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lunedì 18 marzo 2019

Genoa-Juventus



Serie A, Genoa-Juve 2-0: gol di Sturaro e Pandev, capolista battuta

Prima sconfitta stagionale in campionato per la capolista. La sfida si decide nella ripresa, per i rossoblù di Prandelli successo che assesta la classifica

La Juve, ancora ebbra dell’impresa di Champions, si è svegliata di colpo: un Genoa gagliardo ha rotto l’incantesimo. Anche se l’inciampo di Marassi non fa male guardando alla classifica (15 potenziali punti di vantaggio sul Napoli sono una voragine), va a farsi benedire il sogno di un campionato senza sconfitte. Se la Signora sperava di far filotto, non aveva considerato certi incroci del destino, imbeccati dall’intuito di Cesare Prandelli. Il tecnico rossoblù vive il primo trionfo genoano con due cambi, ma più che il 2-0 di Pandev è il primo gol spacca-partita a far storia: Stefano Sturaro, dopo 10 mesi senza campo e tre anni di Juventus, castiga la sua ex Signora proprio nel giorno in cui inizia ufficialmente la sua avventura-bis in Liguria. Sul suo destro non è preciso Perin, altro ex che ha fatto il percorso all’inverso: bizzarrie di questo gioco. L’ultimo gol Sturaro l’aveva segnato in Champions, in una rimonta folle contro il Bayern di Guardiola nel febbraio 2016: tre anni dopo il mediano tutta tigna ha conservato l’incredibile abitudine di sorprendere gli avversari più blasonati. In realtà, il calo bianconero ha un che di fisiologico dopo l’enorme sforzo di martedì: “sciogliersi” era naturale. E per fortuna di Allegri, la sua Juve non incontrerà più il Genoa che aveva fatto pari all’andata.

Svanita la magia, messa in soffitta la notte dei sogni europei, la Juve si ritrova comunque uno scenario da battaglia: il Genoa si mette di impegno per battagliare, neanche fosse l’Atletico ultra-muscolare del Cholo, e stavolta non c’è Cristiano a mettere l’universo in equilibrio (l’assenza del portoghese è dispiaciuta pure ai genovesi…). Allegri ripesca Caceres per srotolare la vecchia cara difesa a 3 con Bonucci e Rugani, ma la mediana fatica spesso a leggere la posizione cangiante di Sanabria: Prandelli ha pensato a un tridente con l’elettrico Kouamé a pungere e Lazovic a sinistra, ma è il paraguaiano a scivolare spesso sulla trequarti e a creare superiorità: una volta va pure al tiro e costringe Perin, alla sua specialità, il miracolo di istinto. 

Proprio Perin, di nuovo titolare, è uno dei protagonisti di giornata, almeno fino all’errore dell’1-0: qui è arrivato bambino, qui ha spostato le montagne resistendo a due gravissimi infortuni, qui si è meritato la Nazionale e la Juve. E qui, nel suo vecchio teatro, è tornato con la solita aria sbarazzina, accolto da applausi e da uno striscione. I suoi nuovi compagni, però, nel primo tempo faticano a trovare la via: Cancelo si fa vedere soprattutto per un mani sospetto in area che porta Di Bello a fischiare rigore e poi a toglierlo con revisione del Var. Mandzukic e Dybala non partivano insieme come coppia dal 3 marzo 2018, ma non li aiuta la manovra del primo tempo, a parte qualche giocata che sgorga da Pjanic. In mezzo alle due punte juventine, poi, chiude i buchi il Cuti Romero, in una partita che gli avrà fatto di certo battere il cuore: contro i bianconeri all’andata ha esordito stregando Paratici, ai bianconeri dovrebbe andare già alla fine di questa stagione.

Il gol di Dybala all’11’ della ripresa, annullato per fuorigioco di Emre Can, è il secondo intervento del Var di giornata. Ma pure la spia che qualcosa potrebbe cambiare negli equilibri del match: sfruttando anche un leggero abbassamento delle frequenze rossoblù, nel secondo tempo la Juve pare farsi più manovriera, avvolgente. L’ingresso di Bernardeschi, uno degli eroi di Champions, aiuta Max ad abbozzare il tridente passando alla difesa a 4, ma è solo un barlume di vitalità bianconera prima del tracollo. Merito di Prandelli che punta sull’usato sicuro Goran Pandev, e su una mossa ad alto tasso simbolico che sorprende Marassi in tutti i sensi: riecco Sturaro, rossoblù come i vecchi tempi, che si toglie un sassolino grande così contro la squadra che l’ha appena rispedito in Liguria dopo tre anni. A quel punto Kean e Spinazzola sono le ultime mosse di Allegri in un disperato 4-2-4, ma non c’è la stessa congiunzione astrale di martedì. Ed è Pandev, altra intuizione di Prandelli, a completare un contropiede e a sigillare il 2-0 finale. Alla fine Marassi balla dalla felicità: la Juve non farà filotto in campionato, ma non ha motivo per disperarsi davvero.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Mattia Perin 5,5: Un grande intervento su Sanabria nel primo tempo, ma anche un rimbalzo beffardo mal valutato che costa l’imbattibilità alla Juventus. Il pesante ruolo del portiere, dove una piccola sbavatura è amplificata a 20000 watt.
Martin Caceres 5,5: Terzo della difesa a tre, vive un pomeriggio poco brillante. Come tutta la Juve del resto.
Leonardo Bonucci 5,5: Soffre con Kouame e senza il fido Chiellini al suo fianco non è la stessa cosa.
Daniele Rugani 5: Male in tanti corpo a corpo con Kouame, Rugani si conferma un elemento la cui sensazione è sempre quella che manchi qualcosa.
Joao Cancelo 5,5: Oggi non incide, se non per quell’assist sul gol unico guizzo di una giornata dove sia a destra che a sinistra combina poco. Dal 60’ Federico Bernardeschi 5,5: Non riesce a replicare la super prestazione di martedì in coppa.
Emre Can 5,5: Troppi errori in fase di impostazione e un giallo davvero stupido nel finale di partita, dove si lascia andare alla frustrazione.
Miralem Pjanic 5: Sotto ritmo e poco lucido, paga una giornata davvero no. La sua immagine migliore è lo scivolone al limite dell’area che apre lo specchio a Sturaro, che ringrazia e va in gol.
Rodrigo Bentancur 5: Lento. Lento. Lento. Tre volte, affinché sia chiaro il concetto. Da 77’ Leonardo SPINAZZOLA :S.V.
Alex Sandro 5: Il suo match inizia con un cartellino giallo e finisce con l’ennesimo cross sbagliato. Con l’Atletico lui non c’era. Una ragione in più per aspettarsi qualcosa di meglio. E invece...
Paulo Dybala 6: Forse l’unico a salvarsi della Juventus, con un paio di giocate vicino alla porta che ne dimostrano come sia quella la sua posizione. Il VAR gli nega – giustamente – un gol su cui era arrivato però puntualissimo.
Mario Mandzukic 4,5: Stanco. Palesemente stanco. Sempre schierato, sarebbe uno di quelli da fare riposare. A Marassi invece spende in campo 73 minuti dove non la vede mai. Il discorso fatto su Ronaldo avrebbe avuto probabilmente ancor più senso per il croato, vista anche la prestazione con l’Udinese di Kean... Dal 73’ Moise Kean 6: Ne vede poche in un finale ormai già deciso. Sei politico.


mercoledì 13 marzo 2019

Juventus-Atletico Madrid


Juve-Atletico 3-0: tripletta di CR7, bianconeri ai quarti di Champions

Ronaldo realizza una tripletta fantastica, spazzata via la squadra di Simeone, che partiva dal 2-0 dell'andata

Era tutto scritto nelle stelle, quelle che brillano sopra lo Juventus Stadium e illuminano una notte che resterà impressa nella memoria di tutti i tifosi bianconeri, per sempre. Era scritto nelle stelle che Cristiano Ronaldo, l'uomo da 100 milioni di euro, regalasse alla Juventus una qualificazione che sembrava impossibile dopo lo scivolone al Wanda Metropolitano. E pure che lo facesse con un calcio di rigore, perché è dal dischetto che ha segnato l'ultimo dei tre gol all'Atletico, quello decisivo di una serata magica. Dal dischetto aveva buttato fuori la Signora ai quarti l'anno scorso col Real e dal dischetto l'ha catapultata ai quarti. Grande CR7 ma grandissima tutta la Juventus, che ha giocato una partita gladiatoria, zittendo tutti i critici e dimostrando di poter vincere la Champions.

L'Allegrata per la rimonta è Emre Can centrale di destra nella difesa a tre, che ha il compito di coprire le spalle a Cancelo. Il tecnico bianconero disegna un 3-4-3 con la novità Spinazzola a sinistra, con l'obiettivo di avere più ampiezza. La mossa funziona perché la Juventus è subito feroce e chiude l'Atletico nella sua area. Non a caso dopo 3 minuti Godin è costretto a respingere davanti alla porta un tiro insidioso di Matuidi e al 4' arriva il gol di Chiellini (alla gara numero 500 con i bianconeri) che mette il piedone in mischia, ma l'arbitro annulla per un fallo di Cristiano Ronaldo sul portiere Oblak.

La squadra di Simeone si difende punta a giocare solo in contropiede (d'altronde il 2-0 dell'andata glielo permette) mentre i bianconeri sono indemoniati. Bene Spinazzola, molto bene a Bernardeschi che al 27' da sinistra dipinge un cross per la testa di Cristiano Ronaldo, che sbuca alle spalle di Juanfran (adattato terzino sinistro per sostituire l'infortunato Filipe Luis) e non lascia scampo. Lo Stadium (con la Curva Sud finalmente tornata a cantare) diventa una bolgia, con CR7 che chiede ancora più voce. Bernardeschi ci prova prima su punizione e poi tenta il gol in rovesciata, pericolosissimo Chiellini su angolo e provvidenziale la deviazione di Oblak. Nel primo tempo è la miglior Juve di Allegri, che trema solo nel recupero per un colpo di testa dell'ex Morata (sostituto dello squalificato Diego Costa), alto di un soffio.

Nel secondo tempo il copione non cambia e la Juventus non cala, anzi raddoppia: al 3' altra capocciata letale di Cristiano Ronaldo, questa volta su cross di Cancelo: ci vuole la Goal Line technology per convalidarlo, ma i quasi 41 mila dello Stadium sono già in festa e CR7 (terza rete in Champions con la Juve) ancora una volta chiama il pubblico. Simeone, agitatissimo in panchina, si gioca la carta Correa per Lemar e dal suo piede arriva subito un tiro pericoloso (alto), mentre Allegri lancia nella mischia Dybala al posto di Spinazzola (che esce tra gli applausi).

L'atmosfera è torrida, tanto che tra Morata e Chiellini, ex compagni e amici, c'è un piccolo parapiglia per un fallo dello spagnolo sul capitano bianconero, un gigante in difesa insieme a Bonucci. A poco più di dieci minuti dalla fine Allegri toglie Mandzukic per Kean, che su imbeccata di un inesauribile Chiellini spreca mandando a lato il pallone del possibile 3-0. Niente paura, ci pensa ancora Ronaldo, e ancora con la complicità di Bernardeschi. L'esterno corona una prestazione straordinaria procurandosi il rigore (fallo di Correa che lo spinge) che Ronaldo non sbaglia, come nella notte di Madrid di un anno fa, quando però lui vestiva ancora la maglia del Real. Stavolta è un gran regalo per la Juventus, che adesso può davvero sognare in grande. Vuole tornare a Madrid, dove si giocherà la finale, per vincere la Champions.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Wojciech Szczesny 6: Vive una serata da spettatore non pagante. Deve intervernire solo su un sinistro da fuori di Griezmann e lo fa con una smanacciata stilisticamente non perfetta ma efficace (l'azione era comunque viziata da un offside di Morata). Un piccolo brivido su un disimpegno con i piedi, poi più nulla.
Joao Cancelo 7: Timido nel primo tempo quando non approfitta adeguatamente degli spazi concessi da Juanfran e Lemar. Ripresa straordinaria. Crea superiorità numerica sulla destra, rimane stabilmente alto e soprattutto confeziona l'assist per il secondo gol di Ronaldo con un cross al bacio. Leonardo Bonucci 7: Primo regista della squadra, riscatta la brutta prestazione dell'andata al Wanda Metropolitano con una partita all'altezza della sua classe. Gioca con calma e sicurezza anche perché Griezmann e Morata (cui concede una sola occasione) gli fanno il solletico. Puntuale anche negli anticipi.
Giorgio Chiellini 7,5: Il solito gladiatore, timbra le 500 presenze in maglia bianconera con una prestazione sontuosa, l'ennesima di una stagione che per lui finora non è esagerato definire perfetta. Cancella dal campo Morata e si fa sentire anche davanti con un gol annullato e un colpo di testa alzato in corner da Oblak. Capitano vero.
Leonardo Spinazzola 7: La sorpresa in positivo della serata. E che sorpresa. Parte alla grande con un paio di accelerazioni sulla sinistra che spaventano Arias. All'esordio in Champions dimostra di avere personalità da vendere e di non avvertire la pressione. Fa impazzire Arias anche nella ripresa fino a quando Allegri lo toglie per dare spazio a Dybala.
dal 67' Paulo Dybala 6: Entra con la voglia di spaccare il mondo, agisce molto lontano dagli ultimi 16 metri ma i giocatori dell'Atletico Madrid non lo prendono mai. Se qualcuno lo pensava demotivato vista l'esclusione dall'undici titolare si sbagliava di grosso.
Emre Can 7,5: Prova di grande spessore del centrocampista bianconero che si ritrova spesso ad agire da esterno basso svolgendo il compito con grande efficacia. Cerca spesso il dialogo con Cancelo, accorcia e si propone anche in fase offensiva. A tutto campo.
Miralem Pjanic 6: Non particolarmente brillante, parte con un paio di aperture a tagliare il campo, ma poi non tenta quasi mai la giocata e si limita a una regia ordinata. Nella ripresa fa cenno più volte di avere un problema alla gamba destra, ma stringe i denti e rimane in campo fino alla fine.
Blaise Matuidi 6,5: Il primo a tentare la conclusione è lui con un sinistro in piena area che trova l'opposizione di Godin. Poi, considerato che la Juve è costantemente proiettata in avanti, garantisce equilibrio con un intelligente lavoro di tessitura tra i reparti. Giocatore preziosissimo.
Federico Bernardeschi 8: Primo tempo da incorniciare: l'assist per il gol di Ronaldo, una punizione alta di poco e una rovesciata coraggiosa che fa capire che è la sua serata. Lotta come un leone anche nella ripresa svariando su tutto il fronte d'attacco e dà ragione ad Allegri che lo ha preferito a Dybala nell'undici titolare. Fino alla ciliegina sulla torta: la progressione irresistibile che costringe Correa a commettere il fallo da rigore del 3-0.
Mario Mandzukic 5: Non è al meglio della condizione e sfodera un'altra partita poco convincente. Cercato spesso con palloni alti a centro area, viene regolarmente anticipato da Gimenez e Godin. Di fatto non è mai pericoloso.
dall'80' Moise Kean 6: Entra e dopo meno di 2 minuti va a un passo dal gol con un sinistro a incrociare che finisce a lato di un niente. Subito in partita, tiene sotto pressione i difensori dell'Atletico.
Cristiano Ronaldo 9: Finora in Champions era andato ben di sotto delle aspettative segnando un solo gol. Nella partita più importante e complicata della stagione risponde come sa fare lui. Sovrasta Juanfran e di testa segna l'1-0. Salta tra Gimenez e Godin e insacca il 2-0. Spara una cannonata di destro dal dischetto e trasforma il rigore che vale i quarti. Le sue esultanze piene di rabbia fanno capire quanto sentisse questa serata europea. Si conferma la bestia nera dell'Atletico Madrid cui rifila un'altra pesantissima tripletta. Monumentale.