Simply 6

domenica 28 maggio 2017

Bologna-Juventus

Bologna-Juventus 1-2, decide il 2000 Kean. Dybala risponde a Taider

Primo gol di un 2000 nel recupero del match: colpo di testa. Vantaggio di Taider, pareggio di Dybala, tutti i gol nella ripresa

La Signora del presente è già nel futuro. Lo si capisce chiaramente a un soffio dal fischio finale, quando Moise Kean, primo "Duemila" a esordire in A e in Champions League, segna di testa la rete che vale la vittoria bianconera. Lancio di Pjanic e zuccata del ragazzino classe 2000 a bruciare tutto e tutti. Finisce così, con una vittoria all'ultimo secondo, la stagione 2016-17 della Signora. Ora tutto su Cardiff, ultimo atto di una stagione incredibile che può diventare stupefacente.

Il turnover bianconero c'è eccome: alla fine dei probabili titolari di Cardiff in campo ci sono solo Higuain, Dybala, Khedira e Barzagli, ovvero 4 su 11. La difesa è quasi tutta nuova, compreso il custode dei pali (debutto per il terzo portiere Audero), in attacco Allegri ha preferito Sturaro a Manduzkic. D'altronde la partita di Bologna (iniziata con un minuto di silenzio per ricordare l'arbitro Farina) non conta nulla per la classifica, nessuna delle due squadre ha più niente da chiedere al campionato. Per i bianconeri la priorità è evitare infortuni e fare il tagliando a chi nell'ultimo periodo ha giocato meno: leggi Khedira, al rientro dopo il guaio muscolare nella semifinale di ritorno contro il Monaco. Sami è tornato in tempi record (dopo 17 giorni dal k.o. del 9 maggio), al Dall'Ara è andato al piccolo trotto per circa un'ora (Allegri lo sostituisce al 14' s.t.) lasciando buone sensazioni. Il Bologna del primo tempo è tutto in un tiro di Destro finito a lato, la Signora ci prova con Dybala e con Sturaro (al centrocampista è stato annullato un gol per fuorigioco) ma è pericolosa soprattutto con Higuain: il Pipita sfiora il vantaggio pochi secondi prima dell'intervallo con un destro fuori di un soffio. 

Insomma, più sbadigli che azioni da applauso, almeno fino al gol di Taider: ci pensa il centrocampista ex Inter a dare una scossa ai 30 mila che riempiono lo stadio con un destro a giro che s'infila nell'angolino alto alla sinistra del portiere. Audero non ha colpe, probabilmente neanche SuperGigi Buffon avrebbe potuto fare il miracolo. Bella l'iniziativa personale, ancor di più la conclusione: ottimi controllo del pallone fuori area, sterzata su Marchisio e tiro imparabile. La Juventus prova a reagire subito con Dybala, che però non trova la porta, Allegri non è contento e il suo avanti e indietro nell'area tecnica diventa sempre più forsennato: toglie Marchisio per precauzione, (che finisce il pomeriggio in panchina con una borsa del ghiaccio sul ginocchio destro) e mette dentro Pjanic e Mandzukic. Il pareggio arriva grazie a Dybala (25') e dopo un macroscopico errore di Higuain: smarcato di testa da Benatia, s'aggiusta il pallone ma calcia addosso al portiere. Sulla respinta però c'è l'amico Paulo a metterci una pezza. Poco prima, sempre col sinistro, Dybala aveva fatto un numero: palla spostata di tacco e tiro a giro, ma Da Costa si supera mandando in corner con la mano di richiamo. Poi fa un'altra bella parata su Pjanic (il più attivo della Juve) e si conferma il migliore dei suoi. Il Bologna prende gol appena Donadoni toglie Mbaye e inserisce Masina. La Juventus non molla e quando tutto sembra finito ecco che Kean, entrato dopo la mezzora, ci mette la firma. Ora testa a Cardiff, solo a Cardiff.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Emil Audero 6: Il giovane portiere bianconero è incolpevole sul tiro a giro che lo fredda al 52’. Per il resto è ordinaria amministrazione.
Stephan Lichtsteiner 6: Il treno svizzero se la deve vedere con un ottimo Mbaye. Solito contributo in termini di agonismo e grinta.
Andrea Barzagli 6.5: Guida il reparto, in assenza degli inseparabili Bonucci e Chiellini.Solito esempio di affidabilità ed esperienza.
Medhi Benatia 6: Non sbanda mai. Ha dimostrato durante il corso dell’anno di non essere una semplice alternativa.
Kwadwo Asamoah 6: Sufficienza piena per il ghanese. Qualche ottimo spunto in fase di spinta e buona presenza in fase difensiva. 
Claudio Marchisio 5.5: Il centrocampista bianconero non brilla e lascia troppo spazio a Taider, poco prima del tiro a giro che porta in vantaggio il Bologna. Gara opaca. (56’ Miralem Pjanic 7: il suo ingresso è decisivo. La Juve si affida alle sue invenzioni e il bosniaco fa partire l’azione del pareggio e confeziona l’assist per il 2-1. Dal punto di vista tecnico non si discute, mai).
Sami Khedira 6: Si dimostra abile e arruolabile per la finalissima di Cardiff. Giocatore sempre fondamentale per gli equilibri di Allegri(59’ Mario Mandzukic 6: Buon impatto sulla gara in termini di fisicità e personalità)
Juan Cuadrado 5.5: Nervoso, falloso e abulico. L’ultimo mese non è stato brillantissimo. Decisivo nel corso della stagione ma ora Allegri dovrà capire se utilizzarlo sin dal primo minuto a Cardiff.
Paulo Dybala 6,5: Un gol fatto, uno splendido sfiorato e tanti tocchi di qualità. Sonnecchia nel primo tempo ma quando decide di entrare in partita… 
(dal 79’ Moise Kean 7: L’ingresso di Pjanic è decisivo ai fini della rimonta della Juve ma oggi non si può che celebrare questo ragazzo che segna il gol del definitivo 2-1. Entra subito in partita facendo vedere accelerazioni e movimenti davvero interessanti e al 94’ è puntuale e freddo con il tap-in di testa in mischia che sentenzia il Bologna. Primo gol di un classe 2000 in Serie A. Profumo di predestinato).
Stefano Sturaro 6: Generoso e duttile, va vicino alla rete in due occasioni. Il sei è meritato.
Gonzalo Higuain 5.5: Polveri bagnate oggi. Movimenti da fenomeno qual è ma troppa mollezza al momento della conclusione. Forse la testa era già a sabato.


 

 

venerdì 19 maggio 2017

Juventus-Lazio

Coppa Italia, Juve-Lazio 2-0: gol di Dani Alves e Bonucci, storico tris bianconero

Alex Sandro ispira i gol di Dani Alves (stupendo) e Bonucci nel primo tempo. Per i biancocelesti palo di Keita in avvio e poco altro

Tripletta chiama triplete. In attesa di poter urlare la parola proibita, la Juventus vince la Coppa Italia 2017. Trionfano loro, sempre loro: come nel 2015 e nel 2016, per la terza volta di fila. Allegri e i suoi ragazzi riscrivono la storia di un torneo che portava già il marchio bianconero nell'albo d'oro: le vittorie sono 12, meglio di chiunque altro, ma la tripletta di successi consecutivi sono un record assoluto. All’Olimpico, contro la Lazio finisce 2-0: la prima casella di una stagione che può diventare leggendaria si è riempita in 45 minuti: decidono i gol di Dani Alves al 12’ e Bonucci al 25’. 

Perché se hai due tra i più forti terzini al mondo, se non i più forti, puoi permetterti anche di azzannare una finale da grandissima anche se non hai a disposizione i titolarissimi della mediana. Il gol dell’1-0 nasce così, un ventaglio perfetto da Alex Sandro a Dani Alves, con l’ex Barça ancora implacabile: gol al volo, meno bello ma più pesante di quello al Monaco. Al brasiliano, due gol in campionato e altri due in Champions, mancava un sigillo anche in Coppa Italia: eccovi serviti. E non è casuale che proprio in questa fase della stagione, con Barzagli a coprirgli le spalle e Cuadrado ad aspettare in panchina, Alves sia diventato incontenibile: altra mossa azzeccata da Allegri. Alex Sandro pennella e “macchia” pure, quando serve, come quel pallone toccato appena il giusto per mandarlo dalle parti di Bonucci (senza maglie blu tra i piedi: dov’erano?) per il 2-0. I terzini spaccano, ma nel mezzo del primo tempo c’è una Juve che torna dominatrice assoluta come ci ha abituato a vederla in Italia: tra i due gol della banda Allegri è una pioggia di palle gol bianconere, che solo l’istinto di Strakosha riescono a neutralizzare. Qualità mostruosa e fisicità debordante, più spinta sulle fasce: la notte bianconera si illumina, la Lazio dovrebbe provare a rimontare ma finisce per abbassarsi senza trovare spunti e tempi giusti per ripartire. 

Alla vigilia, capitan Biglia aveva parlato di approccio da non fallire: l’intonazione all’orchestra di Inzaghi prova a darla subito il primo violino Keita col palo che grazia Neto al 6’ (il passante sulla sinistra di Milinkovic è da applausi, il tocco di Barzagli che sporca il tiro è provvidenziale), ma è nei minuti successivi che la Lazio stecca. La bandiera bianca alzata da Parolo dopo 20’ è un brutto colpo per un centrocampo che perde qualità, il cambio con Radu è la toppa per provare ad arginare Dani Alves ma serve a poco in fase di costruzione. Lo stesso Biglia, proprio lui che di finali ne ha perse fin troppe e dovrebbe avere il diavolo in corpo, manca di idee e di coraggio: quando De Vrij prova a dare la scossa da difensore-play, è più efficace di lui. I cambi giusti, Inzaghi li fa nella ripresa e sembra già tardissimo, dopo così tanta supremazia juventina. Felipe Anderson e Luis Alberto spaventano la curva bianconera, ma nel frattempo Dybala e compagni hanno preso in mano il telecomando del match, alzano e abbassano il volume quando vogliono loro. Lo rimettono su, più forte che mai, quando il primo trofeo è ufficialmente conquistato, e all’Olimpico si sente solo un coro: “Ce ne andiamo a Cardiff!”

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Norberto Neto 6,5: Sul palo di Keita ha la mobilità di un palombaro, poi si riscatta con due salvataggi autentici su Felipe Anderson prima e su Immobile poi, con un riflesso grandioso. 

Andrea Barzagli 6: Soffre un po’ Keita, respira quando passa Immobile dalle sue parti. È comunque provvidenziale la sua micro-deviazione sul palo iniziale di Keita.
Leonardo Bonucci 7: Segna il raddoppio che manda in archivio la pratica, in difesa il compito contro Immobile è molto più agevole rispetto alle previsioni.
Giorgio Chiellini 7: Grande partita, niente da dire. Riesce sempre a prendere il tempo al diretto avversario, si concede una licenza poetica provando un sinistro da casa sua. Pulito e preciso, chiude tutti gli spazi.
Alex Sandro 7,5: Mette lo zampino in entrambi i gol: cross perfetto per l’altro esterno Dani Alves, spizzata di testa per il raddoppio di Bonucci. In difesa non lo superano mai, sulla fascia è un trattore. 
Claudio Marchisio 6: Sembra a corto di fiato a tratti, sbaglia qualche apertura per i compagni: non una partita indimenticabile, sufficiente a portare a casa la pagnotta. Non è ancora tornato ai suoi livelli, gioca troppo elementare e non sembra sicuro.
Tomas Rincon 6: Il meno propositivo e preciso dei suoi, rimane comunque a galla. Lavora di interdizione, non brilla in altri settori.
Dani Alves 8: Sempre lui, ancora lui: l’uomo più in forma della Juventus segna il vantaggio, ridicolizza Lulic, ispira ed inventa. Immarcabile, decisivo quando serve: ad inizio stagione, chi l’avrebbe mai detto?
Paulo Dybala 6,5: A tratti ingiocabile, a volte si incaponisce perché cerca sempre un tocco o un dribbling in più dimenticandosi di calciare (dal 78' Mario Lemina s.v.).
Mario Mandzukic 6: Molto stanco, lo si nota fin da subito: non si tira mai indietro nella lotta fino all'ultimo minuto, perché fa parte della sua indole, ma è allo stesso tempo un po’ più impreciso del solito.
Gonzalo Higuain 6: Vince il suo primo titolo con la Juventus, mangiandosi un paio di occasioni. Lavora molto per la squadra, si sacrifica anche in ripiegamento, è meno letale del consueto.
 

 

lunedì 15 maggio 2017

Roma-Juventus

Roma-Juventus 3-1: gol di Lemina, De Rossi, El Shaarawy e Nainggolan

Apre Lemina, replica subito De Rossi. Poi nella ripresa il ribaltone firmato El Shaarawy e Nainggolan. Giallorossi secondi e a meno quattro dai bianconeri, a cui basta battere il Crotone per festeggiare

La personalità di De Rossi, i colpi di El Shaarawy e la rabbia di Nainggolan. La Roma miscela il tutto e piazza così il colpo dell'anno, battendo la Juve, respingendo l'assalto del Napoli al secondo posto e mettendosi in tasca un bel pezzo di Champions diretta. Per la Juve, invece, festa scudetto rimandata a domenica prossima in casa con il Crotone, anche se prima c'è una finale di Coppia Italia (contro la Lazio) da giocare mercoledì prossimo, sempre all'Olimpico di Roma. A fare la differenza, alla fine, sono state soprattutto le motivazioni e la voglia giallorossa di ribaltare una partita che sembrava aver preso una brutta china.  

Nainggolan e Perotti alla fine ce la fanno e Spalletti li manda in campo entrambi, Allegri invece opta per un 4-3-3 e decide di rinunciare (in vista della finale di Coppa di Italia di mercoledì prossimo) anche a Dybala, oltre che a Barzagli, Marchisio, Chiellini, Dani Alves e Alex Sandro. Per la Roma c'è l'obbligo di vincere per rispondere alla vittoria del Napoli in chiave Champions, alla Juve basta un punto per festeggiare il sesto storico tricolore. I primi 5 minuti sono di grande furore agonistico da parte giallorossa, con Perotti a fare il regista a tutto campo e quel 4-2-3-1 che si trasforma spesso in 4-2-4. Poi, però, strada facendo la Juventus prende il possesso della partita e sfiora subito il gol (7') con Asamoah, il cui sinistro da fuori si stampa sul palo alla destra di Szczesny. Mandzukic e Cuadrado raddoppiano sempre le fasce in fase difensiva, Sturaro corre dappertutto e Higuain appena può cerca la porta, anche se con risultati approssimativi. Così al 21' i bianconeri passano: lancio millimetrico di Sturaro per Higuain, Fazio si addormenta e l'argentino al volo serve il più comodo degli assist a Lemina per l'1-0. Sembra l'inizio dei festeggiamenti ed invece neanche 4 minuti dopo la Roma rimette le cose a posto con De Rossi, bravo a ribattere in rete una doppia parata di Buffon, prima sul Manolas e poi sullo stesso De Rossi. Allora l'Olimpico si riaccende e prova a trascinare la Roma, anche se gli spazi per fare gioco sono ridotti al lumicino. Paredes ci prova da fuori, Salah ha un'occasione buona su invenzione di Nainggolan, ma la spreca debolmente di testa. La mancanza di Dzeko si sente, il riferimento offensivo è sempre labile tra i giallorossi. 

La ripresa si apre con i gialli a Fazio e De Rossi per gioco scorretto e qualche ruvidezza di troppo sparsa qua e là. Poi, però, all'11' la Roma ribalta tutto con El Shaarawy, il cui destro a giro inganna Buffon in virtù della deviazione di Bonucci. Adesso è tutt'altra partita, con la Juve che non riesce a riorganizzarsi e la Roma che trova fiducia, coraggio e gestione della palla. Allegri butta dentro Dani Alves, ma è proprio il brasiliano a sbagliare il fuorigioco sulla bella combinazione volante Nainggolan-Salah-Nainggolan che porta al 3-1 giallorosso, con il Ninja che brucia Buffon sul suo palo e scarica tutta la rabbia nella sua esultanza. Allora è anche il turno di Dybala, ma nella Juve oramai sono saltati un po' tutti i riferimenti e trovare ordine e geometrie è difficilissimo. Anche perché la Roma nel frattempo ha trovato maggiore compattezza, con le linee molto strette tra di loro. Dybala ci prova invano in tuffo di testa, Mandzukic prende un colpo alla schiena e resta in campo solo perché Allegri non ha più cambi, Bonucci al 41' di testa sfiora il gol che poteva riaprire la partita. Prima della fine c'è ancora tempo per una bella parata di Szczesny su Higuain, poi niente più. Se non la grande festa giallorossa e la consapevolezza per la squadra di Spalletti di aver fatto qualcosa di eccezionale.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 5,5: Per una volta poco preciso, sia questa la prima respinta sul colpo di testa di Manolas (che costa poi il gol di De Rossi) che nella valutazione del destro a giro di El Shaarawy, preciso sì ma anche non potentissimo. Umano.
Stephan Lichtsteiner 5: Non la migliore delle sue serate. Sfortunato ma anche molto distante nella marcatura del gol di El Shaarawy. Abbiamo visto versioni più convincenti. Dal 64’ Dani Alves 6: Entra e nel giro di un nulla la Juve prende il terzo. Prova a spingere un po’, ma a quel punto intorno a lui non ci crede quasi più nessuno.
Medhi Benatia 6: Probabilmente il più convincente stasera di una linea difensiva che per una notte non fa vedere una prestazione degna della sua fama. 
Leonardo Bonucci 5,5: Si fa attrarre dal pallone piuttosto ingenuamente sull’uscita che permette poi di trovare il buco a Nainggolan con il gol che chiude i conti.
Kwadwo Asamoah 5,5: Rudiger alla fine gli crea spesso fastidi e da destra la Roma insiste molto, soprattutto nel primo tempo,
Mario Lemina 5,5: Gol escluso, è una sfida ingenerosa quella a cui è sottoposto in mediana contro il miglior centrocampista di questo campionato (Nainggolan). Per Lemina poco da fare dunque, se non accettare che il livello con la mediana romanista stasera ne smaschera gli evidenti limiti.
Miralem Pjanic 5,5: Anche il bosniaco è in difficoltà in un centrocampo a tre dove i romanisti lo sovrastano fisicamente con puntualità e costanza. Senza protezione e dentro un altro modulo è un giocatore con ancora dei chiari limiti. 
Stefano Sturaro 5,5: Vale il discorso fatto per i due compagni di ritardo. Esattamente come per Lemina a salvarlo da un’insufficienza ben più grave c’è l’apertura che porta al primo gol. Niente più . Dal 69’ Paulo Dybala 6,5: In una serata negativa per la Juventus Dybala entra e con un paio di accelerazioni dimostra ancora una volta di essere di un’altra categoria. La spiegazione? Per fermarlo la Roma gliene mette addosso dai 3 ai 4.
Juan Cuadrado 5: In una fase dove davvero non sembra in gran forma. Dal punto di vista difensivo gli aiuti non mancano mai, ma davanti non si vede uno spunto che sia uno (dal 78’ Claudio Marchisio s.v.).
Gonzalo Higuain 6: Lavora per la squadra come al solito e sforna un assist di rara intelligenza per uno abituato da quelle posizioni a sfondare la porta. Sicurezza, anche nelle serate negative della squadra. 
Mario Mandzukic 6: Il solito infinito aiuto difensivo e un finale di partita che, nonostante le botte e il mal di schiena, continua a vederlo protagonista. Davanti spesso è poco lucidò, ma uno così la sufficienza la prende sempre.


 

domenica 7 maggio 2017

Juventus-Torino

Juventus-Torino 1-1: capolavoro Ljajic, rosso ad Acquah, Higuain gol al 92'

Prodezza del serbo in avvio di ripresa, poi ingiusta espulsione e Toro in 10 per 40'. Il Pipita trova il pari nel recupero.

 Il derby è questo, sofferenza, resistenza fino allo stremo, capovolgimenti di fronte. Il Torino è passato dall'esaltazione massima alla disperazione per aver buttato via l'occasione di vincere, la Juventus invece si è risvegliata da un incubo grazie a Gonzalo Higuain, che al 47' del secondo tempo ha pareggiato i conti, mandando in frantumi il sogno granata. No Pipita no party: Allegri aveva scelto di farlo riposare dopo 24 partite giocate consecutivamente, ma serve lui per rimettere le cose a posto. 

Allegri lascia fuori oltre al Pipita Buffon, Pjanic, Alex Sandro, Chiellini e Dani Alves, lancia Rincon a centrocampo e rimette Mandzukic a fare il centravanti, con Sturaro in fascia. Il ritorno della semifinale di Champions incombe e non si possono correre rischi. Mihajlovic s'affida a Belotti, Ljajic e Iago Falque e spera nei miracoli del portiere Hart. A salvare il Torino però è la traversa, che si mette tra il gol e Benatia dopo 15 minuti: il colpo di testa del difensore (dopo angolo di Dybala) colpisce il legno e poi sbatte poco prima della linea di porta. Il Toro nel primo tempo praticamente non tira mai in porta, i centrali bianconeri sono molto bravi a tenere a bada Belotti, la Juventus è propositiva ma confusionaria e Dybala si divora l'occasione del vantaggio poco prima dell'intervallo: uno due con Mandzukic dopo apertura di Cuadrado (bella azione) e tiro addosso al portiere. 

Però nel secondo tempo sono i granata a passare subito in vantaggio: senza Pjanic, Ljajic si trasforma nel mago delle punizioni e lascia di sasso Neto con un bijou che s'infila sotto l'incrocio dei pali. Poco dopo arriva l'episodio che può cambiare la partita: fallo di Acquah, già ammonito, che si becca il secondo cartellino e finisce sotto la doccia in anticipo. I granata protestano parecchio e Mihajlovic entra addirittura in campo per affrontare l'arbitro: espulso pure lui.

Nel frattempo Allegri, che aveva già mandato in campo Higuain, inserisce pure Pjanic con il chiaro intento di ribaltare il risultato. La Juve però spreca troppo: Rincon e Khedira non centrano la porta, Bonucci arriva in scivolata su un buon pallone ma non riesce a indirizzarlo. Il finale di partita è un assalto bianconero e nei minuti di recupero Higuian segna l'1-1 con un diagonale che fa esplodere lo Stadium. Al Torino resta la soddisfazione di aver fermato la striscia di vittorie di fila dei bianconeri in casa (33) e di aver dato tutto, ma anche il rammarico di aver preso un gol nel finale.

 E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Norberto Neto 6: Nulla puó sulla punizione di Ljajic. Una buona respinta su Baselli, nulla altro. 

Stephan Lichtsteiner 5: Male. Impreciso, scoordinato, poca intesa con Cuadrado.
Leonardo Bonucci 6: Va vicino al gol tre volte e difensivamente sbaglia poco. Qualche lancio di troppo errato. Un po' troppo nervoso.
Mehdi Benatia 6,5: Uno dei migliori della Juventus. Colpisce una traversa, stoppa piú volte Belotti, gioca d'anticipo e di intelligenza.
Kwadwo Asanoah 5: Non ci siamo. Crossa quattro volte su cinque sulla schiena del difensore che ha davanti. Zappacosta lo mette spesso in difficoltá.
Sami Khedira 5,5: Mezzo voto in meno per il gol clamorosamente sbagliato nella ripresa. Il resto del match era tutto sommato sufficiente. Duelli e inserimenti.
Tomas Rincon 6: Grinta, tenacia e agonismo. Bene nel primo tempo, cala vistosamente nella ripresa. (Dal 69' Miralem Pjanic 6: Entra ed iniziano a piovere palloni pericolosi in area).
Juan Cuadrado 5: Un paio di buoni cross, ma davvero troppi errori. Sbaglia passaggi, stop, appoggi. Quando gioca cosí svagato, con cosí poca attenzione é quasi deleterio. E le ultime tre-quattro prestazioni sono state tutte cosí.
Paulo Dybala 6,5: Hart gli nega un gol fatto, ma manda in porta sia Mandzukic che Khedira. Quando si accende lui, la Juventus vibra. Chiede lui il cambio(Dall'80' Alex Sandro S.V.).
Stefano Sturaro 4,5: Tecnicamente inadeguato per una squadra come la Juventus. (Dal 56' Gonzalo Higuain 7: Per il gol, per come lo costruisce, per l'importanza, perché risulta sempre e comunque decisivo. Fuoriclasse).
Mario Mandzukic 5,5: Insomma. Combattivitá ineccepibile, ma anche tanti errori. Sia nelle sponde che in fase di conclusione.

 

giovedì 4 maggio 2017

Monaco-Juventus

Champions League, Monaco-Juventus 0-2: Higuain, doppietta da fenomeno

Un grande Dani Alves ispira la doppietta (un gol per tempo) del Pipita. Allegri azzecca tutto e vede Cardiff

Ai marziani hanno spento il raggio laser. Ai giovani fenomeni hanno bloccato la crescita. Barça, Monaco, non c’è avversario che tenga. La Juve sbanca il casinò di Montecarlo, innesta il turbo e imbocca lo svincolo verso la finale. Non è finita, i ragazzini francesi sono imprevedibili: però i bianconeri sono monotoni. Colpiscono, vincono, controllano. Hanno 5 anni e 99 giorni, in media, più degli avversari (record di una semifinale di Champions) ma la vecchiaia ce la ricordavamo diversa. In più qualcuno fa notare che l’ultima volta che hanno preso gol in Champions Obama era ancora presidente Usa. Organizzazione, prestazioni dei difensori, soluzioni tattiche e i poteri di superGigi Buffon rendono la porta inviolabile. Quella avversaria la sfondano loro, la coppia di eroi di Montecarlo: Higuain e Dani Alves.  

Il Pipita cancella terabyte di file di Word e di note vocali sulla sua inconsistenza nelle gare che contano con un destro preciso nell’angolino e una scivolata da bomber vero. Decide lui, quello da 90 milioni, quello portato a Torino proprio per questo. Quello che si è preso del traditore perché convinto che per vincere doveva andare altrove. Stasera provate voi a dire alla Juve, e a lui, che avevano torto. Torto marcio aveva chi ha dubitato, in questi mesi, di Dani Alves: l’uomo che ha dato più assist di chiunque altro a Messi continua la sua ascesa verticale. I primi mesi erano riscaldamento, ora Dani fa sul serio. Domina sui due fronti, piazza due assist e recupera palloni. Gara monumentale, pennellate d’autore. 

Le vere opere d’arte collettive sono pochissime. Molto più probabile che il genio lavori da solo, quando ci si mette in tanti ognuno vuole portarci del suo e viene fuori un gran pastrocchio. Ecco, il primo gol della Juve invece è uno di quei rari casi in cui una Gioconda viene dipinta a più mani. E’ il 29’, un’uscita dalla difesa già apprezzabile di Marchisio viene nobilitata da un tacco volante di Dybala. Da lì a Alves, a Higuain, e di nuovo a Dani: la palla sembra lunga, Glik sembra in vantaggio, il brasiliano (non si sa come) la raggiunge per primo, la difende, la spedisce al centro con un tacco di una qualità da Barça. Higuain la vede arrivare, quella palla, sa che è il suo appuntamento col destino, per cacciare quella scimmia dalle spalle. Il destro è preciso, all’angolino, la corsa sotto la curva è liberatoria, l’esultanza è da momento speciale. La scimmia è già fuori dai confini del Principato, la Juve è qualche passo più vicina a Cardiff. 

E dire che all’inizio erano servite un paio di parate di Buffon. Mbappé era partito forte, aveva messo paura. A inizio ripresa, stesso discorso, monegaschi pericolosi, Gigi in tuffo basso. Poi Dybala pressa Bakayoko, Alves piazza uno dei suoi cross, Higuain in scivolata arriva dove Glik non può: 2-0. Le prestazioni di quei due rischiano quasi di far passare sotto silenzio alcune giocate di Dybala per le quali, da sole, vale la pena di farsi i chilometri da Torino. O possono far dimenticare un’altra grande soluzione tattica di Allegri: torna alla difesa a tre, con Barzagli; li piazza con un 3-4-2-1; li ha istruiti in modo tale che possono cambiare assetto a ogni azione. E rischiano di non rendere onore a un Monaco che comunque ci prova, ma che semplicemente trova sempre, in area, una gamba di Bonucci, una chiusura di Chiellini, un ripiegamento di Pjanic. E in ultima istanza le mani di Buffon, come al 90’, sul colpo di testa di Germain. Lemar, Bakkyoko, Falcao, Mbappé, non sono distanti da quelli che hanno fatto a fette City e Borussia: sono gli avversari che sono diversi. Molto diversi.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 7,5: Riflesso superbo sulla girata furtiva di Mbappe, tempismo perfetto nelle uscite, respinta a tempo scaduto sul colpo di testa di Germain a riecheggiare il riflesso su Zidane nella finale mondiale del 2006. E con la recita impeccabile del Louis II fanno 100 in Champions League. Leggendario.

Andrea Barzagli 6: Qualche apprensione in avvio di match, quindi è (quasi) solo ordinaria amministrazione.
Leonardo Bonucci 6,5: Anche lui non parte benissimo, ma si riprende alla grande contribuendo ad innalzare un muro a protezione di Buffon. Solido e maturo. 
Giorgio Chiellini 6,5: Mezzo punto in meno per un cartellino rosso sfiorato in almeno due occasioni nella ripresa. Dalle sue parti, tuttavia, non si passa e il gioco - specialmente questa sera – vale assolutamente la candela. Dedizione totale alla causa per “Re Giorgio”.
Alex Sandro 6,5: Forma una catena di sinistra formidabile con Mario Mandzukic:promosso anche in una serata dove non fa cose trascendentali. Non ne ha bisogno. Garanzia.
Claudio Marchisio 6,5: Primo tempo in chiaroscuro, ripresa da signore del centrocampo dove assume il controllo delle operazioni. Si poteva forse dubitare di lui? (81' Tomas Rincon s.v.)
Miralem Pjanic 6: Così così. Commette qualche errore di troppo in distribuzione palla e gioca leggermente sotto ritmo: attore non protagonista questa sera. (89' Mario Lemina s.v.)
Dani Alves 8: Da quando si ristabilito dalla frattura al perone non ha mai sbagliato un colpo. Anche stasera ha incantato: colpo di tacco e cross radiocomandato ad apparecchiare la doppietta di Higuain. Era stato acquistato proprio per eccellere in questo tipo di palcoscenici: ennesima dimostrazione dello straordinario fiuto di Marotta. 
Paulo Dybala 7,5: Da un suo stratosferico colpo di tacco a centrocampo scaturisce l’azione dello 0-1 ma, non pago, va pure a ringhiare sugli avversari entrando nell’azione del secondo gol bianconero. Toda Joya.
Mario Mandzukic 7: Solito encomiabile lavoro in entrambe le fasi di gioco: si esalta sempre più in copertura e ha la gamba per rilanciare l’azione. Simbolo di una Juventus mostruosa.
Gonzalo Higuain 8: Dopo sette partite a eliminazione diretta avare di gol si sblocca in Champions con due autografi d’autore, da attaccante di razza e al contempo campione vero. Lo aspettavano tutti al varco, pronti a stroncarlo, lui non ha tradito…E la sfida contro il suo passato si avvicina sempre più. Gladiatore. (77’ Juan Cuadrado 6: Entra nel vivo del gioco e sfiora lo 0-3 nel finale).