Simply 6

lunedì 20 marzo 2017

Sampdoria-Juventus

Sampdoria-Juventus 0-1: Cuadrado decide in avvio

Un gol del colombiano in avvio regala i tre punti ai bianconeri, provvisoriamente a +10 sul Napoli e a +11 sulla Roma

L’ultima volta che era passata da queste parti, la Signora aveva tutt’altro umore. Tornata a Marassi, ha una nuova faccia. Una nuova consapevolezza. Così ha battuto la Samp con una prestazione differente rispetto a quella col Genoa. Autorevole proprio nello stadio in cui aveva passato la mezzora più brutta degli ultimi anni: l’1-0, in fondo, è stretto per il canovaccio visto, nonostante 20 minuti di pericoloso arretramento finale. L’Allegri prudente dalla vigilia è stato in parte accontentato: almeno per un tempo, la sua squadra ha guardato il blucerchiato come fosse blaugrana. 

Qualche piccolo scricchiolio all’inizio per la Juve ci sarebbe pure, con Barzagli in difficoltà su Quagliarella e un diagonale largo dell’attaccante. Ma non è l’anteprima di un altro naufragio genovese, anzi. La Juve ha un’altra marcia e dispiega al massimo le potenzialità del quadrilatero offensivo: la squadra sfrutta tutta l’ampiezza del campo e, quando si distende, c’è sempre più di una soluzione. Il lancio a tagliare da sinistra a destra è la scelta più comune del primo tempo: dal piede di Asamoah si arriva a quello di Cuadrado che è una bellezza. A volte si arriva pure più, sulla testa, e su una anomala incornata del colombiano nasce l’1-0. In generale è proprio Juan il più imprevedibile della compagnia: fa ammattire Regini, dialoga bene con Dani Alves e Dybala. Decisamente più giù il Pipita, che fatica ma fallisce qualche occasione di troppo: in una, su un gentile omaggio di Regini, Puggioni gli nega l’atteso ritorno al gol; in un’altra è lui a respingere involontariamente quasi sulla linea il tiro a botta sicura di Mandzukic. In generale, raramente la Juve aveva giocato così bene in questa stagione: il 4-2-3-1, in fondo, è questo, lo strumento per sprigionare l’alta qualità in rosa. Quando esce uno dei quattro moschiettieri i giri calano un po’, ma ci sono occasioni anche senza Dybala (fuori per sospetti problemi all’adduttore della coscia sinistra, al suo posto Pjaca così così). Nel complesso, pur affacciandosi qua e là davanti a Buffon, la Samp produce poco: il 4-3-1-2 è più conservativo e Giampaolo non si lancia all’arrembaggio, concedendo tempi e spazi per ragionare ai bianconeri. 

Il secondo tempo avrebbe lo stesso sviluppo iniziale: nei primi minuti la Juve pare avere la giusta distanza per continuare a premere. In questi momenti di difficoltà, negli ultimi tempi la Genova blucerchiata usa sei lettere come una preghiera. Il pubblico invoca Schick, che aveva ribaltato una gara simile contro la Roma: quando entra al posto di Fernandes, i tifosi alzano la voce e il ceco fa subito intuire buoni numeri (fisico possente più sinistro dolce) e giustifica la voracità degli osservatori di mercato. Quando su un contropiede Muriel fa finalmente il Muriel e, dopo un controllo eccezionale, regala la palla giusta davanti alla porta solo, una diagonale miracolosa di Asamoah gli nega l’1-1. Anzi, in quella occasione il baby-fenomeno si fa a male a una caviglia e dopo poco deve uscire per Djuricic. L’altro cambio in casa Samp (Praet per Torreira affaticato) è obbligato, mentre la scelta di Allegri di Lemina per Cuadrado presuppone un cambio di modulo nell’ultimo scorcio di partita: la mediana a 3 dà maggiore sostanza per arginare gli ultimi strappi blucerchiati. Non serve molto perché la Samp avanza con spavalderia mai mostrata prima e Praet trova troppa libertà a destra: prima di una rovesciata alta di Quagliarella, un nuovo pericolo frenato ancora da Asamoah, più positivo in chiusura che in attacco. Il secondo prodigio di giornata è un intervento in campo aperto su Muriel, sconfitto nel duello colombiano. Alla fine la Juve bella degli inizi si rimpicciolisce e nella baruffa finale servono pure i muscoli di Lichtsteiner al posto di Higuain, complessivamente sotto tono. Fosse stato il cannibale di inizio 2017, la Juve avrebbe sofferto assai meno. 

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 6: Non è quasi mai chiamato in causa dagli avanti blucerchiati. Oggi, però, è la sua giornata. Diventa il bianconero con più minuti di sempre in Serie A, superando Boniperti. Scusate se è poco.
Dani Alves 6: A corrente alternata. Gioca un ottimo primo tempo ma nella ripresa è troppo nervoso e polemico. Gara comunque sufficiente.
Andrea Barzagli 6: Meno brillante del solito. La mobilità di Quagliarella lo mette in difficoltà. Ha abituato tutti davvero troppo bene.
Daniele Rugani 6.5: Si conferma ben più di un semplice prospetto per il futuro. Ogni volta che è stato chiamato in causa nel corso della stagione, ha risposto con tranquillità da veterano.
Kwadwo Asamoah 7: Grande prova dell’esterno bianconero, chiamato a sostituire Alex Sandro. Un assist al bacio, diagonali perfette e corsa al servizio della squadra. Leggero calo nel finale ma nel complesso partita davvero lodevole. 
Sami Khedira 6: Solito contributo in termini di fosforo ed inserimenti. Cala nella ripresa, come tutta la squadra.
Miralem Pjanic 6: Nel primo tempo è prezioso e con i suoi tocchi sapienti fa girare la manovra, senza forzature. Meno brillante nella ripresa.
Juan Cuadrado 7: Giocatore imprescindible per Allegri. Devastante nella prima frazione, fa vedere le streghe a Regini e crea occasioni in serie. Sostituito nella ripresa. (72’Mario Lemina 6: Buon impatto e qualche buona progressione. Vivo.)
Paulo Dybala 6.5: Costretto ad uscire al 28’ per un problema muscolare. Il gioco della Juventus ne risente sensibilmente. Basta dire questo. (28’ Marko Pjaca 5.5: Parte in modo incoraggiante ma nella ripresa esce totalmente dal match).
Mario Mandzukic 5.5: Lotta e corre come al solito ma è sicuramente meno incisivo e lucido. Piccolo passaggio a vuoto. 
Gonzalo Higuain 5.5: Polveri bagnate. Puggioni è determinante in due occasioni ma lui è sicuramente meno "cattivo" del solito. Avrebbe forse bisogno di un po’ di riposo. (86’Stephan Lichtsteiner. S.V.).

 

mercoledì 15 marzo 2017

juventus-Porto

Juventus-Porto 1-0: decide Dybala su rigore

Pereira para sulla linea di porta: rosso, rigore trasformato dalla Joya e bianconeri ai quarti di finale

Fra le otto migliori d’Europa. Il mancato rinvio di Evra a Monaco dell’anno scorso è cancellato, ora va riscritta la storia di due stagioni fa, almeno fino a Cardiff. La Juve si prende i quarti battendo il Porto 1-0 (3-0 complessivo nella doppia sfida). "Non servono i fuochi artificiali", aveva detto Allegri alla vigilia, e i suoi lo prendono in parola, organizzando un serioso convegno a tema "Come non rischiare niente" movimentato solo da qualche petardo di Dybala. Paulo si prende la scena, nel processo di crescita che dovrebbe portarlo a diventare un "crack", Higuain rinvia l’appuntamento col gol negli scontri diretti. Forse aspetta di farlo davvero "pesante". Il Porto battagliero resta nei progetti della vigilia, la seconda espulsione precoce in due gare ne spegne i fuochi, parsi peraltro piuttosto fatui anche prima. 

Niente, il Porto non ce la fa a chiudere un tempo in undici: dopo Alex Telles stavolta è Maxi Pereira (al 41’) a farsi cacciare per una parata sulla linea sul tiro a botta sicura di Higuain, dopo una parata (questa sì legale) di Casillas su Alex Sandro che lascia lì la palla a pochi passi. Espulsione e rigore trasformato incrociando da Dybala, che dagli undici metri conferma di essere specialista (forget Doha). Il rigore premia una Juve che non aveva rischiato nulla, ma che aveva creato pochino (un paio di colpi di testa di Mandzukic, un paio di percussioni di Dybala).

Esulta in tribuna John Elkann, la cui presenza allo Stadium non è frequentissima, e che ne approfitta per dialogare prima del match col cugino Andrea Agnelli. Esulta la Curva, dove i Vikings ritagliano il solito “rettangolo” vuoto per protesta contro il divieto di esporre i loro simboli. Stavolta ci aggiungono anche 10’ di sciopero del tifo, anche perché pure con la società i rapporti sono tesi. 

 Il gol di Dybala resterà l’unico, nonostante la superiorità numerica, nonostante un quasi autogol di Danilo e un bel diagonale di Higuain. La Joya è la figura del match, non solo per la glacialità del suo sinistro dal dischetto che spiazza Casillas (oggi primatista assoluto di presenze in Champions). Nel primo tempo un doppio dribbling nello stretto in area illumina lo Stadium, e un recupero fino alla sua area su Danilo, in stile Mandzukic, lo esalta. In generale in una serata non proprio frizzante per i bianconeri, lui sembra garantire sempre le bollicine. 

Non c’è Pjanic, non è l’edizione 5 stelle. E’ una Juve di governo, quella di stasera, che conferma di concedere pochissimo agli avversari (solo una fuga di Tiquinho, con diagonale largo su Buffon in uscita dopo buco di Benatia). Solidità totale nonostante i due terzini (Alves e Alex) siano in teoria di spinta, squadra spesso compatta dietro la linea della palla, anche a costo di concedere il possesso al Porto. Il rientrante Marchisio è ordinato ma non dirompente, Cuadrado è in serata no e dopo 45’ lascia spazio a un Pjaca re dei doppi passi, ma poco pratico della porta avversaria. Il Porto è anestetizzato, André Silva è uscito ancora (nella doppia sfida non giustifica la quotazione di mercato), i portoghesi si fanno notare più per la voglia dei loro tifosi, nello spicchio, che per altro. La Juve naviga, placida, verso un altro Porto europeo. La crociera sarà lunga?

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon s.v.: Un solo tiro in porta, raccolto agevolmente. Spettatore non pagante.
Dani Alves 6: Prestazione ambivalente: meglio in fase di spinta e conduzione (151 palloni giocati), concede molto dietro aprendo dei dubbi in casa Juventus. La squadra può permettersi di schierarlo terzino con questo assetto?
Mehdi Benatia 5,5: Prestazione non immune da sporcature. Un suo svarione in avvio di ripresa in particolare rischia di costare caro. Graziato da Tiquinho. Costretto in seguito a dare forfait per un guaio fisico (60’ Andrea Barzagli 6: Qualche sollecitazione solo nel finale, il resto è pura formalità).
Leonardo Bonucci 6,5: Comanda con piglio autoritario la linea difensiva e imposta con cognizione di causa l’azione. Ineccepibile.
Alex Sandro 6,5: Insolitamente timido in avvio di match, sfodera l’imperioso stacco che non ti aspetti e avvia l’azione che porta alla concessione del penalty. Prezioso.
Sami Khedira 6: Ordinaria amministrazione, ottiene il massimo risultato col minimo sforzo.
Claudio Marchisio 6: Fatica a incunearsi nel vivo del match, poi viaggia col pilota automatico. In crescita. 
Juan Cuadrado 6: Rimedia un giallo avventato in avvio che ne mina le certezze, ma si riprende presto mettendo in seria apprensione Layun. Allegri comunque decide di non rischiare nulla levandolo all’intervallo (46’ Marko Pjaca 6: Ha l’argento vivo addosso, ma la mira è ancora difettosa: peccato per quel sinistro di controbalzo spedito a lato, sarebbe stato un gol sontuoso).
Paulo Dybala 7: Si conferma glaciale dal dischetto firmando il gol che silenzia le velleità del Porto. Parte titubante, ma sale in cattedra col passare dei minuti e si rende utile anche in fase di ripiegamento. È uno dei leader dello squadrone bianconero, non solo tecnico ma anche carismatico. Rompe il digiuno di reti allo Stadium in Champions e autografa il gol numero 14 in stagione. (78’ Tomas Rincon s.v.).
Mario Mandzukic: 7: Un leone liberato dalla gabbia. Al solito uno dei migliori in campo, apprezzabile in ambedue le fasi. È abituato a esibirsi in questi palcoscenici e in sfide di questo tipo il #17 non può mancare. Mai.
Gonzalo Higuain 6,5: In una partita dove non fa cose straordinarie risulta comunque determinante; si avventa come un falco sulla respinta corta di Casillas e costringe Pereira al fallo da rigore+espulsione. Cerca con insistenza – ma senza fortuna – la rete nella ripresa.


 

sabato 11 marzo 2017

Juventus-Milan

Juventus-Milan 2-1: Dybala decide su rigore al 97', ma i rossoneri protestano

Decide un rigore contestato per un tocco di mano di De Sciglio: l'argentino regala i 3 punti ad Allegri dopo i gol di Benatia e Bacca

 Il calcio, prima che sport che suscita polemiche, è un gioco di squadra. Il senso della vittoria Juve all’ultimo secondo, su rigore contestato dal Milan e trasformato da un glaciale da Dybala, è soprattutto questo. Non può bastare un portiere destinato a scrivere pagine di storia del calcio, Gigio Donnarumma, a fermare da solo una squadra che nella sostanza attacca dal 1’ al 97’, sciupando occasioni e concedendo in tutto un paio di ripartenze, oltre a quella del gol. 

Risponde al nome di Gigio Donnarumma. E non abbiamo altra parola per definirlo. Se la Juve ha rischiato di interrompere la striscia di 30 successi consecutivi (ora 31) in campionato allo Stadium è stato solo a causa sua. Sono almeno cinque le parate pazzesche, su Pjaca, Higuain, Khedira, Pjanic e ancora Higuain appena prima del tocco di mano di De Sciglio che prelude a un rigore che, rivisto al replay, non dà certezze assolute ma alimenta più di un dubbio (anche se, va detto, alla Juve manca un penalty per un fallo di Zapata sullo stesso Dybala all'alba del match). Più altre tre che Gigio ha fatto sembrare facili, ma che proprio non lo erano. Come tutti i predestinati, è stato anche aiutato dalla fortuna, sulla traversa di Pjanic e su un diagonale di Pjaca fuori di millimetri. Ma se i tifosi della Juve avevano bisogno di un ulteriore motivo per sognare lui come erede di Buffon, non dovranno andare oltre stasera. A breve partirà l’asta selvaggia: noi auguriamo al Milan e al calcio italiano di riuscire a trattenerlo.

La Juventus ha giocato un’ottima partita, non scintillante, ma di ottimo livello. Cinque giorni dopo la stecca di Udine. Senza Cuadrado e Mandzukic e con un Pjanic parecchio abulico, ha creato tantissime occasioni. Con due grossi demeriti: non aver concretizzato davanti a Donnarumma e aver preso gol alla prima occasione concessa. Bene Benatia, insolitamente concreto Alves in posizione avanzata. Mentre Pjaca merita un capitolo a parte. Semplicemente devastante nell’uno contro uno, se vorrà avere una grande carriera, non potrà viaggiare alla media di tre/quattro palle gol non sfruttate, Gigio o non Gigio.

I rossoneri hanno giocato la peggior partita stagionale delle quattro contro la Juve, tenuti in piedi solo da Donnarumma. Ben sostenuto da un Bacca (poi uscito per guai muscolari) più che mai in versione una palla un gol (viziato da un fuorigioco complicato da rilevare) e da un Deulofeu che è giocatore vero. Il Milan si è affidato a lui per i break del secondo tempo, nel momento in cui la Juve sembrava rifiatare e i rossoneri poter colpire in contropiede. Il grande pregio che permetterà al Milan di lottare fino alla fine per l’Europa, è però quello di riuscire a stare sempre in partita, anche quando giochi contro una squadra più forte e in cui hai pochino dal centrocampo (benino Sosa, espulso nel recupero, male Bertolacci, di Pasalic si ricorda solo la palla geniale che avvia l’1-1) i terzini non arrivano mai sul fondo e la manovra non scorre fluida. Eppure la sconfitta è arrivata solo al 97’ su rigore. 

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 6,5: Reattivo in uscita e su un paio di conclusioni da fuori. Sul pezzo. Lascia prendere la copertina al suo erede. 

Andrea Barzagli 5: Sotto i suoi standard. Deulofeu ha un altro passo e lo semina in occasione del gol di Bacca. Paga dazio in velocità. (Dal 46' Stephan Lichtsteiner 6,5: Benissimo nel match. Entra, crossa, ci prova. Il rigore finale parte da un suo ennesimo affondo.

Mehdi Benatia 6,5: Trova il primo gol in bianconero. Partita di spessore, con anticipi e buone giocate. Sul gol subito può poco, con un retropassaggio nella ripresa rischia di mettere in difficoltá Buffon, che salva. (Dal 78' Daniele Rugani S.V.).
Leonardo Bonucci 6,5: Preciso, sicuro, attento. Il solito Bonucci.
Kwadwo Asamoah 6: In ritardo sulla diagonale che dovrebbe chiudere Bacca in occasione dell'1-1. Per il resto prova sufficiente, con alcune sgroppate apprezzabili.
Sami Khedira 7: Sbaglia un gol facile a centro area subito dopo l'1-0. Donnarumma gliene nega un altro. Lui si inserisce sempre, recupera, riparte. Uomo ovunque.
Miralem Pjanic 5,5: Troppi errori in impostazione. Spreca anche due buone punizioni. Alcune buone aperture, tanti passaggi a vuoto.
Dani Alves 6,5: Inizia pimpante, sfoderando controlli di classe e giocate. Poi innesca a meraviglia Benatia per il vantaggio bianconero. Giocando alto, senza compiti di copertura é piú a suo agio.
Paulo Dybala 7,5: Primo tempo super. Donnarumma gli nega due volte il gol, ma lui danza tra le linee avviando ogni azione bianconera. Anche nella ripresa rimane lucido e creativo. Decide con freddezza la partita.
Marko Pjaca 6: Dentro al posto di Mandzukic(colica intestinale) poco prima del calcio d'inizio. Parte bene, tira, ci prova. Punta sempre Zapata. Mezzo voto in meno per le troppe occasioni sprecate. (Dall'89' Moise Kean S.V.).
Gonzalo Higuain 6: Meno bene del solito. Però Donnarumma gli nega due gol su due bellissimi avvitamenti. Pronto sempre a pungere, un po' impreciso negli appoggi.

 

lunedì 6 marzo 2017

Udinese-Juventus

Udinese-Juventus 1-1, Bonucci rispone a Zapata

Il difensore di Allegri riscatta segnando il gol del pari nella ripresa l'errore che aveva consentito all'attaccante friulano di portare in vantaggio la squadra di Delneri

L'operazione doppia cifra è rimandata, ma la Juventus può accontentarsi del pareggio. Il primo della stagione arriva nel pomeriggio migliore, dopo la sconfitta della Roma contro il Napoli. Così i bianconeri fanno 1-1 alla Dacia Arena (che festeggia come una vittoria) ma guadagnano comunque un punto sulla seconda: +8 e scudetto un pochino più vicino. Al gol di Zapata risponde Bonucci: Juve non al top ma comunque capace di reagire.  

Allegri sceglie Bonucci-Chiellini come coppia di centrali e conferma tutti i titolari, Delneri si presenta con il più classico dei 4-4-2, che però riesce bene a imbrigliare la Juventus. Le cinque stelle bianconere brillano poco nel primo tempo, grazie all'atteggiamento accorto dei padroni di casa: la doppia copertura sulle fasce limita la Signora, che non riesce a sviluppare il gioco in ampiezza come vorrebbe Allegri. L'Udinese fa legna a centrocampo con Fofana e Hallfredsson e poi prova a fare male con Zapata. Ci riesce poco prima dell'intervallo, quando il colombiano va via a Bonucci sulla sinistra e poi è bravo a far passare il pallone sotto le gambe di Buffon. Poco prima la Juventus aveva protestato per un mani in area di Samir e per fallo di Felipe su Dybala: tocco involontario, il contatto invece c'è. L'Udinese sfonda soprattutto a sinistra, dove Dani Alves e Cuadrado (ex fischiatissimo) garantiscono poca copertura. Il primo tempo si chiude con l'Udinese meritatamente in vantaggio. Peccato che prima dell'intervallo Delneri debba rinunciare a Fofana, uno dei migliori, per infortunio.  

La Juventus versione Dacia Arena è inizialmente lenta, imprecisa e commette troppi errori tecnici, ma alza ritmo e cresce con il passare dei minuti. I suoi giocatori tecnici soffrono la fisicità dei friulani, però quando hai tanta qualità in qualche modo ne vieni fuori, anche se non è il tuo pomeriggio migliore. Così da una punizione di Dybala nasce l'1-1 di Bonucci, che si fa perdonare per l'errore sul vantaggio friulano. Gli uomini dell'Udinese protestano per il fallo su Dani Alves da cui nasce tutto, che però c'è. I Delneri boys reagiscono e subito dopo prendono un palo con Danilo. Bene il difensore, che si esibisce anche in un salvataggio su Cuadrado. La squadra di casa si copre, lasciando Zapata (buona partita la sua) tutto solo lì davanti nel tentativo di resistere all'assalto bianconero: con Pjaca (per Cuadrado) la Juve è ancora più offensiva. In ombra Higuain, ma alla fine quello che conta è il risultato. E dopo il tonfo della Roma un pari vale come una vittoria. 

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 5,5: Viene beffato da Zapata che gliela manda sotto le gambe, uscita non perfetta e vantaggio dell’Udinese. Per il resto non è chiamato a grandi interventi.
Dani Alves 5,5: Corre sulla fascia ma non sfonda con Samir che fa ottima guardia su di lui e Cuadrado. Il brasiliano però chiede un rigore per un intervento dello stesso Samir a metà primo tempo.
Leonardo Bonucci 6,5: Erroraccio sul gol di Zapata dove viene saltato di netto dal colombiano. Poi risponde con determinazione, suo il gol che riporta in gara la Juventus oltre a tanti salvataggi in area sullo stesso Zapata nel secondo tempo. Reattivo. 
Giorgio Chiellini 6: Fatica come Bonucci ma riesce in qualche modo a portare a casa una sufficienza con qualche intervento pulito in area di rigore. (dal 56’ Medhi Benatia 6,5: Buon impatto alla gara. Aiuta Bonucci nella marcatura su Zapata).
Alex Sandro 6: Non commette errori in difesa ma lo si vede poco quando si tratta di attaccare. Contro l’Empoli era stato devastante, molto meno incisivo alla Dacia Arena.
Sami Khedira 6: È l’unico perno del centrocampo, cerca di tenere compatta la squadra ma anche lui fatica sulle ripartenze dell’Udinese. Gran lavoro, comunque, in mezzo al campo con il tedesco che aiuta - ogni tanto - anche in avanti.
Miralem Pjanic 5: Troppo bassi i ritmi a centrocampo, la Juventus fatica a ripartire trovandosi subito la linea mediana dell’Udinese a chiudere. L’ex Roma non riesce a fare la differenza e viene puntualmente murato dagli avversari. 
Juan Cuadrado 5,5: È veloce ma non così tanto da superare Samir che lo chiude molto bene in copertura. Non è continuo e la fascia destra, per una volta, non è il punto di forza della Juventus. (dal 72’ Marko Pjaca 5,5: Non ha lo stesso impatto di Oporto, qualche controllo sbagliato e nulla di più).
Paulo Dybala 5,5: Quando cambia ritmo fa sempre paura alla squadra di casa, peccato che l’argentino non insista nel puntare Hallfredsson e a servire in profondità Higuaín. Questa volta l’intesa tra argentini è nulla. (dall’87’ Tomás Rincon s.v.: Servirebbe più velocità ma Allegri inserisce Rincón nel finale di partita…)
Mario Mandzukic 5: Lotta come al solito nel primo tempo ma nella ripresa è il fantasma di se stesso. Questa poteva essere la gara giusta per farlo riposare.
Gonzalo Higuain 5: Viene servito pochissime volte dai compagni di reparto, ma non è che lui faccia molto di più per conquistare palla e campo. Vaga senza meta dal primo all’ultimo minuto.


 

mercoledì 1 marzo 2017

Juventus-Napoli

Coppa Italia, Juve-Napoli: le probabili formazioni

Alle 20:45 primo atto della semifinale: Allegri con Dybala titolare dopo la panchina con l'Empoli. Sarri fa rifiatare Hamsik (c'è Rog) e deve sciogliere il nodo punta centrale: Pavoletti favorito

Stasera, che sera. Allo Stadium va in scena l'andata della semifinale di Coppa Italia tra Juve e Napoli. I bianconeri non vogliono fermare la loro corsa verso il triplete nonostante il tecnico Allegri non ne voglia nemmeno sentir parlare: "Parliamo di cose serie". Gli azzurri di Sarri sono reduci dalla bruciante sconfitta al San Paolo contro i ragazzini terribili dell'Atalanta. E vogliono ripartire, subito, stasera.  

Il tecnico bianconero dovrebbe confermare il 4-2-3-1, il modulo iperoffensivo che si sta rivelando efficacissimo. Buffon rifiata, al suo posto Neto. In difesa, Asamoah, Chiellini, Barzagli e Lichtsteiner, in mezzo Pjanic e Khedira e poi Mandzukic, Dybala e Cuadrado appena dietro il Pipita Higuain. Da segnalare che Dybala torna titolare dopo la panchina con l'Empoli e con il rinnovo di contratto (praticamente) in tasca: presto l'annuncio dell'adeguamento. 

Per il Napoli la Coppa Italia è un obiettivo da perseguire con forza e a Sarri stasera servirà la squadra migliore, ma qualche giocatore deve comunque rifiatare (Hamsik, Mertens): è fisiologico. Ecco allora che il suo 4-3-3 si profila questo: Reina in porta, Maggio, Albiol, Koulibaly, Ghoulam. A centrocampo ecco Zielinsky, Diawara e Rog, tridente d'attacco con Insigne, Pavoletti oppure Milik e Callejon. 

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Norberto Neto 6: Sicuro sulla bordata di Hamsik nel primo tempo e attento in un uscita. Sul gol non ha colpe. 

Andrea Barzagli 6: Qualche errorino di troppo. In ritardo su Insigne nel primo gol del Napoli. Sbaglia in appoggio nella ripresa. Apprezzabili le solite chiusure in anticipo.
Leonardo Bonucci 6,5: Bene. Guida ormai sicuro, senza affanni, spesso imposta per dare alternativa a Pjanic (e non a caso i due sono quelli che giocano più palloni della Juve). Dei tre dietro pare essere quello che sta meglio fisicamente. Bel duello con Milik.
Giorgio Chiellini 6: Sufficiente, nulla di più. Fatica a reggere l’urto di Callejon e Rog nella prima frazione. Migliora molto nella ripresa.
Stephan Lichtsteiner 5: Ammonito, nervoso, impreciso. Un primo tempo opaco e sottotono. Non trova la posizione e sbaglia anche un comodo tap-in calciando addosso a Reina. (Dal 46’ Juan Cuadrado 7: Una svolta. Ormai imprescindibile per questa Juventus. Con lui e con il 4-2-3-1, la Juventus cambia marcia. Si procura il rigore del 3-1).
Miralem Pjanic 6,5: Parte piano, cresce tantissimo col passare dei palloni. Intelligente nell’allargare il gioco su Cuadrado di continuo. Alla fine recupera nove palloni e si prende i complimenti di Allegri.
Sami Khedira 6: Corre e si inserisce. Va al tiro, ma non trova la porta. 14 palloni persi sono tanti e non crea alcuna occasione per i compagni.
Kwadwo Asamoah 4,5: Perde Callejon in occasione del vantaggio azzurro. Errore grave. Spinge, ma mai con lucidità. Chi entra dopo di lui è di un altro pianeta. (Dal 71’ Alex Sandro 6: Subito col piglio giusto. Subito caparbio. Entra bene nel match).
Paulo Dybala 7,5: Freddo dal dischetto, due volte. Bravo ad avviare la ripartenza che poi porta al rigore su Cuadrado. Gioca tra le linee e migliora nella ripresa, dopo un primo tempo a sprazzi. (Dall’84’ Marko Pyaca s.v.)
Mario Mandzukic 6,5: Impegna Reina due volte nel primo tempo. Consueta abnegazione, consuete lotte a tutte campo. Non si può non capirne l’utilità. 
Gonzalo Higuain 6,5: Letale. Segna da posizione angolata e conferma la regola dell’ex. Non in serata di grazie, ma il suo nome nel tabellino, in fin dei conti, c’è sempre.