Sampdoria-Juventus 0-1: Cuadrado decide in avvio
Un gol del colombiano in avvio regala i tre punti ai bianconeri, provvisoriamente a +10 sul Napoli e a +11 sulla Roma
L’ultima volta che era passata da queste parti, la Signora aveva tutt’altro umore. Tornata a Marassi, ha una nuova faccia. Una nuova consapevolezza. Così ha battuto la Samp con una prestazione differente rispetto a quella col Genoa. Autorevole proprio nello stadio in cui aveva passato la mezzora più brutta degli ultimi anni: l’1-0, in fondo, è stretto per il canovaccio visto, nonostante 20 minuti di pericoloso arretramento finale. L’Allegri prudente dalla vigilia è stato in parte accontentato: almeno per un tempo, la sua squadra ha guardato il blucerchiato come fosse blaugrana.
Qualche piccolo scricchiolio all’inizio per la Juve ci sarebbe pure, con Barzagli in difficoltà su Quagliarella e un diagonale largo dell’attaccante. Ma non è l’anteprima di un altro naufragio genovese, anzi. La Juve ha un’altra marcia e dispiega al massimo le potenzialità del quadrilatero offensivo: la squadra sfrutta tutta l’ampiezza del campo e, quando si distende, c’è sempre più di una soluzione. Il lancio a tagliare da sinistra a destra è la scelta più comune del primo tempo: dal piede di Asamoah si arriva a quello di Cuadrado che è una bellezza. A volte si arriva pure più, sulla testa, e su una anomala incornata del colombiano nasce l’1-0. In generale è proprio Juan il più imprevedibile della compagnia: fa ammattire Regini, dialoga bene con Dani Alves e Dybala. Decisamente più giù il Pipita, che fatica ma fallisce qualche occasione di troppo: in una, su un gentile omaggio di Regini, Puggioni gli nega l’atteso ritorno al gol; in un’altra è lui a respingere involontariamente quasi sulla linea il tiro a botta sicura di Mandzukic. In generale, raramente la Juve aveva giocato così bene in questa stagione: il 4-2-3-1, in fondo, è questo, lo strumento per sprigionare l’alta qualità in rosa. Quando esce uno dei quattro moschiettieri i giri calano un po’, ma ci sono occasioni anche senza Dybala (fuori per sospetti problemi all’adduttore della coscia sinistra, al suo posto Pjaca così così). Nel complesso, pur affacciandosi qua e là davanti a Buffon, la Samp produce poco: il 4-3-1-2 è più conservativo e Giampaolo non si lancia all’arrembaggio, concedendo tempi e spazi per ragionare ai bianconeri.
Il secondo tempo avrebbe lo stesso sviluppo iniziale: nei primi minuti la Juve pare avere la giusta distanza per continuare a premere. In questi momenti di difficoltà, negli ultimi tempi la Genova blucerchiata usa sei lettere come una preghiera. Il pubblico invoca Schick, che aveva ribaltato una gara simile contro la Roma: quando entra al posto di Fernandes, i tifosi alzano la voce e il ceco fa subito intuire buoni numeri (fisico possente più sinistro dolce) e giustifica la voracità degli osservatori di mercato. Quando su un contropiede Muriel fa finalmente il Muriel e, dopo un controllo eccezionale, regala la palla giusta davanti alla porta solo, una diagonale miracolosa di Asamoah gli nega l’1-1. Anzi, in quella occasione il baby-fenomeno si fa a male a una caviglia e dopo poco deve uscire per Djuricic. L’altro cambio in casa Samp (Praet per Torreira affaticato) è obbligato, mentre la scelta di Allegri di Lemina per Cuadrado presuppone un cambio di modulo nell’ultimo scorcio di partita: la mediana a 3 dà maggiore sostanza per arginare gli ultimi strappi blucerchiati. Non serve molto perché la Samp avanza con spavalderia mai mostrata prima e Praet trova troppa libertà a destra: prima di una rovesciata alta di Quagliarella, un nuovo pericolo frenato ancora da Asamoah, più positivo in chiusura che in attacco. Il secondo prodigio di giornata è un intervento in campo aperto su Muriel, sconfitto nel duello colombiano. Alla fine la Juve bella degli inizi si rimpicciolisce e nella baruffa finale servono pure i muscoli di Lichtsteiner al posto di Higuain, complessivamente sotto tono. Fosse stato il cannibale di inizio 2017, la Juve avrebbe sofferto assai meno.
E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:
Gianluigi Buffon 6: Non è quasi mai chiamato in causa dagli
avanti blucerchiati. Oggi, però, è la sua giornata. Diventa il
bianconero con più minuti di sempre in Serie A, superando Boniperti.
Scusate se è poco.
Dani Alves 6: A corrente alternata. Gioca un ottimo primo tempo ma nella ripresa è troppo nervoso e polemico. Gara comunque sufficiente.
Andrea Barzagli 6: Meno brillante del solito. La mobilità di Quagliarella lo mette in difficoltà. Ha abituato tutti davvero troppo bene.
Daniele Rugani 6.5: Si conferma ben più di un semplice
prospetto per il futuro. Ogni volta che è stato chiamato in causa nel
corso della stagione, ha risposto con tranquillità da veterano.
Kwadwo Asamoah 7: Grande prova dell’esterno
bianconero, chiamato a sostituire Alex Sandro. Un assist al bacio,
diagonali perfette e corsa al servizio della squadra. Leggero calo nel
finale ma nel complesso partita davvero lodevole.
Sami Khedira 6: Solito contributo in termini di fosforo ed inserimenti. Cala nella ripresa, come tutta la squadra.
Miralem Pjanic 6: Nel primo tempo è prezioso e con i suoi tocchi sapienti fa girare la manovra, senza forzature. Meno brillante nella ripresa.
Juan Cuadrado 7: Giocatore imprescindible per Allegri. Devastante nella prima frazione, fa vedere le streghe a Regini e crea occasioni in serie. Sostituito nella ripresa. (72’Mario Lemina 6: Buon impatto e qualche buona progressione. Vivo.)
Paulo Dybala 6.5: Costretto ad uscire al 28’ per un problema muscolare. Il gioco della Juventus ne risente sensibilmente. Basta dire questo. (28’ Marko Pjaca 5.5: Parte in modo incoraggiante ma nella ripresa esce totalmente dal match).
Mario Mandzukic 5.5: Lotta e corre come al solito ma è sicuramente meno incisivo e lucido. Piccolo passaggio a vuoto.
Gonzalo Higuain 5.5: Polveri bagnate. Puggioni è
determinante in due occasioni ma lui è sicuramente meno "cattivo" del
solito. Avrebbe forse bisogno di un po’ di riposo. (86’Stephan Lichtsteiner. S.V.).