesimo record: nel primo tempo, dopo aver fatto tremare il palo con una testata, con un gol facile facile il portoghese è diventato il primo a segnare 400 gol nei top campionati europei (oltre ai 5 bianconeri, 311 spagnoli e 84 inglesi).

Sul tiro ribattuto di Cancelo e su incertezza del portiere Radu, la palla dell’1-0 è finita sul suo piede. A mancarlo, guarda tu i casi della vita, c’era proprio Piatek. Il capocannoniere, troppo solo a battagliare con i colossi della difesa, ha perso la sfida con un rivale di ben altro blasone. Si è fermato un turno, niente gol per la prima volta da quando veste rossoblu, eppure nella ripresa è cresciuto con tutta la truppa. Il gol di Bessa è, infatti, un premio, forse esagerato, per un secondo tempo coraggioso. Prima il Genoa aveva organizzato soprattutto difesa e timidi contropiedi: Juric, al suo rientro, ha piazzato come pilastro difensivo nel 3-5-2 Cristian Romero, argentino classe 1998 al debutto e in difficoltà contro Cristiano. Non quanto i suoi terzini di fronte alla velocità di Cancelo, signore del primo tempo, e di Alex Sandro, più in palla nella ripresa.

Le scelte a sorpresa di Allegri, invece, sono state due, la prima in alto a destra e la seconda attorno al braccio di Bonucci. Cuadrado, di ritorno dal Sud America, si è posizionato accanto a CR7 e Mandzukic e i riccioli si sono dimostrati più vivaci delle ultime volte (malissimo Douglas Costa quando è entrato al suo posto). Leo, invece, è stato scelto come capitano vista l’assenza del sodale Chiellini, più Khedira e Dybala, ed è il segno di riappacificazione finale con il pianeta Juve: l’ultima fascia con la Signora risaliva al 6 maggio 2017, proprio qui all’Allianz, nel derby finito 1-1 contro il Torino.

Bonucci ha guidato i suoi con autorevolezza, prima di addormentarsi con l’intero reparto, soprattutto Alex Sandro, a metà secondo tempo: tutti convinti che una palla innocua stesse per morire in calcio d’angolo e invece Kouamè ha avuto il tempo di tenerla, crossare indisturbato e Bessa ha staccato comodo. Imperdonabile calo di concentrazione, unico vero rischio in questa A per una Juve così nettamente superiore ai rivali. Alla fine gli ingressi di Dybala e Bernardeschi e il cambio di modulo hanno aggiunto poco o niente: la Juve ha peccato di supponenza e ne ha pagato le conseguenze, come sanno i piccoli (educatissimi) che hanno lasciato delusi l’Allianz.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date dalla Gazzetta Dello Sport :

Wojciech Szczesny 6: Primo tempo in tranquillità; nel secondo, si conferma con ottime risposte sulla pericolosità di Piatek. Non può nulla sul gol del pareggio.
Joao Cancelo 6,5: Cerca costantemente l’uno contro uno, conscio della superiorità e della capacità di corsa. In quella fascia fa ciò che vuole, è il padrone di se stesso. È il giocatore che risente meno il calo degli ultimi 45 minuti di gioco.
Medhi Benatia 5,5: Falloso nei contrasti di gioco e cartellino giallo a seguito; palla al piede non ha la dimestichezza di Bonucci, cala come molti altri agli inizi del secondo tempo e regala lo svantaggio.
Leonardo Bonucci 5: Sicurezza disarmante tramutata in apparente tranquillità, per tutto il primo tempo regala sogni tranquilli al reparto arretrato della manovra bianconera; ad inizio del secondo, perde lucidità regalando qualche svista di troppo, e ne risente tutta la prestazione.
Alex Sandro 6: Se il suo “avversario“ di ruolo spicca per l’incredibile avvio di campionato, il brasiliano non si fa certo trovare impreparato. Ad inizio secondo tempo, crea una ghiotta occasione sprecata dall’assenza dei compagni di squadra. Nel secondo tempo, cala la corsa e di conseguenza il rendimento.
Rodrigo Bentancur 5,5: Da qualche settimana, è costante nelle gerarchie di Allegri e ringrazia il mister con delle buone prestazioni. Il secondo tempo, però, porta malumori e qualche imprecisione di troppo.
Miralem Pjanic 5,5: Nel primo tempo crea un gran passaggio in verticale che porta Ronaldo vicino al vantaggio. Tranquillizza lo staff medico dopo lo scontro del primo tempo, ma non si può dir lo stesso della prestazione nel totale.
Blaise Matuidi 6,5: I suoi inserimenti in area di rigore offrono un forte vantaggio nell’azione offensiva della squadra. È il centrocampista più in palla del match, chiude le distrazioni dei compagni evitando spiacevoli sorprese. E difatti, alla sua uscita, la squadra ne risente.
Juan Cuadrado 5,5: Non brilla particolarmente, il colombiano svolge una buona prestazione al servizio della squadra nel primo tempo con una costante presenza sulla fascia, fino alla sostituzione.
Cristiano Ronaldo 6,5: Il primo squillo della Juve parte dai piedi del suo fuoriclasse al 10′ minuto, ma la prima vera occasione la crea al 13′ minuto, dove si divora la rete del vantaggio. Il portoghese non perdona se stesso e si prende una rivincita dopo nemmeno cinque minuti: la rete del vantaggio è sua. Meritatamente, sua. Alla Juventus non si dipende da niente e nessuno, vero, ma con un giocatore simile, è difficile crederci… tabellone dei marcatori compreso.
Mario Mandzukić 5,5: Viene richiamato più volte dal Mister per la poca presenza in area di rigore, dove non riesce ad incidere o rendersi pericoloso. Impreciso in alcune possibilità sottoporta, da salvare il colpo di testa su salvataggio di Radu, ma cala nel secondo tempo fino alla sostituzione.
Paulo Dybala 6: In pochi minuti dall’ingresso in campo, ha sui piedi la possibile palla del vantaggio, che non riesce a sfruttare.
Federico Bernardeschi S.V.: Entra a pochi minuti dalla fine, regala un buon impatto nonostante il resto dei compagni abbia staccato la spina.
Douglas Costa 5,5: sostituisce Cuadrado al 58′, non riesce a dare lo sprint in più per rivitalizzare le manovre di squadra.