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lunedì 18 marzo 2019

Genoa-Juventus



Serie A, Genoa-Juve 2-0: gol di Sturaro e Pandev, capolista battuta

Prima sconfitta stagionale in campionato per la capolista. La sfida si decide nella ripresa, per i rossoblù di Prandelli successo che assesta la classifica

La Juve, ancora ebbra dell’impresa di Champions, si è svegliata di colpo: un Genoa gagliardo ha rotto l’incantesimo. Anche se l’inciampo di Marassi non fa male guardando alla classifica (15 potenziali punti di vantaggio sul Napoli sono una voragine), va a farsi benedire il sogno di un campionato senza sconfitte. Se la Signora sperava di far filotto, non aveva considerato certi incroci del destino, imbeccati dall’intuito di Cesare Prandelli. Il tecnico rossoblù vive il primo trionfo genoano con due cambi, ma più che il 2-0 di Pandev è il primo gol spacca-partita a far storia: Stefano Sturaro, dopo 10 mesi senza campo e tre anni di Juventus, castiga la sua ex Signora proprio nel giorno in cui inizia ufficialmente la sua avventura-bis in Liguria. Sul suo destro non è preciso Perin, altro ex che ha fatto il percorso all’inverso: bizzarrie di questo gioco. L’ultimo gol Sturaro l’aveva segnato in Champions, in una rimonta folle contro il Bayern di Guardiola nel febbraio 2016: tre anni dopo il mediano tutta tigna ha conservato l’incredibile abitudine di sorprendere gli avversari più blasonati. In realtà, il calo bianconero ha un che di fisiologico dopo l’enorme sforzo di martedì: “sciogliersi” era naturale. E per fortuna di Allegri, la sua Juve non incontrerà più il Genoa che aveva fatto pari all’andata.

Svanita la magia, messa in soffitta la notte dei sogni europei, la Juve si ritrova comunque uno scenario da battaglia: il Genoa si mette di impegno per battagliare, neanche fosse l’Atletico ultra-muscolare del Cholo, e stavolta non c’è Cristiano a mettere l’universo in equilibrio (l’assenza del portoghese è dispiaciuta pure ai genovesi…). Allegri ripesca Caceres per srotolare la vecchia cara difesa a 3 con Bonucci e Rugani, ma la mediana fatica spesso a leggere la posizione cangiante di Sanabria: Prandelli ha pensato a un tridente con l’elettrico Kouamé a pungere e Lazovic a sinistra, ma è il paraguaiano a scivolare spesso sulla trequarti e a creare superiorità: una volta va pure al tiro e costringe Perin, alla sua specialità, il miracolo di istinto. 

Proprio Perin, di nuovo titolare, è uno dei protagonisti di giornata, almeno fino all’errore dell’1-0: qui è arrivato bambino, qui ha spostato le montagne resistendo a due gravissimi infortuni, qui si è meritato la Nazionale e la Juve. E qui, nel suo vecchio teatro, è tornato con la solita aria sbarazzina, accolto da applausi e da uno striscione. I suoi nuovi compagni, però, nel primo tempo faticano a trovare la via: Cancelo si fa vedere soprattutto per un mani sospetto in area che porta Di Bello a fischiare rigore e poi a toglierlo con revisione del Var. Mandzukic e Dybala non partivano insieme come coppia dal 3 marzo 2018, ma non li aiuta la manovra del primo tempo, a parte qualche giocata che sgorga da Pjanic. In mezzo alle due punte juventine, poi, chiude i buchi il Cuti Romero, in una partita che gli avrà fatto di certo battere il cuore: contro i bianconeri all’andata ha esordito stregando Paratici, ai bianconeri dovrebbe andare già alla fine di questa stagione.

Il gol di Dybala all’11’ della ripresa, annullato per fuorigioco di Emre Can, è il secondo intervento del Var di giornata. Ma pure la spia che qualcosa potrebbe cambiare negli equilibri del match: sfruttando anche un leggero abbassamento delle frequenze rossoblù, nel secondo tempo la Juve pare farsi più manovriera, avvolgente. L’ingresso di Bernardeschi, uno degli eroi di Champions, aiuta Max ad abbozzare il tridente passando alla difesa a 4, ma è solo un barlume di vitalità bianconera prima del tracollo. Merito di Prandelli che punta sull’usato sicuro Goran Pandev, e su una mossa ad alto tasso simbolico che sorprende Marassi in tutti i sensi: riecco Sturaro, rossoblù come i vecchi tempi, che si toglie un sassolino grande così contro la squadra che l’ha appena rispedito in Liguria dopo tre anni. A quel punto Kean e Spinazzola sono le ultime mosse di Allegri in un disperato 4-2-4, ma non c’è la stessa congiunzione astrale di martedì. Ed è Pandev, altra intuizione di Prandelli, a completare un contropiede e a sigillare il 2-0 finale. Alla fine Marassi balla dalla felicità: la Juve non farà filotto in campionato, ma non ha motivo per disperarsi davvero.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Mattia Perin 5,5: Un grande intervento su Sanabria nel primo tempo, ma anche un rimbalzo beffardo mal valutato che costa l’imbattibilità alla Juventus. Il pesante ruolo del portiere, dove una piccola sbavatura è amplificata a 20000 watt.
Martin Caceres 5,5: Terzo della difesa a tre, vive un pomeriggio poco brillante. Come tutta la Juve del resto.
Leonardo Bonucci 5,5: Soffre con Kouame e senza il fido Chiellini al suo fianco non è la stessa cosa.
Daniele Rugani 5: Male in tanti corpo a corpo con Kouame, Rugani si conferma un elemento la cui sensazione è sempre quella che manchi qualcosa.
Joao Cancelo 5,5: Oggi non incide, se non per quell’assist sul gol unico guizzo di una giornata dove sia a destra che a sinistra combina poco. Dal 60’ Federico Bernardeschi 5,5: Non riesce a replicare la super prestazione di martedì in coppa.
Emre Can 5,5: Troppi errori in fase di impostazione e un giallo davvero stupido nel finale di partita, dove si lascia andare alla frustrazione.
Miralem Pjanic 5: Sotto ritmo e poco lucido, paga una giornata davvero no. La sua immagine migliore è lo scivolone al limite dell’area che apre lo specchio a Sturaro, che ringrazia e va in gol.
Rodrigo Bentancur 5: Lento. Lento. Lento. Tre volte, affinché sia chiaro il concetto. Da 77’ Leonardo SPINAZZOLA :S.V.
Alex Sandro 5: Il suo match inizia con un cartellino giallo e finisce con l’ennesimo cross sbagliato. Con l’Atletico lui non c’era. Una ragione in più per aspettarsi qualcosa di meglio. E invece...
Paulo Dybala 6: Forse l’unico a salvarsi della Juventus, con un paio di giocate vicino alla porta che ne dimostrano come sia quella la sua posizione. Il VAR gli nega – giustamente – un gol su cui era arrivato però puntualissimo.
Mario Mandzukic 4,5: Stanco. Palesemente stanco. Sempre schierato, sarebbe uno di quelli da fare riposare. A Marassi invece spende in campo 73 minuti dove non la vede mai. Il discorso fatto su Ronaldo avrebbe avuto probabilmente ancor più senso per il croato, vista anche la prestazione con l’Udinese di Kean... Dal 73’ Moise Kean 6: Ne vede poche in un finale ormai già deciso. Sei politico.


mercoledì 13 marzo 2019

Juventus-Atletico Madrid


Juve-Atletico 3-0: tripletta di CR7, bianconeri ai quarti di Champions

Ronaldo realizza una tripletta fantastica, spazzata via la squadra di Simeone, che partiva dal 2-0 dell'andata

Era tutto scritto nelle stelle, quelle che brillano sopra lo Juventus Stadium e illuminano una notte che resterà impressa nella memoria di tutti i tifosi bianconeri, per sempre. Era scritto nelle stelle che Cristiano Ronaldo, l'uomo da 100 milioni di euro, regalasse alla Juventus una qualificazione che sembrava impossibile dopo lo scivolone al Wanda Metropolitano. E pure che lo facesse con un calcio di rigore, perché è dal dischetto che ha segnato l'ultimo dei tre gol all'Atletico, quello decisivo di una serata magica. Dal dischetto aveva buttato fuori la Signora ai quarti l'anno scorso col Real e dal dischetto l'ha catapultata ai quarti. Grande CR7 ma grandissima tutta la Juventus, che ha giocato una partita gladiatoria, zittendo tutti i critici e dimostrando di poter vincere la Champions.

L'Allegrata per la rimonta è Emre Can centrale di destra nella difesa a tre, che ha il compito di coprire le spalle a Cancelo. Il tecnico bianconero disegna un 3-4-3 con la novità Spinazzola a sinistra, con l'obiettivo di avere più ampiezza. La mossa funziona perché la Juventus è subito feroce e chiude l'Atletico nella sua area. Non a caso dopo 3 minuti Godin è costretto a respingere davanti alla porta un tiro insidioso di Matuidi e al 4' arriva il gol di Chiellini (alla gara numero 500 con i bianconeri) che mette il piedone in mischia, ma l'arbitro annulla per un fallo di Cristiano Ronaldo sul portiere Oblak.

La squadra di Simeone si difende punta a giocare solo in contropiede (d'altronde il 2-0 dell'andata glielo permette) mentre i bianconeri sono indemoniati. Bene Spinazzola, molto bene a Bernardeschi che al 27' da sinistra dipinge un cross per la testa di Cristiano Ronaldo, che sbuca alle spalle di Juanfran (adattato terzino sinistro per sostituire l'infortunato Filipe Luis) e non lascia scampo. Lo Stadium (con la Curva Sud finalmente tornata a cantare) diventa una bolgia, con CR7 che chiede ancora più voce. Bernardeschi ci prova prima su punizione e poi tenta il gol in rovesciata, pericolosissimo Chiellini su angolo e provvidenziale la deviazione di Oblak. Nel primo tempo è la miglior Juve di Allegri, che trema solo nel recupero per un colpo di testa dell'ex Morata (sostituto dello squalificato Diego Costa), alto di un soffio.

Nel secondo tempo il copione non cambia e la Juventus non cala, anzi raddoppia: al 3' altra capocciata letale di Cristiano Ronaldo, questa volta su cross di Cancelo: ci vuole la Goal Line technology per convalidarlo, ma i quasi 41 mila dello Stadium sono già in festa e CR7 (terza rete in Champions con la Juve) ancora una volta chiama il pubblico. Simeone, agitatissimo in panchina, si gioca la carta Correa per Lemar e dal suo piede arriva subito un tiro pericoloso (alto), mentre Allegri lancia nella mischia Dybala al posto di Spinazzola (che esce tra gli applausi).

L'atmosfera è torrida, tanto che tra Morata e Chiellini, ex compagni e amici, c'è un piccolo parapiglia per un fallo dello spagnolo sul capitano bianconero, un gigante in difesa insieme a Bonucci. A poco più di dieci minuti dalla fine Allegri toglie Mandzukic per Kean, che su imbeccata di un inesauribile Chiellini spreca mandando a lato il pallone del possibile 3-0. Niente paura, ci pensa ancora Ronaldo, e ancora con la complicità di Bernardeschi. L'esterno corona una prestazione straordinaria procurandosi il rigore (fallo di Correa che lo spinge) che Ronaldo non sbaglia, come nella notte di Madrid di un anno fa, quando però lui vestiva ancora la maglia del Real. Stavolta è un gran regalo per la Juventus, che adesso può davvero sognare in grande. Vuole tornare a Madrid, dove si giocherà la finale, per vincere la Champions.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Wojciech Szczesny 6: Vive una serata da spettatore non pagante. Deve intervernire solo su un sinistro da fuori di Griezmann e lo fa con una smanacciata stilisticamente non perfetta ma efficace (l'azione era comunque viziata da un offside di Morata). Un piccolo brivido su un disimpegno con i piedi, poi più nulla.
Joao Cancelo 7: Timido nel primo tempo quando non approfitta adeguatamente degli spazi concessi da Juanfran e Lemar. Ripresa straordinaria. Crea superiorità numerica sulla destra, rimane stabilmente alto e soprattutto confeziona l'assist per il secondo gol di Ronaldo con un cross al bacio. Leonardo Bonucci 7: Primo regista della squadra, riscatta la brutta prestazione dell'andata al Wanda Metropolitano con una partita all'altezza della sua classe. Gioca con calma e sicurezza anche perché Griezmann e Morata (cui concede una sola occasione) gli fanno il solletico. Puntuale anche negli anticipi.
Giorgio Chiellini 7,5: Il solito gladiatore, timbra le 500 presenze in maglia bianconera con una prestazione sontuosa, l'ennesima di una stagione che per lui finora non è esagerato definire perfetta. Cancella dal campo Morata e si fa sentire anche davanti con un gol annullato e un colpo di testa alzato in corner da Oblak. Capitano vero.
Leonardo Spinazzola 7: La sorpresa in positivo della serata. E che sorpresa. Parte alla grande con un paio di accelerazioni sulla sinistra che spaventano Arias. All'esordio in Champions dimostra di avere personalità da vendere e di non avvertire la pressione. Fa impazzire Arias anche nella ripresa fino a quando Allegri lo toglie per dare spazio a Dybala.
dal 67' Paulo Dybala 6: Entra con la voglia di spaccare il mondo, agisce molto lontano dagli ultimi 16 metri ma i giocatori dell'Atletico Madrid non lo prendono mai. Se qualcuno lo pensava demotivato vista l'esclusione dall'undici titolare si sbagliava di grosso.
Emre Can 7,5: Prova di grande spessore del centrocampista bianconero che si ritrova spesso ad agire da esterno basso svolgendo il compito con grande efficacia. Cerca spesso il dialogo con Cancelo, accorcia e si propone anche in fase offensiva. A tutto campo.
Miralem Pjanic 6: Non particolarmente brillante, parte con un paio di aperture a tagliare il campo, ma poi non tenta quasi mai la giocata e si limita a una regia ordinata. Nella ripresa fa cenno più volte di avere un problema alla gamba destra, ma stringe i denti e rimane in campo fino alla fine.
Blaise Matuidi 6,5: Il primo a tentare la conclusione è lui con un sinistro in piena area che trova l'opposizione di Godin. Poi, considerato che la Juve è costantemente proiettata in avanti, garantisce equilibrio con un intelligente lavoro di tessitura tra i reparti. Giocatore preziosissimo.
Federico Bernardeschi 8: Primo tempo da incorniciare: l'assist per il gol di Ronaldo, una punizione alta di poco e una rovesciata coraggiosa che fa capire che è la sua serata. Lotta come un leone anche nella ripresa svariando su tutto il fronte d'attacco e dà ragione ad Allegri che lo ha preferito a Dybala nell'undici titolare. Fino alla ciliegina sulla torta: la progressione irresistibile che costringe Correa a commettere il fallo da rigore del 3-0.
Mario Mandzukic 5: Non è al meglio della condizione e sfodera un'altra partita poco convincente. Cercato spesso con palloni alti a centro area, viene regolarmente anticipato da Gimenez e Godin. Di fatto non è mai pericoloso.
dall'80' Moise Kean 6: Entra e dopo meno di 2 minuti va a un passo dal gol con un sinistro a incrociare che finisce a lato di un niente. Subito in partita, tiene sotto pressione i difensori dell'Atletico.
Cristiano Ronaldo 9: Finora in Champions era andato ben di sotto delle aspettative segnando un solo gol. Nella partita più importante e complicata della stagione risponde come sa fare lui. Sovrasta Juanfran e di testa segna l'1-0. Salta tra Gimenez e Godin e insacca il 2-0. Spara una cannonata di destro dal dischetto e trasforma il rigore che vale i quarti. Le sue esultanze piene di rabbia fanno capire quanto sentisse questa serata europea. Si conferma la bestia nera dell'Atletico Madrid cui rifila un'altra pesantissima tripletta. Monumentale.

sabato 22 dicembre 2018

Torino-Juventus


Serie A, Torino-Juventus 0-1: decisivo ancora Cristiano Ronaldo

Dopo una gara poco brillante dei bianconeri, ci pensa la stella portoghese a togliere le castagne dal fuoco grazie a un penalty guadagnato da Mandzukic

Mette la firma sul primo derby del suo regno bianconero, e non è una rete qualunque: il rigore di Cristiano Ronaldo che decide il derby della Mole(qui il tabellino della gara) è il gol numero 5000 della Juve in Serie A. Nella notte del Grande Torino non si arresta la marcia di questa Juventus: quindicesima vittoria e sedicesimo risultato utile su sedici partite del campionato, bianconeri tornati così momentaneamente a più undici sul Napoli in classifica. Al Toro restano i rimpianti per aver interpretato con la giusta mentalità questa stracittadina, ma poi sprecando tutto con un orribile retropassaggio di Zaza, che grida ancora vendetta, dal quale è nato il fallo da rigore.
Quando il derby sta per iniziare, svanisce subito l’illusione di poter vedere tra i protagonisti Iago Falque: nell’undici c’è Zaza accanto a Belotti, lo spagnolo (in dubbio per tutta la settimana) si è dovuto arrendere al risentimento muscolare alla coscia destra riapparso domenica sera a San Siro dopo l’infortunio di Udine ad inizio campionato. I test del mattino hanno dato esito negativo, e Iago non trova posto nemmeno in panchina. Il Toro è, per il resto, quello atteso alla vigilia: 3-5-2, centrocampo molto compatto, con Baselli e Meité praticamente bloccati, la propulsione di Aina preferita sulla destra all’esperienza di De Silvestri (per lui seconda esclusione consecutiva). La Juve disegnata da Massimiliano Allegri è quella annunciata alla vigilia, distesa con un 4-3-3 molto dinamico, con Ronaldo (partito sulla sinistra) e Dybala (in avvio sulla destra) a scambiarsi spesso le fasce. Tra i pali c’è Perin, De Sciglio e Alex Sandro prendono posto sugli esterni, a centrocampo Pjanic protetto da Matuidi e dal ritorno di Emre Can.
Il primo atto di questo derby della Mole si gioca costantemente sul filo dell’equilibrio: la Juve si fa preferire nel palleggio in avvio, il Toro esce a testa alta nella seconda parte del primo tempo. Juve forse meno autoritaria del solito, il Toro svolge alla perfezione lo spartito consegnatogli da Mazzarri: bello tosto e preciso, attento e pronto a far male nelle ripartenze. E’ la prima stracittadina di Cristiano Ronaldo, e viene quasi naturale che sia sua la prima occasione della serata, quando dopo undici minuti ci prova dal limite la palla muore sui tabelloni. Proprio l’undicesimo è il primo momento che segna un prima e un dopo di questa partita: sugli sviluppi di un calcio d’angolo Sirigu subisce la carica di Emre Can e prende un colpo al fianco sinistro. Il portiere granata stringe i denti, fa in tempo a firmare un miracolo su Ronaldo al quarto d’ora a mano aperta, ma pochi minuti deve arrendersi al dolore. Esce tra gli applausi, mentre Ichazo raccoglie la prima presenza in campionato di questa stagione.
La buona partenza dei bianconeri sbatte contro il muro granata, e dopo i primi venti venticinque minuti la trappola tattica costruita da Mazzarri (con Izzo e Baselli a inseguire ovunque Ronaldo, Djidji a uomo su Dybala, e un centrocampo attentissimo votato al sacrificio) inizia a funzionare. Il Toro prende coraggio, si alza e ha le sue occasioni: quella migliore la confeziona Belotti (al 32’) impegnando Perin di testa, poi Zaza non è rapido quanto basta per colpire sulla ribattuta sottoporta. Zaza ha però voglia e, tre minuti dopo, produce un assolo che se non porta pericoli seri a Perin ha però il merito di infondere entusiasmo ai granata. Nel finale, Ichazo è attento sul colpo di tacco di Chiellini.
Il primo quarto d’ora della ripresa è il miglior momento granata per impeto e aggressività: prima Izzo con un colpo di testa (al 7’) dà l’illusione del gol, poi trenta secondi dopo Chiellini riesce a toccare quanto serve una potenziale occasione di Belotti. Due minuti dopo, il Toro si lamenta con l’arbitro Guida per le maniere forti utilizzate in area da Sandro su Zaza: Mazzarri chiede il rigore dalla panchina, per il direttore di gara non c’è nulla. La Juve però non si scompone, reagisce con Dybala (al 13’, murato da Nkoulou), e passati i primi 15’ inizia ad occupare la metà campo granata. La gara scorre sui binari dell’equilibrio e quando si ha l’impressione che possa essere risolta solo da un episodio, eccolo che arriva e sorride alla Juventus. Al 23’ Zaza combina un pasticcio imperdonabile: il suo retropassaggio all’interno dell’area per Ichazo è troppo corto, il portiere granata esce alla disperata atterrando Manduzkic. Dal dischetto Ronaldo è implacabile (anche se Ichazo intuisce). Il Toro incassa accusa il colpo, tre minuti dopo viene salvato dal guardalinee che pesca Manduzkic in posizione di fuorigioco dopo che aveva battuto Ichazo. Mazzarri si gioca le carte Parigini e Berenguer, ma il derby è ormai andato.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Mattia Perin 6: Bravo a sbrogliare un paio di situazioni sanguinose in area. Non trema in una serata così probante per lui.
Mattia De Sciglio 6,5: Bene sulla destra, piglio autoritario per l’ex Milan.
Giorgio Chiellini 6,5: Al solito una diga... E per poco non si toglie lo sfizio di segnare di tacco.
Leonardo Bonucci 6: Qualche svarione, ma niente che lasci davvero il segno in negativo.
Alex Sandro 6,5: Pur senza strafare disputa una gara diligente e non manca di accompagnare l’azione sulla destra.
Miralem Pjanic 5,5: Non è in un momento di condizione idilliaca e lo dimostra anche questa sera. Un po' sottoritmo, anche se sa rendersi utile soprattutto nello spezzare la manovra avversaria.
Blaise Matuidi 6,5: Motorino inesauribile in mezzo al campo, esemplare per interdizione e senso dell’inserimento. Sfiora a più riprese il gol.
Emre Can 6: Parte maluccio ma cresce alla distanza e nel finale è prezioso.
Paulo Dybala 6: Come sempre gli capita in campionato giostra lontano dalla porta con licenza di creare gioco. Ci riesce, a tratti, con qualche pausa in mezzo.
Cristiano Ronaldo 6,5: Anche in una serata non trascendentale si erge a protagonista con qualche sgroppata sulla sinistra ma soprattutto quando trasforma un rigore pesantissimo. Nota a parte: che bisogno c’era di andare a spintonare il portiere avversario dopo la trasformazione del penalty?
Mario Mandzukic 7: Mario Mandzukic in formato extra lusso per il derby della Mole. Corre per tre, si procura il penalty della vittoria e segnerebbe pure (ma la sua rete è viziata da leggero offside di Ronaldo). Crescita costante nell’arco del match per il gladiatore bianconero. Uomo ovunque.

giovedì 13 dicembre 2018

Young Boys - Juventus


Champions League, Young Boys-Juventus 2-1: bianconeri primi

Nella sesta giornata del girone H di Champions League, i bianconeri escono sconfitti ma passano come primi

La Juve cade su un materasso svizzero. E non c’entra nulla il valore dello Young Boys, che anzi dimostra una volta in più di meritare di giocare la Champions League, non solo per lo straordinario pubblico dello Stade de Suisse. Il 2-1 con cui batte la Juventus va dritto nelle pagine di storia svizzera, anche se l’avventura europea per quest’anno si chiude qui. Ma la sconfitta di Berna, la seconda del girone, non mette mai a rischio il primo posto del gruppo H. Lo United va sotto al Mestalla, incassa il secondo gol in avvio di ripresa e fa dormire i bianconeri tra due guanciali. La Juventus perde una partita strana: crea almeno 6/7 palle gol nitide e dietro concede solo l’ingenuità che provoca il rigore e il contropiede del 2-0. Quello che manca è la continuità nell’esprimere gioco, oltre alla mancata risposta da parte di alcuni singoli, Bernardeschi su tutti, ancora lontano dai suoi standard migliori.
Seoane, allenatore poliglotta, sa benissimo che è la difesa il ventre molle del suo Young Boys. Imposta una partita tutta intensità e pressione, con Fassnacht a disturbare la costruzione della Juve e una squadra che resta sempre corta. La Juve, che dopo 23’ perde anche Cuadrado (ginocchio, dentro Alex Sandro con De Sciglio a destra) fatica a costruire, ma non appena la palla arriva vicina all’area svizzera è pericolosa. CR7 sfiora il gol in 5 occasioni: non è serata tra pali esterni, parate di Wolfli e un po’ di insolita imprecisione nell’ultima stoccata. Il suo girone si chiude così con un solo gol: bottino più basso dal 2007/08 a oggi. E così la copertina, oltre che per un Paulo Dybala entrato alla grande (sinistro dell’1-2 e magnifico bis nel recupero vanificato da un fuorigioco attivo di Ronaldo), è tutta di Ian Hoarau, centravantone in passato allenato da Ancelotti, freddo dal dischetto e magistrale nel beffare Bonucci. La Champions nei gironi è bella anche per storie come la sua.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Wojciech Szczesny 6: A un passo dal parare anche questo rigore. Sul secondo gol non ha colpe.
Juan Cuadrado 6: Parte terzino, inizia pimpante, ma poi prende un colpo al ginocchio e deve abbandonare il campo (Dal 23’ Alex Sandro 5,5: Entra a freddo, commette il fallo da rigore, fatica a riprendersi. Nella ripresa risulta tra i migliori, visto che a sinistra domina. Ma l’errore del primo tempo resta grave) .
Leonardo Bonucci 5: Accompagna Hoarau verso la porta e gli concede il tiro del 2-0. Un po’ troppo morbido rispetto al solito.
Daniele Rugani 6: Se la cava. Tutto sommato dietro è il migliore della Juventus. Pochi fronzoli.
Mattia De Sciglio 5: Abulico, fuori posizione, spesso distratto. Tre passi indietro (Dal 72’ Paulo Dybala 7: Entra e cambia la Juventus. Un gran gol e un'altra perla poi annullata. Tra le linee accende la luce e risveglia l’orgoglio bianconero)
Federico Bernardeschi 5: Parte mezz’ala, si accentra molto, porta palla, ma senza logica. Fuori dagli schemi e anche poco preciso. Insufficiente.
Rodrigo Bentancur 5,5: Insomma. Non trova la giusta posizione e galleggia in mezzo. Anche lui stranamente poco puntuale in alcuni appoggi.
Miralem Pjanic 5: Un po’ sornione, un po’ molle, un po’ fuori forma. Gioca al 50% e si vede. (Dal 65’ Emre Can 6: Dentro, si fa sentire, prova a caricare l’assalto finale).
Douglas Costa 6: Nasce da un suo folle passaggio a tagliare l’area il rigore: Alex Sandro controlla male, ma lui ha le sue colpe. Nella ripresa comanda sulla corsia mancina. Tutte le iniziative migliori sono sue.
Cristiano Ronaldo 4,5: La classica serata storta. Sbaglia tre gol facili nel primo tempo, enormi difficoltà nei controlli, centra un palo con un colpo di testa da due passi. E nel finale è in fuorigioco sulla bordata di Dybala che sarebbe valsa il 2-2. Un mezzo disastro stasera CR7.
Mario Mandzukic 5,5: Gioca spesso spalle alla porta. Sui cross dalle fasce non riesce mai a colpire. Generoso come sempre, ma poco incisivo.



sabato 8 dicembre 2018

Juventus-Inter


Serie A, Juventus-Inter 1-0: il treno bianconero non si ferma. Decide Mandzukic nel secondo tempo

Derby d'Italia molto equilibrato, ma l'ultima parola è sempre dei bianconeri: palo di Gagliardini nel primo tempo, poi Mandzukic è ancora decisivo. La squadra di Allegri sembra non avere più rivali in Italia

Questo treno non fa fermate, nemmeno nelle stazioni più attese. Da agosto, lungo i binari d’Italia, si segnala un unico rallentamento, peraltro piuttosto casuale (un’incomprensione fra macchinista e capotreno). Per il resto, si macina, si corre, si coprono distanze record (43 punti in 15 gare, primato storico eguagliato nei top5 d’Europa). I vagoni bianconeri se non travolgono, superano gli ostacoli, anche quelli che provano a non mostrare paura. La Juve batte 1-0 un’Inter che per lunghi tratti gioca alla pari e che chiude con un 4-2-3-1 con Perisic, Keita, Lautaro e Icardi tutti insieme, ma mettendo insieme solo due tiri sbilenchi del Toro.

Anche in una serata in cui Cristiano è un po’ meno marziano, la squadra di Allegri mostra superpoteri collettivi: il reparto arretrato è impressionante per capacità di prenderle tutte. I bianconeri concedono due occasioni in tutto il match: il palo di Gagliardini e un tiro in area (gestito male) di Politano, dopo un pasticcio in uscita di Matuidi. Il centrocampo ha aggiunto un Bentancur formato “top player” a un reparto già ricco di soluzioni, l’attacco ha vie molteplici per arrivare al gol. L’Inter non viene travolta ma, alla lunga infilata: siamo a +11, stasera, sulla seconda. I nerazzurri (-14) rischiano di ritrovarsi il Milan a -1, ma non è la serata di accuse o processi. Anche stavolta vanno vicini al pari, chiudono con la vittoria di Pirro del possesso palla (51 a 49), trovano un Icardi in versione assist-man, un Joao Mario recuperato anche per questi palcoscenici e una tenuta difensiva convincente.

 Il centrocampo nerazzurro, dove Spalletti schiera due esclusi dalla lista Champions (Gagliardini e Joao Mario), regge a lungo l’urto e il gioco. L’Inter tiene palla come da progetti, a lungo però lo sbocco sembra unico: cross da fondo, che prende sempre Chiellini. La prima volta che l’Inter riesce a raggiungere Icardi a centro area, su spunto di Politano, Mauro difende palla spalle alla porta e serve l’inserimento di Gagliardini, davanti a cui si apre la porta: il sinistro incrociato finisce sul palo. Il legno, il pericolo, l’occasione svegliano la Juve e il match.

 Il 4-3-casino di Allegri comincia allora a produrre: spuntano più volte le teste di Mandzukic e Chiellini, ma la palla migliore è per Bentancur, su cui serve una scivolata “coccodrillesca” di Brozovic per evitare il gol. Cancelo, spostato a sinistra da Allegri dopo 20’, inizia a far danni (agli avversari), Ronaldo produce doppi passi in serie, su cui Skriniar però raramente si fa sorprendere. Il suo primo tiro (dopo un tentativo di replica della famosa rovesciata, venuta meno bene) arriva dopo un’ora, su regalo di Miranda: forte ma alto. Il portoghese migliore, stasera, risulterà essere Cancelo, l’ex, che dopo 66’ va via a Vrsaljko e piazza il cross vincente. Il più decisivo dei croati, nonostante un’altra prestazione enorme di Brozovic nelle due fasi, sarà Mandzukic, che sul secondo palo, quasi in tuffo, anticipa Asamoah, l’altro ex. Al boa bianconero basta un morso, poi si mette a guardare gli effetti letali: avanti il prossimo. Testa alla prossima anche per l’Inter: il Psv, martedì, è uno snodo anche più cruciale.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Wojciech Szczesny 6: Attento quando vine chiamato in causa, senza dover commettere interventi decisivi. Serata tutto sommato tranquilla, anche grazie alla prova arcigna dei due centrali a sua protezione.
Mattia De Sciglio 6: Presidia bene la sua zona e trova il modo di proporsi in fase offensiva. Prova non sfolgorante, ma di personalità.
Leonardo Bonucci 6,5: Non sbaglia nulla ed è incisivo anche in fase di impostazione dalla prima linea con lanci radiocomandati da dietro. Con il compagno di reparto forma una coppia formidabile.
Giorgio Chiellini 7,5: È in una condizione fisica debordante e lo dimostra anche stasera con chiusure a ripetizione sugli avversari, specialmente nella fase più rovente del derby d’Italia. Dalle sue parti non si passa nemmeno per sbaglio. Gladiatore vero.
Joao Cancelo 7: Fenomenale uomo assist, è lui a scappare alle spalle di Vrsaljko e offrire un cioccolatinio solo da scartare per Mandzukic. È un po’ la sliding door della serata: nel cambio tra esterni di difesa è stata l’Inter a perderci, ma questo in fondo lo sapevamo già. Unico neo: sbaglia qualcosa in fase difensiva, arte ancora da affinare.
Miralem Pjanic 5: Peggiore tra le fila dei padroni di casa, perchè non entra mai davvero in partita e soprattutto nel primo tempo lascia la ribalta ai pari ruolo avversari, soprattutto Brozovic. Il giallo rimediato in avvio lo condiziona, forse, perchè oggi è parso la pallida copia del miglior "pianista" bianconero. (82’ Emre Can s.v.).
Rodrigo Bentancur 6: Luci e ombre nella partita del centrocampista “volante” bianconero. A tratti troppo ruvido, a tratti precipitosa, in ogni caso non fa mancare il suo apporto quantitativo al match.
Blaise Matuidi 6,5: Si fa perdonare un paio di sbavature difensive con la sventagliata da cui scaturisce il gol partita.
Paulo Dybala 6: Si muove da “tuttocampista” come ormai gli compete ma a conti fatti è più efficace lontano dalla porta; non irreprensibile al momento di battere a rete, eppure un paio di occasioni li avrebbe anche. Si salva per generosità e predisposizione alla battaglia (72’ Douglas Costa 6: Qualche strappo in ripartenza utile per far ripartire la squadra) .
Mario Mandzukic 6,5: Bravo a farsi trovare nel porsto giusto al momento giusto dopo una prova non esattamente scintillante. Quello di Cancelo del resto è un invito a nozze per uno come lui. Settimo gol del suo splendido campionato, sin qui.
Cristiano Ronaldo 6: Serata da attore non protagonista la sua: qualche buono spunto, però anche una cattiva gestione di alcuni palloni nei pressi dell’area avversaria. La voglia di incidere nel match c’era tutta, ma la sensazione è che questa sera gli sia rimasto il colpo in canna.

domenica 2 dicembre 2018

Fiorentina - Juventus

Fiorentina-Juventus 0-3: gol di Bentancur, Chiellini e Ronaldo (rigore)

Tredicesima vittoria in campionato per i bianconeri che salgono momentaneamente a +11 sul Napoli. Primo k.o. al Franchi per la Viola che in A non raccoglie i 3 punti dal 30 settembre

Per la prima volta la Juve aliena di quest’anno guarda i rivali con tre gol di scarto, in campionato. Per la prima volta il marziano assapora dieci minuti di panchina di cortesia. Per la tredicesima volta (su 14) i bianconeri si mettono in tasca tre punti rotondi, ma questa vittoria in casa dei viola è più squillante delle altre e non solo per il punteggio. In un campo tra i più ostili, nonostante la timidezza della Fiorentina di Pioli, Allegri dà una dimostrazione di sicurezza disarmante: patisce poco, domina tanto e alla fine si gode i gol di Bentancur, Chiellini e il rigore di Ronaldo. Le giocate in campo non hanno, però, cancellato la vergogna della scritta fuori dallo stadio inneggiante all'Heysel e offensiva verso Gaetano Scirea. Eppure al Franchi un applauso emozionato di tutti i tifosi viola ha accompagnato i cori degli ultrà bianconeri dedicati a Davide Astori, omaggiato con una corona di fiori da Chiellini e soci prima del match.

Allegri sceglie di dare un turno di riposo a Pjanic ed è Bentancur, in ascesa verticale, a spartire pani e pesci in mezzo. Ma è a destra la novità, con l’ex Cuadrado mezzala in una posizione stuzzicante, pronto a duettare con il tridente del “caos creativo”: Dybala, Mandzukic e Cristiano continuano nel loro gioco orbitante. A turno c’è un pianeta al centro dell’universo bianconero e le altre due punte gli ruotano ai lati, portando i rivali a perdere spesso il senso dell’orientamento. Nel movimento dei terzini, vista l’assenza di Alex Sandro, De Sciglio va a destra e Cancelo sgomma a sinistra: il portoghese è la solita freccia piantata nel costato avversario. E così dopo 15 minuti in cui la Fiorentina sembrerebbe pure propositiva e coraggiosa, la gara si sbilancia: la Juve muove le truppe, poco a poco si fa più manovriera. Quando prende stabilmente possesso della metà campo viola, trova 2-3 contatti da punizione al limite e un paio di tiri urticanti. Nel complesso, il gol non sembra troppo lontano, ma arriva da chi non ti aspetti: l’uruguagio che sembrava un po’ spaesato nel ritorno ai compiti da regista, lui che nel frattempo è diventato una mezzala che fiocchi. Porta palla, scambia con Dybala e si infila nel burro viola prima di battere da sinistro: ma oltre alla bellezza della giocata di Bentancur, c’è dell’altro che fotografa questi nuovi tempi bianconeri. La sola presenza di Cristiano impone ai difensori rivali un surplus di attenzione e di cattivi pensieri: sull’1-0 è Pezzella a fare quel passetto di troppo per colpa della distrazione aliena. In più, con Cuadrado che si allarga, Dybala trova ottime zolle: la Joya è sempre più il “tuttocampista” reclamato da Allegri, un giocatore totale che alla Juve serve come il pane.

Se Pioli aveva chiesto alla Fiorentina una partita di grande tecnica, il risultato pare l’esatto opposto: i toscani sbagliano tanto e si affidano solo a tagli isolati di Chiesa e a qualche incursione di Benassi. E. Fernandes e Veretout, in più, arrancano in mediana quanto Matuidi alza i giri del motore. Eppure la Juve, sicura ma distratta, concede una macro-occasione: Giovanni Simeone non tocca come si addice a un centravanti argentino che abita a Firenze la palla messa dentro da Milenkovic. Szczesny, che aveva sudato freddo, si ritrova la palla tra le mani e ringrazia il momentaccio del Cholito. Se non ritrova l’efficienza e le reti del suo bomber (ma anche quelli degli altri assaltatori di Pioli), è inutile custodire velleità europee. Eppure, d’orgoglio, nel secondo tempo cresce la pressione della Fiorentina e Chiesa e soci costringono i bianconeri a sbagliare tanto, troppo, in disimpegno. Diversi i calci d’angolo accumulati, pochi battuti bene, a cui si somma qualche conclusioni in porta. Tradotto: il tridente di Pioli inizia a essere più efficace. Pure Gerson sale di livello dopo un primo tempo da dimenticare.

Quando Pioli azzarda l’ex Pjaca per Benassi, il croato si posiziona a sinistra e Chiesa cambia di fascia: su una infilata pericolosa, il figlio di Enrico avrebbe pure l’occasione di segnare, ma Cancelo fa una chiusurona che vale come un gol. Anche perché quello vero, dei bianconeri, arriva poco dopo. Anche nel 2-0 la firma non è delle più consuete: la scorribanda di turno al 24’ è di capitan Chiellini, la conclusione in mezza girata è di destro e questo rende ancora più curioso lo scenario. Niente di anomalo, invece, nel gol di giornata di Cristiano Ronaldo dieci minuti dopo: stavolta arriva su rigore, fischiato da Orsato (tornato ad arbitrare la Juve) per fallo di mano di E. Fernandes. Solo a quel punto, dopo 1250 di minuti filati giocati in campionato, l’alieno (ammonito per l’esultanza) può concedersi una sostituzione lasciando il posto tra i fischi all’ex Bernardeschi.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Wojciech Szczesny 6: Non compie parate proibitive, ma si fa trovare pronto quando serve. Ordinaria amministrazione su Chiesa.
Mattia De Sciglio 6: Buona prova nelle due fasi, in quella di contenimento limita le sfuriate viola e in particolare Chiesa.
Leonardo Bonucci 6,5: Alla 300esima da titolare in Serie A non sbaglia praticamente nulla. Di qui non si passa.
Giorgio Chiellini 7,5: Muro difensivo e prova da leader. Come se non bastasse, in girata mette a segno lo 0-2 con la complicità di Lafont.
Joao Cancelo 7: Primo tempo sontuoso con lanci al cachemire per Ronaldo e sgroppate imperiose. Poi cala e si piace un po’ troppo.
Juan Cuadrado 6,5: L’assist per Chiellini di testa è qualcosa di inedito. Per il resto è più abile nel mandare in gol i compagni che nelle conclusioni, talvolta sparacchiate in curva (dall’84’ Douglas Costa s.v.).
Rodrigo Bentancur 8: Ha il merito di sbloccare un match non facile. Nel frangente salta Veretout e Pezzella e deposita in buca d’angolo. La sua crescita prosegue: due gol e un assist fin qui ma soprattutto una grande personalità.
Blaise Matuidi 6,5: Sostanza e quantità. Il classico giocatore che fa del lavoro oscuro la sua dote principale.
Paulo Dybala 7: Illuminato, partecipa alla rete di Bentancur e trova buone trame con i compagni.
Mario Mandzukic 6: A parte il giallo evitabile, è un po’ fuori dal coro bianconero ma ha il merito di procurarsi il rigore dello 0-3 (dall’89’ Moise Kean s.v. ).
Cristiano Ronaldo 6,5: Il decimo gol è servito su rigore e bisogna tornare ai tempi di Charles per un simile impatto realizzativo. Per il resto si diletta nei numeri, ma conferma uno scarso feeling con le punizioni (dall’81’ Federico Bernardeschi s.v.).

mercoledì 28 novembre 2018

Juventus - Valencia


Juventus-Valencia 1-0: gol di Mandzukic su assist di Cristiano Ronaldo

Bianconeri agli ottavi, ma la rete di Fellaini a Old Trafford costringerà a uno sforzo in più con lo Young Boys all'ultima giornata del girone per conservare il primo posto

Dentro a uno stadio commosso che canta il nome di Luca Vialli, la Juve dà uno scossone alla sua marcia europea: qualificazione agli ottavi, anche se il primo posto passa ancora dall'ultima partita del girone con lo Young Boys. L'1-0 con il Valencia, arrivato senza strafare e con un filo di gas, conferma, però, una delle tante note liete della stagione: i bianconeri si fondano sempre di più sulla forza dei due dioscuri davanti. Mandzukic, autore del gol vittoria, è forse quello che più se la sta spassando in questa nuova era. Sfrutta lo spazio che gli lascia Ronaldo e si gode pure i cross alieni: da uno del fenomeno arriva il tocco croato che consente alla Juve di centrare il primissimo obiettivo stagionale.
Il 4-3-caos, come da definizione allegriana, è la nuova tendenza per la stagione autunno-inverno: la Juve di Max si specchia in quei tre davanti e nel loro caos creativo perché Dybala, Mandzukic e Cristiano occupano sempre zolle diverse e tolgono riferimenti al Valencia. Marcelino, però, dai suoi pretende ordine e disciplina, così le linee del 4-4-2 sono piuttosto strette, con i terzini bassi Gayà e Wass schiacciati spesso sui centrali, e Kondogbia uomo d'ordine. Nel primo tempo Ronaldo prende la mira e, come sempre, tenta come un ossesso la conclusione dalla sinistra: è più pericoloso, invece, nelle volate sulla fascia con le quali attira come magneti almeno due valenciani. Pure Dybala è in uno stato psico-fisico di eccellenza: difende palla col coltello e apre il gioco col fioretto. Un suo sinistro dolcissimo ma tagliente, poco dopo il 20esimo, squilibra completamente la difesa attenta dei valenciani: Alex Sandro sbaglierà il cross, ma è un segnale da afferrare. I bianconeri possono costruire così, con un palleggio svelto finalizzato all'allargamento delle fitte linee nemiche. A turno, da dietro, anche Bonucci e Pjanic si dilettano in lanci precisi, soprattutto per Matuidi e Alex Sandro. Ma anche Cancelo ha l'argento vivo addosso e, smarcato da Bonucci di tacco, cerca al 41' un esterno destro geniale che esce di poco.
Un controllo sbagliato, un ultimo passaggio infelice, un cross che viene tolto dalla testa di Mandzukic da quel lungagnone di Diakhaby: nel complesso, senza ammazzarsi di fatica e con un ritmo lentino, sembra che la Juve sia sempre lì per essere pericolosa davvero. Che sia solo una questione di dettagli a impedirle di brindare. Ma alla fine, però, si rischia la beffa perché sull'ultimo calcio d'angolo del tempo è proprio il lungagnone ad arrampicarsi anticipando Ronaldo: Szczesny risponde con una delle più belle parate da quando veste di bianconero e stravince la sfida con Neto tra ex riserve di Buffon. È una sveglia, un pizzicotto nel costato di Allegri: se non si ritrova un po' di cattiveria, la beffa è dietro l'angolo.
Per seminare incertezze nell'ordine valenciano servirebbe qualcuno che salta l'uomo e Max lo mette subito dopo l'intervallo: fuori Alex Sandro e dentro Cuadrado, con slittamento di Cancelo che anche a sinistra dimostra di trovarsi a suo agio. E da una combinazione mancina tutta portoghese salta il tappo del match: Cancelo libera Ronaldo che lavora la palla con il solito gioco di prestigio e taglia un cross radente per il più semplice dei tap-in di Mandzukic. In questa epoca "Cristiana" il croato si scopre sempre più goleador, sfruttando le attenzioni che le difese avversarie sono costrette a riservare all'alieno. Anche Marcelino fa la sua mossa all'intervallo e toglie il gioiellino Rodrigo, poco più che una comparsa fino ad allora, per il francese Gameiro. In realtà gli spagnoli sussultano solo per un gol annullato per manata dell'onnipresente Diakhaby (ammonito) e sono costretti a cambiare anche la seconda delle due punte: via Santi Mina, dentro Batshuayi. Effetto nullo, qualche mischia appena, anzi a sinistra i bianconeri sfondano ancora e ancora: Neto, ex col dente avvelenato, salva prima su Ronaldo e poi su Mandzukic. Con l'1-0 finale la strada è segnata e qua tutti vorrebbero fare un regalo a Gianluca Vialli: renderlo il penultimo capitano ad aver alzato quella coppa.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

WojcIech Szczesny 7: La parata su Diakhaby è eccezionale. Conferma di avere nel suo bagaglio tecnico prodezze da grande portiere. Unico intervento determinante sull’unico tiro nello specchio subito
Joao Cancelo 7: Si propone di continuo a destra. Parte da una sua idea a sinistra l’azione del gol di Mandzukic. Martellante, continuo, sveglio.
Leonardo Bonicci 6,5: Un tacco illuminante per Cancelo nel primo tempo. Dietro regge bene, coadiuvato da un Chiellini in stato di grazia.
Giorgio Chiellini 7,5: Impavido, sicuro, preciso, in forma. Un muro. Allegri deve gestirlo e risparmiarlo, perché con Chiellini a questi livelli far male alla Juventus è davvero complicato.
Alex Sandro 6: Buona spinta a sinistra. Si sovrappone e va al cross, anche se mai con la richiesta precisione. Esce all’intervallo per un fastidio muscolare (Dal 46’ Juan Cuadrado 6: Entra e si sistema basso a destra. Buono un recupero su Guedes. Attento e disciplinato) .
Rodrigo Bentancur 6,5: Un paio di recuperi eccellenti. Gioca duro quando c’è da giocare duro, ma gestisce il pallone con una qualità invidiabile.
Miralem Pjanic 6: Gioca un’infinità di palloni, pur essendo sempre raddoppiato. Meno presente che in altre circostanze, ma sempre sul pezzo.
Blaise Matuidi 6: Gamba meno vibrante del solito. Appoggia a sinistra, contiene e prova a dare ordine.
Paulo Dybala 6: Tra le linee fatica nel primo tempo. Nel secondo tempo migliora un po’ e impegna anche Neto. Si danna l’anima in ripiegamento. Diciamo che non era in una grande serata, ma che è risultato comunque utile (Dal 79’ Douglas Costa S.V.) .
Mario Mandzukic 6,5: Diakhaby lo infastidisce, anche fisicamente. Nella ripresa mette la firma su assist dell’ormai suo gemello portoghese. Sempre più a suo agio nell’intesa con CR7.
Cristiano Ronaldo 7: Molto largo nella prima frazione. Nella seconda sale in cattedra, fornendo l’assist del vantaggio a Mandzukic. Ogni volta che tocca palla, succede qualcosa. Vittoria numero 100 in Champions League, il primo della storia a riuscirci.