Simply 6

lunedì 28 novembre 2016

Genia-Juventus

Genoa-Juventus 3-1, Simeone doppietta, bianconeri irriconoscibili

Primo tempo orribile della squadra di Allegri, doppietta di Giovanni Simeone e autogol di Alex Sandro. Accorcia Pjanic su punizione. Ci sono anche gli infortuni di Bonucci e Dani Alves

Esiste ancora quella cosa chiamata campionato. Se si può passare al tritacarne la Signora così, ridurla a fette in mezzora appena, allora non tutto è deciso da queste parti. La Juventus va via da Genova con un’umiliazione storica: non mette in dubbio la leadership solida, ma il primo tempo contro il Grifone fa riflettere su cosa accade se si spegne la luce. Non bastasse, i bianconeri rivivono un vecchio incubo, un cognome che torna a risuonare macabro: Simeone. È Giovanni a far ballare Marassi due volte: proprio lui, figlio di Pablo che scucì mezzo scudetto bianconero con la Lazio nel 2000. Dal Cholo al Cholito, nuovo idolo di un Genoa che ritrova la sua magia elettrica nella gara dell’anno. Se sedici anni fa il babbo Simeone portò i biancocelesti secondi a tre della Juve, stavolta il figliolo aiuta Milan (e forse la Roma) ad avvicinarsi a 4. Allegri spera solo che il film abbia un finale diverso. 

A inizio gara Max spiazza tutti e non solo perché l’atteso messia si siede in panchina: Higuain non viene rischiato, ma stupisce il leggerissimo sbilanciamento a destra. Tutti i laterali in rosa in campo per la prima volta dall’inizio: Lichtsteiner è l’unico a stare dove dovrebbe, esterno largo del 3-5-2, ma Dani Alves marcatore basso e Cuadrado seconda punta che parte da sinistra sono completamente fuori dai radar. Ma che siano in buona compagnia è chiaro all’alba. Al 3’ una leggerezza di Bonucci regala campo a Rigoni: tiro ribattuto, Buffon mette il vestito da Superman, ma dopo tre volte pure i supereroi capitolano. Il tap-in del Cholito apre la prima crepa, la voragine si allarga dieci minuti dopo quando Lazovic salta un distrattissimo Alex Sandro e mette la palla giusta sulla testa del figlio di Pablo. Poi, prima della mezzora, il disastro è completo: corner di Lazovic, sponda di Burdisso, tocco di Rigoni e Alex Sandro finisce per buttarla dentro nel tentativo disperato di salvare. Una Caporetto mai vista da più di un decennio. Certo, questo Genoa è da lacrime agli occhi per i suoi tifosi: il ritmo è vertiginoso, le fasce arrembanti e Rigoni-Ocampos imprendibili e generosi. La Juve ferita non vince mezzo contrasto: non una cosa abituale. 

A complicare le cose, la coscia sinistra di Bonucci, che obbliga Allegri nel primo tempo a spendere un cambio prematuro (dentro Rugani) e un rigore non dato su Mandzukic. In fondo, però, resta l’incapacità bianconera di uscire dall’apnea. E Allegri mette troppo tempo per rimettere ordine al caos iniziale: Dani al livello dei centrocampisti e Pjanic dietro le due punte in un abbozzo di 4-3-1-2 aiutano la squadra pallida a ritrovare un po’ di colorito. Ma non abbastanza per svegliarsi dall’incubo. Solo dopo un quarto d’ora del secondo tempo, entra anche il Pipita al posto di Licht per provare a salvare la truppa dal naufragio: la Juve gioca con un po’ più di ordine, si espone al contropiede ma la notte è troppo fonda. Visto che anche Alves si fa male e e i cambi sono finiti, ai bianconeri in 10 servirebbe un miracolo. O un colpo di genio: quello di Pjanic su punizione arriva troppo tardi, all’82’. In fondo, ciò che servirebbe si chiama semplicemente Juventus: per la gioia di chi insegue per una volta non si è mossa da Vinovo.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 6,5: Una certezza, anche in giornata come queste. Prima di fargli un gol gli devono tirare 3 volte (l’1-0 di Simeone) e nella ripresa salva ancora un Cholito per evitare l’umiliazione del 4-0.
Dani Alves 4,5: Malissimo. Allegri lo prova nella difesa a 3, poi lo risposta alto, poi lo mette interno di centrocampo. Gli manca solo di provare prima punta e portiere, e poi le ha più o meno girate tutti. La verità però è che Dani Alves fatica a difendere – come sempre fatto del resto in carriera – e al momento non è per nulla brillante dal punto di vista fisico. Se poi Allegri fa confusione, non può venirne fuori nulla di buono.
Leonardo Bonucci 4,5: E’ il simbolo della Juve, nel bene e nel male. A Siviglia aveva levato le castagne dal fuoco, oggi a Genova è l’immagine perfetta di una Juve con evidenti problemi dal punto di vista fisico – l’ennesimo infortunio muscolare della squadra – e senza testa: il tacco che mette in porta Rigoni per il primo gol di Simeone l’esempio di una superficialità complessiva nella valutazione del momento. Dal 34’ Daniele Rugani 6: Entra che la frittata è già fatta. Gioca un match onesto in una ripresa decisamente meno traumatica. 
Medhi Benatia 4,5: Buchi – il 2-0 di Simeone –, letture sbagliate e impostazioni regalate agli avversari. Nella giornataccia della Juve protagonista in negativo è anche il marocchino.
Stephan Lichtsteiner 5: Male anche lui. Il periodo d’esilio in panca non ha fatto bene allo svizzero che in questa stagione non ha mai trovato né continuità né attenzione né passo. E quando lo ributtano dentro non fa nulla per far cambiare idea. Dal 53’ Gonzalo Higuain 6: Entra con la voglia di spaccare tutto e di prendersi sulle spalle la Juve, ma si accorge presto che oggi non è cosa.
Sami Khedira 5: Anonimato più totale. Il Genoa è dominante in mezzo al campo e Khedira è preso dentro in ogni dove, sottolineando anche come la Juventus manchi totalmente dal punto di vista fisico. Dal 71’ Stefano Sturaro 6: Entra per rincorrete tutti e dare qualche calcione nel finale. Un segnale più che alto… 
Hernanes 5: Lento. Lento, lento e ancora lento. E nel Genoa che oggi volava, appare ancor di più come un’immagine in slow-motion.
Miralem Pjanic 6: Si salva per due ragioni: nei suoi limiti fisici è comunque l’unico a provare a inventare qualcosa, a svariare, a cercare una posizione e una giocata. E poi, naturalmente, calcia da fermo come nessuno in Serie A. Lo ribadiamo anche a questo giro: in una squadra con degli automatismi funzionerebbe alla grande. La Juve però oggi non ne aveva.
Alex Sandro 5: Oggi male anche lui, una delle poche certezze. In fase difensiva è infatti spesso ridicolizzato da un Lazovis scatenato.
Juan Cuadrado 5,5: Vale un po’ il concetto di Dani Alves. La confusione di Allegri si rispecchia nell’immagine di un Cuadrado a cui chiedono 36 ruoli: seconda punta, poi esterno, poi a tratti mezz’ala, poi di nuovo esterno. E via così, senza capirci niente.
Mario Mandzukic 5,5: La lotta c’è, le spallate e le botte pure… ma anche un paio di occasioni mangiate nel secondo tempo. Di cui una abbastanza clamorosa a tempo scaduto. Che non avrebbe cambiato nulla, ma che è sintomo della giornata no anche del bomber croato.


 

mercoledì 23 novembre 2016

Siviglia-Juventus

Champions, Siviglia-Juve 1-3: gol di Pareja, Marchisio, Bonucci e Mandzukic

Il rigore di Marchisio dopo il rosso a Vazquez, Bonucci e Mandzukic ribaltano la rete di Pareja: Juve già qualificata

Curioso il destino della Juve. I bianconeri stanno già indirizzando il campionato a novembre. E in Champions, prima dell'impresa di stasera a Siviglia, non avevano mai sbracato. Pur senza incantare. Eppure in molti storcevano il naso davanti al cammino dei bianconeri. Ora il 3-1 di Siviglia può accendere definitivamente la stagione: Allegri va agli ottavi, specialità della casa, con un turno di anticipo. E basterà battere la Dinamo Zagabria, non esattamente il Barcellona di Pep, per chiudere primi nel girone H.
E' un successo di grande spessore quello della Juve. Da grande squadra. Conquistato più di sciabola che di fioretto. I bianconeri vanno sotto in avvio di partita, e in una ripresa giocata con l'uomo in più (rosso a Vazquez al 36') ribaltano il risultato con Bonucci, uomo da gol pesantissimi. E pazienza se la qualità mostrata, al netto delle assenze, non è proprio quella che dovrebbe esibire una squadra con simili valori. Resta l'impresa. Su un campo tra i più difficili della competizione.
Parte male la gara della Juve, che presenta un 4-3-3 con Sandro e Cuadrado a sostegno di Mandzukic. Pareja, difensore che non segnava da quasi 2 anni (3 gennaio 2015), pesca il jolly sotto forma di destro al volo dal limite. Buffon non può arrivarci. La Juve fatica, sente la botta. Mandzukic è rifornito poco e male, lui ci mette del suo sbagliando un pari non impossibile. La partita è molto diversa da quella di un anno fa, quando Morata e Dybala sprecarono l'inverosimile. Gli andalusi difendono alla grande, non è un caso che non abbiano mai preso gol in Europa.
Una mano alla Juve la dà Vazquez, guadagnandosi un secondo giallo tanto evidente quanto inutile e sciocco. Partita ancora più chiara: Siviglia dietro e Juve che fatica a esprimere gioco contro una squadra che su 180' con la Juve ne ha esibiti 160' di catenaccio. Ma il Siviglia è in vena di regali: Mercado trattiene Bonucci in area, Clattenburg decide per il rigore, scelta che fa imbizzarrire gli spagnoli ma che ci sta, regolamento alla mano. Anche se non tutti i contatti di questa entità in area vengono sanzionati.
Per il Siviglia l'1-1 vuol dire primo posto: Sampaoli, tarantolato fino a meritarsi l'espulsione, organizza due linee strettissime nel 4-4-1. Rico non para mai, perché i suoi difensori non danno mai spazi. Pjanic sbaglia troppi palloni per i piedi che ha, Alex Sandro e Cuadrado faticano a rendere scintillanti prestazioni comunque positive. Il Siviglia però cala fisicamente e chiude troppo schiacciato, punito dal sinistro di Bonucci. L'uomo dalla personalità da dichiarare alla dogana da quanto è immensa. E'impresa, nobilitata dal bel 3-1 di Mandzukic (quarto gol stagionale, primo in Champions) nel recupero dopo qualche mischia di troppo. 
 
E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:
Gianluigi Buffon 6: Inizialmente sul gol aveva dato la sensazione di poter fare qualcosa in più, ma dal replay si vede come il tiro sia davvero sbucato dal nulla. Incolpevole.
Dani Alves 5,5: Spinge poco perché evidentemente le direttive son quelle. Così, però, è un giocatore che prende ancor meno senso.
Leonardo Bonucci 7: E’ l’uomo copertina, la presenza, il giocatore che leva ancora una volta le castagne dal fuoco. Un pezzo unico perché difensori così, in giro per l’Europa, non ce ne sono. Il suo gol vale qualificazione e con ogni probabilità primo posto nel girone. Più uomo partita di così, non si può. 
Daniele Rugani 6,5: Buonissima prestazione a fianco di Bonucci, specie nel primo tempo quando la Juve è sotto e in 11 contro 11 è tutt’altro che brillante. In crescita.
Patrice Evra 6: Esattamente come Alves ha stasera evidentemente dei compiti di minor impatto dal punto di vista offensivo. Non brilla quindi, ma dal suo lato né Mariano Ferrerira né Iborra creano problemi. Dal 74’ Stefano Sturaro 6: Un quarto d’ora senza incidere ma nemmeno senza far danni. Scolastico.
Sami Khedira 5,5: Lento. In mezzo al campo è sempre controllato da uno N’Zonzi che domina fisicamente – e non solo – su tutto il centrocampo bianconero.
Claudio Marchisio 5,5: Che sofferenza per Marchisio, ancora lontano dalla miglior forma e che contro un Siviglia super dinamico e super preparato dal punto di vista tattico non gli lascia grande spazio per la manovra. 
Miralem Pjanic 4,5: Questo è un giocatore che in una squadra che non si muove – come è la Juventus di Allegri in questa stagione – non ha alcun senso di esistere. Così non è esaltato nelle sue caratteristiche, ma è anzi un peso all’interno di un reparto dove dal punto di vista fisico non può certo creare cose dal nulla come faceva Pogba. O la Juventus si mette a giocare a calcio con dei precisi movimenti senza palla, o Pjanic continuerà con questo tipo di prestazioni. Che sia più colpa sua o dell'allenatore, poi, a voi giudicarlo. Dall’84’ Moise Kean: S.V.
Juan Cuadrado 6,5: L’unica nota positiva della Juventus insieme all’opposto Alex Sandro e a Bonucci. Lotta e ci prova anche stasera, dove nel primo tempo è sul serio l’unico a salvarsi. Il rischio è però che gli avversari hanno iniziato a capire che i pericoli della Juventus nascono tutti da qui. Dall’86’ Giorgio Chiellini: S.V.
Mario Mandzukic 5,5: Non può certo salvarlo un gol inutile mezzo secondo prima del triplice fischio. Mandzukic gioca una partita ampiamente insufficiente, tenendo su poco la palla e non facendo quasi mai alcun tipo di movimento. Il mezzo voto in più solo per aver timbrato il cartellino. 
Alex Sandro 6,5: Senza il gol di Bonucci sarebbe stato probabilmente lui il migliore in campo della Juventus. Spinta, dinamismo, voglia di creare superiorità numerica in una squadra senza idee. Certezza. 

domenica 20 novembre 2016

Juventus-Pescara

Juventus-Pescara 3-0, Khedira apre, Hernanes chiude. Juve a +7 sulla Roma

In gol anche Mandzukic, nel finale entra anche Kean, nato nel 2000. Quarta vittoria di fila in campionato, ora il Siviglia

Tutto facile, tutto come previsto. La Juventus fa tre gol al Pescara e conferma che per continuare a primeggiare in Serie A non serve lo spettacolo. Basta saperla mettere dentro al momento giusto: stavolta ci sono riusciti Khedira, Mandzukic e persino Hernanes, non Higuain che dopo le critiche argentine in Italia è rimasto al...palo. Il Pescara è avversario tenero, quello giusto per l'esordio di Kean, classe 2000, primo giocatore del nuovo millennio a esordire in Serie A.

Juve con tanti cerotti (Dybala, Barzagli e Pjaca lungodegenti, Pjanic e Benatia tornati acciaccati dalle nazionali, Marchisio e Chiellini convalescenti in panchina) e coppia d'attacco obbligata, Mandzukic e Higuain, Pescara ancora alla ricerca dei primi tre punti sul campo del campionato (unica vittoria, quella a tavolino con il Sassuolo). Allegri non modifica il 3-5-2, dà un turno di riposo a Buffon e lancia Asamoah dal primo minuto, con Hernanes in regia; Oddo si sistema a specchio con tre marcatori e Caprari e Pettinari davanti. Primo tempo bruttino e con poche emozioni, a parte un colpo di testa di Higuain e un tiro di Hernanes. Dopo nemmeno mezzora i sintomi di un attacco influenzale costringono Lichtsteiner a lasciare il posto a Cuadrado, il colombiano si posiziona a destra e da quella parte nasce il vantaggio bianconero: palla a Khedira che scambia con Mandzukic (bello il colpo di tacco di risposta del croato) e rete del tedesco. Il Pescara può recriminare per un'occasione sprecata da Caprari, che scappa via a Rugani ma non centra la porta. 

A inizio ripresa Higuain cerca subito il raddoppio con un gran tiro che si stampa sul palo. La Juve non è ancora brillante però sembra più viva rispetto all'inizio. I ritmi sono bassi e il Pescara gioca con 8 uomini dietro alla linea della palla: difficile riuscire a impensierire i bianconeri così. E anche difficile resistere: dopo meno di 20 minuti Khedira (ancora lui) confeziona un assist di testa per Mandzukic, che firma il 2-0. Oddo manda in campo l'ex (molto amato) Pepe, regalandogli l'applauso dello Stadium quando la partita è già su un binario morto. La chiude definitivamente Hernanes, che con un destro da fuori sorprende Bizzarri e poi festeggia con una capriola. Con il risultato in cassaforte, Allegri regala a Kean, giovanotto originario della Costa d'Avorio ma nato a Vercelli, di entrare nella storia: una decina di minuti scarsi che difficilmente dimenticherà, visto che è la prima in assoluto che gioca con i grandi. Nel finale sussulto d'orgoglio del Pescara, con Evra che salva sulla linea. Da domani testa al Siviglia e alla Champions.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Norberto Neto 6: Impegnato solamente da una conclusione dalla distanza di Memushaj, la blocca in due tempi. La sua serata termina praticamente qui.
Daniele Rugani 6.5: Ottima gara del giovane difensore bianconero. Non sbanda praticamente mai e mette delle pezze a qualche disattenzione dei compagni.
Leonardo Bonucci 6: Ordinaria amministrazione per il centrale della Nazionale. Nella prima frazione si addormenta, lasciando scoperta la sua zona di competenza sul lancio di Campagnaro che imbecca Caprari ma da quel momento in poi non rischia più nulla.
Patrice Evra 6: Esperienza e carisma al servizio della squadra. Navigato, non concede guizzi ma tanta concretezza. 
Stephan Lichtsteiner 6: Costretto ad uscire nel primo tempo per un problema allo stomaco. Sufficiente. (dal 25’ Juan Cuadrado 6: Meno impattante del solito. Il suo contributo in fascia è comunque importante.)
Sami Khedira 7: Un gran bel gol, intelligenza calcistica finissima messa al servizio della squadra e un assist per Mandzukic. Dopo un breve periodo di appannamento fisico sembra tornato quello di inizio stagione. (dal 71’ Stefano Sturaro 6: Impegna Bizzarri con una bella conclusione. Vivo)
Hernanes 6.5: Il Profeta gioca una gara ordinata, sprecando pochi palloni e togliendosi lo sfizio della gioia personale, un destro chirurgico da fuori area che beffa Bizzarri. Si dimostra ancora una volta una preziosa alternativa.
Kwadwo Asamoah 6: Lotta, sgomita, corre e crossa. Solito dinamismo al servizio dei compagni. Buone le sovrapposizioni con Alex Sandro ed Evra. 
Alex Sandro 7: Sulla fascia sinistra è davvero imprendibile. Sgroppate, accelerazioni, tocchi di fino con la suola, diagonali difensive. In questo momento è sicuramente uno degli esterni bassi più completi del panorama mondiale. Soldi spesi bene.
Gonzalo Higuain 6: Si muove molto, cerca di creare spazi per sé e per i compagni, coglie un palo e sfiora il gol in due occasioni. La sensazione è che segnare gli servirebbe, per mettersi definitivamente alle spalle un momento non felicissimo.
Mario Mandzukic 7: L’ariete bianconero non si risparmia mai, è decisivo nell’azione del vantaggio bianconero e chiude di fatto il match nella ripresa. Giocatore di fondamentale importanza negli equilibri bianconeri (84’ Moise Kean S.V.).


 

lunedì 7 novembre 2016

Chievo-Juventus

Chievo-Juventus 1-2. Apre Mandzukic, pareggia Pellissier, chiude Pjanic

Tutti i gol nella ripresa, dopo un primo tempo in cui i bianconeri hanno comunque prodotto di più. Serio infortunio per Barzagli, che esce in barella dopo 2 minuti per un guai alla spalla sinistra (al suo posto Bonucci)

Per arrivare primi in campionato bisogna saper soffrire e vincere anche le partire complicate. Massimiliano Allegri l'aveva detto alla vigilia della partita con il Chievo ed è stato accontentato: 2-1 a Verona, con reti tutte nella ripresa dopo un primo tempo bruttino. I bianconeri sprecano più di quanto realizzano (vedi le occasioni buttate nel finale) ma dopo un mese duro e con la sosta alle porte va bene così. Il Chievo si difende con dignità e tenacia e s'arrende solo di fronte all'invenzione di Pjanic: è a questo che servono i giocatori di talento, a risolvere le gare complicate.  

Allegri sorprende con un 4-3-3 e diversi cambi a centrocampo: fuori Khedira e Marchisio (influenzato), dentro Hernanes e Sturaro, in attacco tridente con Cuadrado a destra, Higuain centrale e Mandzukic nell'insolito ruolo di esterno sinistro. In difesa Bonucci parte dalla panchina ma dopo 5 minuti è costretto a sostituire Barzagli, uscito in barella (lussazione della spalla sinistra). Dall'altra parte Maran stupisce con un 5-3-1-1: Gobbi fa il marcatore con Dainelli e Spolli, Birsa alle spalle dell'unica punta Floro Flores (Inglese in panchina). L'obiettivo dell'allenatore gialloblù è cercare di arginare il doppio centravanti con i tre centrali. Mossa che riesce per tutto il primo tempo, quando alla Juventus capitano pochissime occasioni. La migliore è sul finire dei primi 45 minuti, quando Alex Sandro da sinistra pennella per Hoguain, ma Sorrentino anticipa tutti. Anche se il Bentegodi è uno stadio portafortuna per il Pipita (qui fece il primo gol italiano), stavolta la partita la sblocca Mandzukic (8'), che riceve un gran pallone da Cuadrado e poi va a esultare sotto i suoi tifosi. 

Maran torna a quattro dietro e si gioca la carta Pellissier e la musica cambia: in quattro minuti l'attaccante costringe al miracolo Buffon (un tiro rimpallato dell'aostano diventa un assist per Castro e Gigi deve superarsi per evitare il gol), si procura un rigore (fallo di Lichtsteiner) e lo segna. Così Pellissier può festeggiare in un colpo solo le 400 presenze in A (per Buffon sono 600) e la prima rete stagionale (in totale sono 99 in Serie A). Da una P all'altra: la Juve reagisce con Pjanic, che alla mezzora trova il primo gol su punizione con la maglia bianconera. Nel finale Allegri toglie Higuain e la Juve so divora per due volte il 3-1: prima con Sturaro (brutto tiro dopo un pasticcio di Dainelli) e Cuadrado, che fa tutto bene ma poi non vede la porta.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 6.5: Miracoloso sul tentativo a botta sicura di Castro, viene spiazzato dal rigore di Pellissier. La sua gara finisce qui.
Stephan Lichtsteiner 5.5: Nella ripresa va in confusione: suo l’errore che dà il via all’azione che porta alla grande occasione di Castro e suo l’intervento ai danni di Pellissier che regala il rigore al Chievo. (dal 84’ Dani Alves S.V.).
Andrea Barzagli S.V.: Sfortunatissimo, deve lasciare il posto a Bonucci per un brutto infortunio alla spalla a inizio gara. Un grande in bocca al lupo! (dal 5’ Leonardo Bonucci 6: Gara condotta con la consueta eleganza e la consueta sicurezza. Rischia poco.)
Mehdi Benatia 7: Il migliore del reparto arretrato bianconero. Attento e sicuro in ogni intervento. Non è di certo una seconda linea.
Alex Sandro 6.5: Quando parte sulla fascia i pericoli sono garantiti. Costruisce un’occasione da gol per Mandzukic e una per Higuain. Conferma.
Miralem Pjanic 6.5: Regala tre punti fondamentali alla Juve con una punizione magistrale, una prodezza balistica assolutamente nel suo repertorio. Fino a quel momento non aveva brillato ma con quel destro…
Hernanes 6.5: Guida il centrocampo con intelligenza, senza avventurarsi in voli pindarici. Compassato e non certo esaltante ma nel complesso assolutamente promosso.
Stefano Sturaro 6: Lotta, non si tira mai indietro ma commette errori banali in fase di palleggio. Prezioso ma rivedibile.
Juan Cuadrado 7: Questa volta esce alla distanza ma nel secondo tempo diventa assolutamente imprendibile. Propizia il primo gol e regala una cavalcata straordinaria a fine gara, vanificata da un errore clamoroso sotto porta. Imprescindibile per la squadra, soprattutto in questo momento.
Gonzalo Higuain 5.5: Non riesce ad incidere. Si sacrifica, crea varchi per sé e i compagni ma non trova il guizzo giusto. Un pochino stanco(dal 79’ Patrice Evra S.V.).
Mario Mandzukic 7: Lotta, aggredisce gli spazi, si sacrifica in fase di ripiegamento. Oggi è lui l’uomo in più dei bianconeri. Se solo fosse più freddo sotto porta…

 

giovedì 3 novembre 2016

Juventus-Lione

Champions, Juve-Lione 1-1. Higuain sblocca su rigore, pari di Tolisso

Il Pipita apre dal dischetto al 13', la squadra di Allegri prova a controllare il vantaggio ma soffre nella ripresa. E all'85' la mezzala francese trova il pareggio. Qualificazione rinviata

Una dormita e svanisce tutto. Non è un sonno che cancella la stanchezza, ma gli sforzi. Non è un riposo pieno di sogni, ma che ripropone qualche spettro: quello per esempio del secondo posto nel girone (ancora da conquistare, peraltro), con i suoi annessi di avversari enormi negli ottavi. Il sonnellino che colpisce la Juve arriva al minuto 84, su una punizione di Ghezzal: Tolisso stacca in area piccola fra due compagni, mentre la linea juventina sbaglia il fuorigioco. Uno a uno, Lione ancora in corsa, seppur a -4. Ma soprattutto svanisce in un colpo la qualificazione con due turni di anticipo, la difesa imbattuta, la sicurezza di aver trovato qualche soluzione in più. Perde importanza il 100° gol italiano di Higuain, se ne va il Siviglia (10 punti), ci si preoccupa per l’infortunio di Bonucci. 

Partita contraddittoria, quella bianconera, con alcuni segnali positivi nel primo tempo, e poi un calo improvviso e visibile nella ripresa, chiusa con una fuga di Lacazette che avrebbe potuto fare anche danni maggiori. Allegri prima gongola: ha ritrovato il "regista" Marchisio, ha trovato una valida alternativa per il centrocampo in Sturaro, ha varato in Europa la difesa a 4, continuando a non prendere gol. Poi vede i suoi perdere il pallino del gioco e metri di terreno e prova a correre ai ripari: fuori Pjanic, ancora giù, pure da trequartista (sarà una questione di posizione, poi?), ritorno al 3-5-2, dentro le frecce Alex Sandro e Cuadrado. Ma la Juve non c’è più.

I francesi si erano presentati per primi al tiro, con Rybus (resterà l’unica parata di Buffon) e confermano di avere ottime individualità davanti, con Ghezzal che fa impazzire Evra. Dietro, però, soffrono: Diakhaby al 12’ atterra goffamente Sturaro in area, servito da Higuain, mandando proprio Gonzalo alla prova del dischetto (non una specialità): portiere spiazzato. Dopo l’1-0 la Juve ha le occasioni migliori, con un palo scheggiato da Marchisio e due occasioni sfruttate male dal numero 9 e da Mandzukic (nella ripresa). Poi piano piano Lacazette e compagni prendono fiducia, serve una chiusura delle sue di Barzagli per evitare il pari a metà ripresa, le corse in pressing di Mandzukic si fanno meno frequenti e efficaci, dietro si balla, a tre o a quattro.

Due anni fa Allegri passò dalla difesa a tre al modulo a quattro nella quarta partita del girone, con l’Olympiacos. Allora la situazione era molto più in salita di oggi, ma la Juve poi arrivò in finale. Stasera per la quarta di Champions fa la stessa cosa (4-3-1-2). La mossa ha l’effetto di aggiungere un uomo in mezzo a centrocampo: il reparto risulta così più compatto e attivo, anche perché Marchisio dà altri giri rispetto ad Hernanes, e perché l’aggiunta è Sturaro, che interpreta il match con la solita "garra", caratteristica non sempre presente nei compagni di reparto. L’idea sarebbe anche quella di liberare Pjanic e quindi vederlo al suo meglio: in realtà il bosniaco fatica ancora a farsi trovare. Un problema da risolvere, per il futuro, così come la tenuta atletica e psicologica. La qualificazione resta a un passo, il primo posto un po’ più lontano. Così come le certezze sulla squadra.

E adesso le pagelle dei singoli giocatori della Juventus date da eurosport.it:

Gianluigi Buffon 6: Reattivo subito su Rybus. Poi non ha troppo lavoro da fare. Resta qualche perplessità sull’uscita in occasione del gol di Tolisso. Poteva fare meglio?
Dani Alves 5,5: Si distrae subito e per poco Rybus non buca Buffon. Poi prende le misure e inizia a macinare discese offensive. Il problema è che sbaglia ancora troppo per eccesso di zelo (13 possessi persi).
Andrea Barzagli 6,5: Uomo ovunque. Si immola, salta, chiude, riparte e nel finale imposta. Gli perdoniamo anche l’errore nel recupero, perché poi si fa 30 metri con Lacazette e gli sporca il tiro in corner. Senza di lui la Juventus avrebbe rischiato grosso stasera. (Tolisso nel gol non lo perde lui, perché parte da dietro).
Leonardo Bonucci 6,5: Dietro accorto e deciso. Un lancio sublime nel secondo tempo, diverse chiusure aeree. Positivo e sostituito solo per un problema muscolare. (Dal 68’ Medhi Benatia 6: Entra per difendere e ha subito tanto lavoro. Incolpevole sul gol).
Patrice Evra 5,5: Ghezzal,che va a velocità doppia rispetto a lui, spesso lo punta. Lui se la cava, faticando però nelle letture sui cambi di gioco. Qualche errore di troppo nei passaggi (21 palloni persi).
Sami Khedira 5: No, non ci siamo. Sbaglia in impostazione, sbaglia in appoggio, non si inserisce con i tempi giusti. Nella ripresa arranca, quasi sfiancato. Ok la poca abitudine a giocare così tante gare ravvicinate, ma se non è in condizione non va fatto giocare.
Claudio Marchisio 6,5: Nel primo tempo è splendido, sfiora il gol con un destro violento da fuori. E infatti finchè dura lui, la Juventus gestisce bene il match. Come cala, si spegne la luce. Urge recuperarlo totalmente, urge per Allegri sperare che presto abbia una condizione accettabile almeno per 70/80 minuti e non per un tempo come oggi.
Stefano Sturaro 5,5: Si procura il rigore del vantaggio, ok. Poi le qualità tecniche lo tradiscono: perde nove palloni e ne recupera solo due. Da un suo errore nasce una ripartenza pericolosissima del Lione nella ripresa. Non al top.
Miralem Pjanic 5,5: Il 4-3-1-2 dovrebbe essere disegnato per esaltarne le doti. In realtà fatica a trovare spazi e idee. Una buona sponda per Mandzukic, poco altro. Non siamo ancora ai livelli cui aveva abituato tutti nelle stagioni alla Roma. (Dal 68’ Alex Sandro 5,5: Impatto ottimo nel match, ma è lui a tenere in gioco Tolisso in occasione del gol. Errore grave).
Gonzalo Higuain 6: Volenteroso, a tutto campo, quasi come Dybala. Innesca l’azione del rigore, trasforma dal dischetto. Poi, forse appannato per il tanto lavoro, si divora il raddoppio. Uno sbaglio che alla fine pesa. Nella ripresa cala, ma l’abnegazione nel giocare con Mandzukic è lodevole. (Dal 82’ Juan Cuadrado s.v.).
Mario Mandzukic 6,5: Solito leader. Solito combattente. Pressa, manda in porta Higuain, si avventa su ogni pallone, salta a difendere nei corner avversari. Generosità lodevole, imprecisione nell’occasione buona.