Simply 6

domenica 27 maggio 2018

Juventus-Verona


Juventus-Verona 2-1: Rugani, Pjanic e Cerci. Lichtsteiner sbaglia un rigore

Rugani, Pjanic e Cerci nell'ultima partita dell'anno. Lichtsteiner sbaglia un rigore e non segna nel giorno dell'addio


Al minuto 62’, quando smette per sempre di calpestare l’erba bianconera, il tempo sembra sospeso nel pianeta Juve. Mentre le mani si spellano per lunghi minuti e gli occhi diventano umidi, qualche tifoso stenta ancora a crederci: l’Allianz non è più la casa di Gigi Buffon. E in una atmosfera irreale il capitano saluta idealmente tutto il calcio italiano. Abbraccia compagni e avversari, sorride e piange nella stessa espressione: lo staff e gli altri in panchina gli dedicano pure un “pasillo” d’onore appena lascia a Pinsoglio. Forse il campione allungherà la sua leggenda altrove, un giorno non troppo lontano potrebbe pure tornare da avversario, ma ovunque porterà con sé l’amore di questo popolo. Il suo. In fondo, è tutta qua quest’ultima giornata dei campioni di Italia, racchiusa in questa struggente dichiarazione d’amore. Ci sarebbe pure una partita da giocare, contro il Verona di Pecchia già con la testa alla B, e soprattutto la coppa del mito da alzare, quella del settimo scudetto filato, prima che la squadra possa salire sopra al bus scoperto e abbandonarsi all’abbraccio (bagnato) del centro. Ma tutto sembra un contorno, la cornice che distrae dal cuore della tela: sopra ogni cosa, questo è il Buffon-Day, iniziato con un frullato di emozioni dall’inizio. Con i tifosi della prima fila in curva che lo strapazzano di abbracci prima di dedicargli una coreografia (il numero uno con il corpo di Ken il Guerriero circondato dagli scudetti di questo ciclo: dalle sette stelle di Hokuto ai sette titoli di Gigi…). Alla fine della processione, gli resta attorno al braccio una sciarpa bianconera: pare un segno, come se questi colori volessero stargli ancora sulla pelle.

La partita va a ritmi pachidermici e il Verona si gode, di riflesso, un po’ della festa sperando di risalire su questo palcoscenico quanto prima. Anzi, è Fares a tirare per primo e a costringere Buffon a sporcarsi i guanti: non è la parata più difficile della carriera bianconera di Gigi, ma è forse l’ultima e quindi merita l’ovazione dell’Allianz. Per il resto, Allegri rinuncia a Higuain per Mandzukic, ma quelli più ispirati sono i sudamericani che sentono l’aria frizzante del Mondiale: Douglas Costa che sprinta alla solita frequenza supersonica e Dybala che affila spesso il sinistro. In mezzo Marchisio, anche lui attraversato dall’idea di partire, dirige il traffico lento, mentre a destra Lichtsteiner si abbandona alle ultime scorribande bianconere. Come Asamoah, in panchina e prossimo interista, anche per lo svizzero applausi di sincera riconoscenza. A Lichtsteiner viene pure concessa la possibilità di calciare un rigore sul 2-1, ma Nicolas intuisce e gli strozza in gola l’ultimo urlo. Sturaro, invece, si fa male e deve lasciare il campo a Bentancur, promosso in questo primo anno di apprendistato Juve.
I gol arrivano solo nella ripresa: il tap-in di Rugani dopo il tiro di Douglas e la sentenza su punizione di Pjanic portano la Juve sul 2-0, prima che il cambio Buffon-Pinsoglio squarci il pomeriggio e faccia annuvolare il cielo. C’è Higuain, entrato anche lui, che cerca l’ultimo gol dell’anno con ostinazione più e più volte ci va vicino. Ma senza Gigi in campo arriva curiosamente la rete di Cerci che accorcia il risultato. Ma, soprattutto, cade improvvisamente la pioggia, malinconica e incessante: lava le lacrime per l’addio di Buffon, bagna questa strana giornata di festa che la Juve mai dimenticherà.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus data da eurosport.it:

Gianluigi Buffon S.V.: Una parata facile e tanti meritati applausi. Il voto alla carriera in bianconero di una leggenda del calcio italiano sarebbe ovviamente 10. La valutazione di un mito. (Dal 64’ Carlo Pinsoglio 6: Entra e senza colpe subisce il gol di Cerci. Poi due buone parate in presa. Esordio da ricordare in ogni caso) .
Stephan Lichtsteiner 6: Anche lui ai saluti. Rischia un’autorete nel primo tempo, con un tocco maldestro da corner. Sbaglia un rigore, che Nicolas intuisce e respinge. La sufficienza è di stima.
Daniele Rugani 6,5: Trova il gol con la prima sortita offensiva, su sviluppo di corner. Il suo secondo centro in questo campionato. Dietro arriva in ritardo sul gol di Cerci.
Andrea Barzagli 6: Sabato di semi-relax. Molto bello l’abbraccio, per primo, a Buffon.
Alex Sandro 5,5: Insomma. Dà sempre la sensazione di essere svagato o poco concentrato. Dal suo lato Romulo sfonda spesso.
Stefano Sturaro 5,5: Involuzione preoccupante. Fatica nel trovare la posizione, sbaglia anche appoggi semplici. Esce per infortunio prima della fine del primo tempo (Dal 44’ Rodrigo Bentancur 6: Entra, governa in mezzo, duetta con Pjanic) .
Miralem Pjanic 7: Altro gol su punizione diretta. Uno specialista vero. Solita eccellente gestione del pallone.
Claudio Marchisio 6,5: Cerca ripetutamente il gol con tiri da fuori. Non lo trova, ma mostra voglia e gamba. Dovrà capire cosa fare del suo futuro.
Douglas Costa 6,5 : Vola a sinistra. Con ogni pallone giocato crea un pericolo. Svelto, attivo, leggiadro. (Dal 67’ Gonzalo Higuain 6: Trotterella nel finale, spara due bomber fuori di poco)
Mario Mandzukic 6: Da punta centrale può sfruttare i cross di Douglas Costa e gli appoggi di Dybala. Va vicino al gol tre volte, senza la giusta fortuna. Ripresa da spettatore.
Paulo Dybala 6,5: Con un pallonetto morbidissimo centra la traversa: giocata da fuoriclasse. Si procura punizioni in serie, cerca sempre lo spunto vincente.




mercoledì 16 maggio 2018

Roma-Juventus


Roma-Juventus 0-0: bianconeri nella leggenda, settimo scudetto consecutivo

I bianconeri con lo 0-0 dell'Olimpico si prendono il punto che significa matematica certezza. Nella ripresa espulso Nainggolan

Adesso il 7 è numero buono anche per la Gazzetta ufficiale: la Juventus è ancora una volta - la settima consecutiva per l'appunto - campione d'Italia. Allegri festeggia con un turno d'anticipo grazie al pareggio senza gol dell'Olimpico, al termine di una partita il cui tabellino dice tutto: mezzo tiro in porta - un colpo di testa di Pellegrini al 20' del secondo tempo -, portieri in vacanza e alla fine tutti felici e contenti. La Juve di più, certo. Ma anche la Roma, già qualificata per la prossima Champions League, a cui basterà un punto domenica prossima a Reggio Emilia con il Sassuolo per il matematico terzo posto.
Il primo tempo vola via a ritmi bassi. E l'andazzo si capisce subito, soprattutto da parte juventina. Ci prova un po' più la Roma, i giocatori di Allegri sono svagati e non è un caso che le uniche occasioni Roma arrivino dopo palloni persi malamente sulla trequarti dai bianconeri. All'8' lo svarione è targato Rugani: Pellegrini recupera sulla trequarti ma invece di andare fino in fondo sceglie l'assist per Dzeko, il cui controllo e la successiva conclusione di sinistro non sono precisi. Due minuti più tardi a perdere palla in uscita è Pjanic: Nainggolan stavolta non copia Pellegrini, va fino in fondo senza servire Dzeko ma la conclusione di sinistro è alta. La Juve si affaccia al 15': Higuain serve in profondità Dybala, Alisson è bravo ad anticipare l'uscita e a fermare il numero 10 bianconero. Resterà l'unico intervento del brasiliano in tutti i primi 45 minuti, ma non è che Szczesny sia super impegnato: zero tiri in porta in tutto il primo tempo. Le uniche altre minacce - lievi, per carità - le portano Pellegrini al 26', con un tiro dal limite non distante dai pali bianconeri, e al 34' Dybala sono un sinistro fuori dai 20 metri. Non c'è null'altro fino al minuto 44, quando Kolarov con una punizione sull'esterno della rete dà ai tifosi della Roma l'illusione del gol.
Zero cambi nella ripresa. Ma almeno, dopo neppure tre minuti, c'è un'emozione...virtuale: Alex Sandro mette dentro per Dybala, che di prima intenzione batte Alisson: esultanza bianconera, ma Tagliavento annulla per fuorigioco. Minuto 11: De Rossi dentro per Dzeko, anticipato da Szczesny in uscita bassa, poi El Shaarawy non riesce a trovare la conclusione. Strappo Roma al 20': Kolarov interviene di forza sulla trequarti, recupera un pallone e spara un sinistro verso Szczesny deviato in angolo. Sul successivo corner arriva l'unico tiro in porta della partita: in realtà è persino forzato definirlo tale, perché il colpo di testa di Pellegrini arriva docile nelle mani di Szczesny. Al 23' Nainggolan, già ammonito, entra duro su Dybala: secondo giallo e rosso estratto da Tagliavento. E' l'episodio che di fatto spegne gli animi peraltro già poco bollenti delle due squadre. Di Francesco prova a correre ai ripari: fuori Pellegrini, dentro Gonalons per un 4-4-1. Al 29' all'Olimpico arriva la notizia del gol del Napoli, ma la cosa non scuote più di tanto la Juventus, in controllo del match e ora pure in superiorità numerica. Pjanic e compagni cominciano un'infinita melina che impedisce per diversi minuti a Bentancur e a Schick di entrare in campo: ci riescono al 36', seguito subito dopo da Strootman. Praticamente non si gioca più, l'eccezione è un contatto sospetto in area tra Dybala e Jesus, ma Tagliavento lascia giocare. L'Olimpico giallorosso gradisce ma non troppo: pareggio annunciato era, pareggio annunciato è stato. Ma qualcosa di più le due squadre avrebbero potuto regalarlo, agli oltre 53 mila paganti: il calcio sa per fortuna essere anche altro.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Wojciech Szczesny 6: Come il collega Alisson, non deve compiere interventi. Anche perché, nelle situazioni di potenziale pericolo, i compagni fanno da scudo umano.
Mattia De Sciglio 6,5: Sicuro. Deve controllare Kolarov ed El Shaarawy, ma tiene botta. Qualche difficoltà nei primi 45 minuti, poi una ripresa tranquilla.
Daniele Rugani 6,5: Rischia quasi subito di regalare il vantaggio alla Roma, poi acquisisce concentrazione e non sbaglia più, prendendo progressivamente le misure a Dzeko.
Andrea Barzagli 7: Presenza difensiva totale. Sempre ben posizionato, chiude tutto e non molla un centimetro in marcatura. Prestazione da gigante.
Alex Sandro 6: Deve tenere a bada lo scatenato Ünder e soffre spesso e volentieri, tanto da rimediare un'ammonizione. Ha comunque la forza di non farsi condizionare, disputando una buona ripresa.
Miralem Pjanic 5,5: Non disputa certo la sua miglior prestazione, tra un sanguinoso pallone perso e un'ammonizione. Per sua fortuna, può bastare anche questo per lo Scudetto.
Blaise Matuidi 6: In campo all'ultimo al posto del'infortunato Khedira, si fa trovare pronto. Poco appariscente, ma nel posto giusto al momento giusto.
Federico Bernardeschi 6: Un primo tempo in ombra, una ripresa decisamente migliore. Allegri lo toglie dal campo proprio quando sembra stia carburando (dal 67' Douglas Costa 6: Porta un po' di vivacità in un finale che, in realtà, è già scritto) .
Paulo Dybala 6: Parte molto arretrato, è limitato dai ritmi bassi di buona parte del match, ma qualche lampo di classe si vede comunque. Come in occasione del gol annullato a inizio ripresa.
Mario Mandzukic 5: Pochissimo da segnalare nella gara del croato. Nascosto tra le pieghe del match, combina poco e viene inevitabilmente sostituito (dall'81' Rodrigo Bentancur s.v.) .
Gonzalo Higuain 5,5: Spesso si traveste da rifinitore, ma è una serata complicata anche per lui. L'unica volta in cui può calciare verso la porta, liscia col sinistro.




giovedì 10 maggio 2018

Juventus-Milan



Coppa Italia, Juventus-Milan 4-0, doppio Benatia, quarto trionfo di fila

Doppietta del difensore, doppio errore di Donnarumma, gol di Douglas Costa e autorete di Kalinic: i bianconeri dilagano nel secondo tempo e vincono la coppa per la quarta stagione di fila

L'impero colpisce ancora. Sempre Juve, solo Juve in Coppa Italia, un torneo che è diventato una dittatura bianconera, una competizione a cui partecipano in 78, dalla Serie A alla D, e alla fine vincono sempre loro, quelli con la maglia bianconera addosso. Al Milan Madama concede un tempo di equilibrio, poi lo tritura nel giro di 8 minuti (Benatia-Douglas Costa-Benatia, con gli omaggi di Donnarumma) e lo affossa con un altro regalo, l’autorete di Kalinic. Il Diavolo si interrogherà a lungo su una stagione quasi fallimentare, mentre la Juve conta le Coppe Italia in bacheca: siamo a 13 successi, di cui gli ultimi quattro consecutivi, record. Siamo al quarto double consecutivo Coppa Italia-scudetto, record (virtuale, la matematica ci impedisce ancora di assegnarle il titolo di campione di Italia). Siamo alla quarta Coppa Italia di fila vinta dallo stesso allenatore, altro record: anche Mancini ed Eriksson hanno calato il poker, ma non col filotto come ha fatto stasera Allegri.

L’ultima volta che si erano giocate un trofeo, Juve e Milan si erano incrociate a Doha, e il miracolo di Gigio Donnarumma su Dybala al rigore decisivo aveva regalato la Supercoppa ai rossoneri. Un anno e mezzo dopo, i guanti del bambino prodigio col 99 hanno fatto disastri, mettendo al sicuro il vantaggio firmato Benatia all’11’ del secondo tempo (testa vincente su angolo di Pjanic) con una doppia papera: un tiro di Douglas Costa dal limite non trattenuto (16’) e un colpo di testa di Mandzukic respinto malamente sul piede del marocchino (19’). Dall’altra parte, il 40enne Buffon ha esaltato la curva bianconera parando di tutto (nulla di irresistibile, per la verità, anche se Cutrone e Suso lo impegnano sullo 0-0): doveva essere un passaggio di consegne dell’eccellenza italiana tra i pali, è stato un confronto impietoso stravinto da Gigi.

Allegri ha raccolto il massimo con il minimo sforzo: troppo brutto e debole per essere vero il Milan della ripresa, troppi regali dai gattusiani, oggettivamente non all’altezza di una finale. E così questo 4-0 bianconero è la foto perfetta della stagione di entrambe: Juve bella a sprazzi e non più dominatrice del gioco come ci aveva abituato negli anni passati, ma ricca di risorse, sempre solida e perciò vincente. Benatia firma due gol ma nel primo tempo guida la difesa materializzandosi su ogni potenziale pericolo rossonero, Dybala stavolta non segna ma è lui che accende la luce a inizio ripresa chiamando Donnarumma agli straordinari tre volte di fila, prima del crollo di Gigio; Cuadrado e Douglas saltano l’uomo, a differenza di Suso e Calha, e creano scompiglio. Il Milan incassa, crolla sul più bello e il presidente Li Yonghong, in tribuna, assiste all’autogol dell’uomo da 30 milioni che avrebbe dovuto garantire le reti per la Champions. Invece, se Europa sarà, sarà quella minore. E col rischio di partire dai preliminari.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 7: Scalda i guanti subito contro Cutrone e ripara su Suso prima dell’intervallo, poi la doppia respinta su Locatelli e Borini a sigillo di un altro trofeo alzato dal capitano.
Juan Cuadrado 6: Per un’ora si sdoppia da terzino e ciò lo rende impreciso sia al cross che al tiro, senza finalizzare le migliori azioni bianconere del primo tempo.
Mehdi Benatia 7,5: Perché non venga ammonito sul fischio dell’intervallo (per un fallaccio su Calhanoglu) è un vero mistero, poi però decide la partita con una sorprendente doppietta da centravanti.
Andrea Barzagli 6,5: Nessun errore a referto nonostante il Milan sviluppi meglio il suo gioco offensivo sull’asse di centrodestra.
Kwadwo Asamoah 6,5: Attento su Suso e contro Calabria, rinuncia alla fase di spinta perché a fare il terzino è proprio meglio di Cuadrado.
Sami Khedira 7: Manca di fatto la prima chance della partita, però che mole di lavoro nel cuore del gioco tra recuperi e rilanci: un gigante del pressing.
Miralem Pjanic 6,5: Anello debole di centrocampo nel primo tempo, sale di livello con tutta la squadra nella ripresa, griffando da calcio d’angolo l’ultimo gol della partita (Dall’87 Claudio Marchisio S.V.).
Blaise Matuidi 6: S’annulla con Kessie per un’ora di gioco, rischiando sul palo un goffo autogol a conti chiusi. Tiene comunque a distanza uno spento Suso.
Paulo Dybala 8:  Migliore in campo da regista avanzato nel primo tempo e mattatore della ripresa: solo due grandi parate di Donnarumma (prima del black-out) gli negano un gol che sfiora perfino da centrocampo.
Dall’83 Gonzalo Higuain S.V.: Se Dybala è così un magnifico interprete della finale è anche per l’esclusione del Pipita. Ad averne di problemi così, tipo farlo entrare per la standing ovation del migliore in campo.
Douglas Costa 7: È il pericolo pubblico numero uno e si vede da quante maglie rossonere gli girano intorno per un’ora di gioco: è l’attimo in cui il brasiliano chiude i conti siglando il raddoppio (Dal 73’ Federico Bernardeschi 6: Partecipa alla festa finale di una Juventus ormai straripante).
Mario Mandzukic 6: Inizia impalato sprecando una chance di testa; migliora nella ripresa propiziando il tris bianconero prima di stanziarsi largo a sinistra.


domenica 6 maggio 2018

Juventus-Bologna

Juventus-Bologna 3-1: rigore di Verdi, poi autogol De Maio, Khedira e Dybala

Emiliani avanti col rigore di Verdi, poi nella ripresa entra il brasiliano ed è un'altra partita. Se il Napoli perde col Torino, sarà già settimo scudetto consecutivo

Il viaggio dall'Inferno al Paradiso può essere molto breve. Per la Juventus è durato in tutto venti minuti, il tempo di raddrizzare una partita, quella col Bologna, che era cominciata male e mettere in cassaforte il risultato. L'impresa è riuscita a Madama grazie a Douglas Costa, che è entrato nella ripresa e ha fatto la differenza con due assist splendidi e preziosi per Khedira e Dybala. E pensare che proprio Verdi, che ha detto no al Napoli nella sessione di mercato di gennaio, aveva riacceso le speranze tricolori degli azzurri. Il Bologna però paga anche l'autogol di De Maio, che aveva riequilibrato la partita prima dello show del brasiliano. Ora la Juventus è a +7 in attesa del risultato del Napoli, e vede il settimo scudetto sempre più vicino.

Il primo tempo è un pasticciaccio firmato Buffon, che sbaglia un passaggio che causa l'intervento, giudicato da rigore, di Rugani su Crisetig. Dal dischetto Verdi non sbaglia e porta in vantaggio il Bologna. Piccolo retroscena: l'arbitro Irrati aveva chiesto l'intervento della Var per determinare il colore del cartellino per il difensore, ma non funzionava l'auricolare del quarto uomo. Così la Juventus sperimentale di Allegri, con Pjanic squalificato, con Douglas Costa tenuto a riposo per la Coppa Italia e con un'inedita difesa a tre, con Asamoah centrale di sinistra (e Benatia sorprendentemente ancora in panchina) s'inceppa contro una squadra schierata a cinque dietro e che non aveva fatto granché prima dell'occasione dal dischetto. Poca roba anche dal lato Juve, con due tentativi troppo blandi di Higuain (il primo deviato da Mirante, il secondo un colpo di testa troppo centrale) e un'altra occasione con Alex Sandro.

Nella ripresa Allegri ripesca Douglas, passa al 3-4-3 e la Juventus mostra un altro piglio, come se si fosse resa improvvisamente conto di non poter perdere punti preziosi. Il Bologna evidentemente ha il cuore tenero e decide di dare una mano alla Signora: su cross di Cuadrado De Maio butta il pallone in porta invece di mandarlo in angolo. Comunque con Flash Douglas a sinistra è un'altra Signora, più spigliata e velenosa, che sull'asse sudamericana cerca subito il vantaggio: stavolta cross del brasiliano per Cuadrado che arriva male sul pallone. L'aiutino è la spinta che lancia la Juventus verso la vittoria: dopo il brivido per il palo di Krafth, con deviazione di Buffon (altra amnesia della difesa) sale in cattedra Douglas Costa, che prima calamita il pallone sul destro di Khedira, con la scritta "basta spingere", poi apre la strada per il sinistro di Dybala sul secondo palo: da 0-1 a 3-1 con l'ingresso del brasiliano: chiamatelo pure mister scudetto.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 6: Facciamo la media. Tra il passaggio che induce all’errore di Rugani in occasione del rigore, al miracolo su Krafth che coglie il palo sull’1-1.
Andrea Barzagli 6: Non commette sbavature, questa volta, nella propria area di rigore.
Daniele Rugani 5: Ancora troppo acerbo per la Juventus. In occasione del rigore è Buffon il colpevole, ma lui non è da meno stendendo Crisetig. Intervento che sarebbe potuto valere il cartellino rosso.

Kwadwo Asamoah 6: Cerca di adattarsi come centrale nella difesa a tre, ma l’esperimento non è riuscito. Soffre molto in difesa, ma si riscatta pungendo molto sulla fascia.
Juan Cuadrado 6,5: Va e viene sulla fascia, non è sempre preciso ma induce all’errore De Maio. Peccato per quel giallo che gli farà saltare la prossima contro la Roma. (dal 72’ Stephan Lichtsteiner 6: Entra per dare una mano anche alla fase difensiva. Missione compiuta).
Sami Khedira 7: Prezioso, come al solito, negli inserimenti. Nel primo tempo non è perfetto, ma nella ripresa mette in difficoltà la catena di sinistra del Bologna. Anche sul primo gol, quello di De Maio, il tedesco compie un’azione di disturbo importante. Poi firma il 2-1 che può valere lo Scudetto.

Claudio Marchisio 6: Come si è sentita l’assenza di Pjanic... Nel primo tempo, i ritmi sono troppo bassi con lui in regia. Si risistema nella ripresa, dove è anche importante in fase di interdizione.
Blaise Matuidi 5,5: Paga il primo tempo opaco di tutta la Juve. Lui corre, ma spesso va a vuoto. (dal 46’ Douglas Costa 9: Basta il suo ingresso per cambiare la partita. Sulla sinistra è una freccia imprendibile: suo l’assist per il 2-1 di Khedira, sempre suo l’assist per il tris di Dybala. E se fosse arrivato quel gol di rabona...).
Alex Sandro 5,5: Non sfonda sulla sinistra. Meglio Douglas Costa da quella parte. (dall’85’ Federico Bernardeschi S.V.: Qualche minuto anche per lui, ha però poche palle giocabili).
Paulo Dybala 6,5: Anche per lui il primo tempo è opaco. Molto più mobile nella ripresa dove trova un gol importante, rompendo un digiuno che durava ormai da 4 partite.
Gonzalo Higuain 6: Non segna, ma comunque è pericoloso nell’area avversaria. La prima occasione è sua, poi ci prova anche nella ripresa. Troppo poco, però, per un giocatore dalle sue caratteristiche.